ÁNGHELOS O INVIATO
Il limite delle trasposizioni linguistiche
Ci sono termini, come «angelo», «apostolo» e «profeta», che creano continuamente fraintendimenti. Questo è dovuto al fatto che essi non furono tradotti in latino, ma semplicemente latinizzati, creando così molti equivoci. Sulla base della tradizione furono poi riportati nelle lingue correnti, ossia nel nostro caso italianizzati. Così succede che, quando sentiamo i termini «angelo», «apostolo» e «profeta», pensiamo oggigiorno subito rispettivamente a un essere celeste, a uno dei dodici apostoli di Gesù e a qualcuno che predice il futuro. Ciò è limitativo e fuorviante riguardo alla comprensione dell’intero NT.
Se andassimo però ai tempi del NT, ci renderemmo conto che tali termini avevano un o spettro di accezioni molto più vasto, erano usati molto più frequentemente nel linguaggio usuale con altri e più comuni significati e significavano semplicemente quanto segue: ánghelos «inviato, messaggero», apóstolos «mandato, incaricato» e profētēs «proclamatore».
Seguono i seguenti punti: «Angeli» molto umani; Angeli umani, sì apostoli.
[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Anghelos_inviato_MT_AT.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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