sabato 4 maggio 2013

Trinità fra terminologia e sostanza


TRINITÀ FRA TERMINOLOGIA E SOSTANZA

1. ENTRIAMO IN TEMA: Secondo alcuni non esisterebbe la «Trinità» nel NT, solo perché manca espressamente tale termine. Come argomento è molto scarno e povero, oltre a essere fuori di ogni esperienza di vita pratica. Ad esempio, una raccolta di inni e canti la chiamiamo «innario»; tale termine tecnico non esiste nella Bibbia, eppure lo usiamo con molto vantaggio. Chi vorrebbe asserire che un innario non esiste poiché tale termine non ricorre mai nella Scrittura? Quotidianamente vengono formati «termini tecnici», per esprimere al meglio le cose, che intendiamo, per non ripetere continue e lunghe descrizioni.
     Così anche nella dottrina e nella teologia dell’AT e del NT furono coniati nel tempo termini tecnici, per mettere a fuoco con maggiore precisione le cose, di cui s’intende parlare. Questo è un processo, che troviamo già nella Bibbia stessa. Ad esempio, nel Levitico i vari tipi di sacrifici (p.es. quello del peccato) in ebraico non hanno, in genere, il termine «sacrificio di ***» (com’è riportato in italiano), ma direttamente un termine specifico (p.es. variazione del termine «peccato»). Così, per fare un esempio concreto, nel NT la seconda parte dell’espressione «Colui che non ha conosciuto peccato, Egli l’ha fatto essere peccato per noi», intende correttamente: «Egli l’ha fatto essere [sacrificio per il] peccato per noi». Nel NT troviamo tanti neologismi ecclesiali presi dal contesto culturale e linguistico e resi termini tecnici del cristianesimo apostolico: chiesa (gr ekklesía, termine politico della polis!), apostolo (= delegato), conduttore (gr. episkopos «sorvegliante»), diacono (= servitore), Cena del Signore, battesimo, e così via.
     Anche riguardo alla «Deità» (anche questo è un neologismo nel NT), vediamo che «Padre» da termine sporadico nell’AT per l’Eterno divenne la designazione massima della prima Persona della Deità. «Cristo» (= Unto, ossia a re) divenne la designazione più frequente, che accompagna il nome Gesù (si veda anche «Agnello» in Ap). «Parakletos» (sovvenitore) fu presentato da Gesù come termine specifico per lo Spirito Santo (cfr. anche la designazione «sette spiriti» in Ap, per indicare la perfezione dello Spirito Santo). Essi sono, a ragione, dei termini presi dal linguaggio corrente e usati in modo tecnico.
     Perché non troviamo ancora «Trinità» nel NT? I termini tecnici vengono formati, laddove ce ne sia la necessità, ad esempio in ambiente scolastico o di ricerca (per non ripetere sempre le stesse cose si preferisce coniare un termine ad hoc), oppure dove c’è un problema dottrinale specifico e si vuole definire con precisione ciò, che si vuole esprimere. Nel primo secolo non ci furono questioni così gravi riguardo alla dottrina della Deità; ma nel secondo secolo lo gnosticismo e le idee degli Ebioniti (Giudei cristiani, che credevano nella sola umanità di Cristo; riprese poi da Ario), resero necessario un serrato confronto e la coniazione del termine «Trinità», ossia tre Entità personali e connaturali, che formano un solo Dio. Tale formulazione rispecchiava il dato di fatto che nel NT esistono tre diverse Persone divine di uguale natura o sostanza, coesistenti, coeterne e interagenti, formanti la Deità, ma distinte appunto nella loro funzione storico-salvifica e a noi conosciute come Padre, Figlio e Spirito Santo.

2. APPROFONDIAMO LE QUESTIONI: Nell’AT ebraico (e italiano) non esiste neppure, ad esempio, il termine «genitori» (provare per credere; il primo luogo è solo Mt 10,21), ma chi metterebbe in discussione che tutte le persone menzionate nell’AT, tranne Adamo e Eva, avessero dei genitori? […]
 


Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2. Continuazione del secondo punto; 3. Aspetti conclusivi.
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Trinita_sostanza_MT_AT.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

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