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martedì 20 ottobre 2015

Il mutamento e le sue cause (Medita→ azione 20-10-2015)



IL MUTAMENTO E LE SUE CAUSE
Medita→ azione 20-10-2015
 

«Cantate salmi all’Eterno, voi suoi santi, e celebrate a memoria della sua santità! [5] Infatti, per un momento si è nella sua ira, per una vita [intera] nella sua clemenza. La sera sopravviene il pianto, ma al mattino c’è il giubilo» (Salmo 30,4s lett.).
  


I nostri problemi non sono solo legati alla contingenza, all’ambiente, alle circostanze oggettive, alle scelte altrui, agli accadimenti e agli accidenti, ma hanno una dimensione teologica. Perciò, possono essere risolti specialmente in modo teocentrico, in riferimento a Dio.
     È singolare che non è tanto supplicando il Signore, ricordandogli la lista dei nostri guai e delle nostre preoccupazioni, che otteniamo la serenità, quanto dapprima lodando e celebrando Dio! Per prima cosa ci riportiamo alla mente chi Dio è; egli è in ebraico «Jahwè», ossia «chi è qui, chi interviene» (Es 3,6ss.15ss). Poi facciamo mente locale riguardo ai suoi atti storici passati. I «santi», infatti, ossia coloro che sono usciti dalla profanità per essere «speciali per l’Eterno», celebrano il Signore la «a memoria della sua santità».
     Similmente si legge: «Rallegratevi nell’Eterno, o giusti, e celebrate a memoria della sua santità!» (Sal 97,12 lett.). Si noti come i «santi» sono altresì i «giusti». Rallegrarsi nel Signore, ossia per ciò che Egli è, fa e dà, muta il nostro rapporto verso le cose e i problemi, che ci stanno intorno (cfr. Fil 3,1ss; 4,4ss.10ss).
            Con tali premesse, Davide portò alla mente dei devoti le proporzioni delle cose (Sal 30,5). [→ Continua sul sito]

[CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Med/A0521.html] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso. ► Per ricevere e-mail di notifica sulle novità, ISCRIVITI ALLA MAILING LIST: http://groups.google.com/group/fede-controcorrente/subscribe

lunedì 31 dicembre 2012

Sei arrivato al fondo? Buon per te!


SEI ARRIVATO AL FONDO? BUON PER TE!

Un cristiano biblico ha scritto sulla sua bacheca: "Mi sento perso, vuoto e inutile". Certo sarebbe stato interessante sapere il motivo concreto, che sottostà a tale “mal di vita”, se è un fenomeno particolare o ricorrente, e così via. Tutto ciò mi ha portato a riflettere, e ho dovuto rispolverare alcune mie esperienze personali, in cui mi sono sentito in fondo al pozzo, e casi di cura d'anime. Specialmente per chi crede di dover avere sempre ogni cosa sotto controllo e di prodigarsi per tutti, quando perde la regia delle cose e il “film della vita” sembra andare avanti senza di lui, questi vive la sensazione di chi ha perso la bussola: smarrimento, disorientamento, spersonalizzazione, inutilità, perdita di ruolo e annichilimento di valore. Egli si valutava continuamente in funzione del ruolo, che possedeva, e del ritorno di fiamma, che ne traeva (affetti, riconoscimenti, compito, apprezzamenti, ecc.). Ora, tutto ciò sembra sparito e ci si sente su un “binario morto”; dovendo misurarsi con se stesso soltanto, ci si chiede: “Chi sono io, ora, veramente, nudo e crudo?”.
I casi concreti, in cui qualche credente arriva a scrivere pubblicamente una cosa del genere, possono essere tanti, ad esempio: si è caduti in un grave peccato; si è perso la buona reputazione; si è perso il coniuge o una persona cara; si è stati traditi dagli altri; si è stati abbandonati dal proprio coniuge; si è perso il lavoro, in cui ci si realizzava; i figli sono andati tutti via da casa (sindrome del nido vuoto); si è lontani da ciò che dà socialmente sicurezza (famiglia, comunità cristiana, luogo di servizio, amicizie del cuore); si è smarrito il senso della vita; si vivono cambiamenti biologici particolari (menopausa, andropausa); si è malati o anziani; e così via.
Potrebbe sembrare un cattivo bilancio di fine anno da parte di un credente. Si potrebbe dire che ha toccato il fondo della sua esistenza. Si potrebbe pensare anche che sarebbe un cattivo modo di iniziare un nuovo anno.
Nella mia esperienza di cura pastorale, ci sono alcune premesse per poter aiutare qualcuno, ad esempio le seguenti:
■ 1. Si deve cercare aiuto (non si può aiutare chi non vuole).
■ 2. Si deve essere pronti ad ammettere la propria situazione senza velature e senza maschere (solo allora alcuni sono disposti ad accettare la diagnosi reale sulla propria vita).
■ 3. Si deve essere arrivati al fondo (solo allora alcuni sono disposti ad afferrare il salvagente o a prendere l'amara medicina).

Ecco la buona notizia per chi ha toccato veramente il fondo: essendo arrivati nel punto più basso della propria vita, da ora in poi, il tutto non può che andare in su, verso le cime! Ho dovuto pensare a Giuseppe, figlio di Giacobbe; ogni volta che raggiungeva il fondo (nella cisterna, in prigione), raggiungeva poi un nuovo livello esistenziale positivo.
Nei casi, in cui si è raggiunto il fondo, bisogna evitare auto-commiserazioni e cerotti consolatori da parte degli altri. Ci vogliono atti di coraggio concreti. Bisogna smettere di volere indietro il passato e ciò, che ora ci manca o non c'è più. Bisogna essere disposti a uscire dal labirinto esistenziale. Bisogna dire di sì alle nuove possibilità, che Dio ci vuol dare. Bisogna accettare il nuovo livello esistenziale, che viene, con le sue possibilità e potenzialità. Sebbene la vita non sarà più la stessa di prima, con l'aiuto di Dio si può vivere una nuova fase esistenziale ricca e abbondante.

Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi confacenti al tema):
■ «Sarà un bene per voi, quando egli [Dio] vi scruterà a fondo? Credete di ingannarlo come si inganna un uomo?» (Giobbe 13,9).
■ «Tu mi scruti, quando cammino e quando riposo, e conosci a fondo tutte le mie vie» (Salmo 139,3).
■ «Le battiture, che piagano, guariscono il male; e così le percosse che vanno in fondo al cuore» (Proverbi 20,30).
■ «Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto; dalla profondità dell'abisso ho gridato, e tu hai udito la mia voce» (Giona 2,3).
■ «Io sopporterò l'indignazione dell'Eterno, perché ho peccato contro di lui, finché egli prenda in mano la mia causa, e mi faccia ragione; egli mi trarrà fuori alla luce, e io contemplerò la sua giustizia» (Michea 7,9).
■ «Così parla l'Eterno, il Dio d'Israele, riguardo a te, Baruk: Tu dici: “Guai a me! poiché l'Eterno aggiunge tristezza al mio dolore; io mi affanno a gemere, e non trovo requie”. Digli così: “Così parla l'Eterno: […] E tu cercheresti grandi cose per te? Non le cercare! poiché, ecco, io farò venire del male sopra ogni carne, dice l'Eterno, ma a te darò la vita come bottino, in tutti i luoghi dove tu andrai”» (Geremia 45,1-7).
■ «Ho pazientemente aspettato il Signore, ed egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido. Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione, dal pantano fangoso; ha fatto posare i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi» (Salmo 40,1s).
■ «È stata un bene per me l'afflizione subita, perché imparassi i tuoi statuti» (Salmo 119,71). 




sabato 16 giugno 2012

Canna incrinata e fiamma smorta


CANNA INCRINATA E FIAMMA SMORTA
Cosa aspettarsi da Gesù?

Alcuni hanno l’abilità di cadere dalla padella nella brace, ossia di rovinarsi completamente la vita; altri sprofondano nella disgrazia improvvisamente, senza aver fatto nulla. Altri ricevono i cosiddetti «colpi bassi» da gente senza scrupoli. Altri ancora sono così disperati, che oramai si aspettano soltanto il cosiddetto «colpo di grazia», per farla finita. Allora, come si diceva nell’antichità, il malcapitato si sente oramai come una canna incrinata o come un lucignolo fumante, ossia di cui non si sa se si spegnerà o riprenderà vigore.
     Nell’ottavo secolo a.C. il proclamatore Isaia annunciò, fra altre cose, così il futuro Messia: «Egli non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà il lucignolo fumante»(Is 42,3), ossia lo stoppino dalla fiamma smorta. Quando Gesù venne e praticava il suo ministero, furono ricordate proprio tali parole riguardo alla canna infranta e al lucignolo fumigante (Mt 12,20). Prima di tali versi si trova questo dato di fatto: «Egli li guarì tutti» (v. 15). Gesù non era venuto per dare il «colpo finale» o il «colpo di grazia» a chi già era stato colpito pesantemente nella vita, né voleva spegnere le ultime speranze di chi le aveva perse quasi completamente tutte…
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Canna_fiamma_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
{Nicola Martella}