SEI ARRIVATO AL FONDO? BUON PER TE!
Un cristiano biblico ha scritto sulla sua bacheca:
"Mi sento perso, vuoto e inutile". Certo sarebbe stato
interessante sapere il motivo concreto, che sottostà a tale “mal
di vita”, se è un fenomeno particolare o ricorrente, e così
via. Tutto ciò mi ha portato a riflettere, e ho dovuto rispolverare
alcune mie esperienze personali, in cui mi sono sentito in fondo
al pozzo, e casi di cura d'anime. Specialmente per chi crede di
dover avere sempre ogni cosa sotto controllo e di prodigarsi per
tutti, quando perde la regia delle cose e il “film della vita”
sembra andare avanti senza di lui, questi vive la sensazione di chi
ha perso la bussola: smarrimento, disorientamento,
spersonalizzazione, inutilità, perdita di ruolo e annichilimento di
valore. Egli si valutava continuamente in funzione del ruolo, che
possedeva, e del ritorno di fiamma, che ne traeva (affetti,
riconoscimenti, compito, apprezzamenti, ecc.). Ora, tutto ciò sembra
sparito e ci si sente su un “binario morto”; dovendo misurarsi
con se stesso soltanto, ci si chiede: “Chi sono io, ora,
veramente, nudo e crudo?”.
I casi concreti, in cui qualche credente
arriva a scrivere pubblicamente una cosa del genere, possono essere
tanti, ad esempio: si è caduti in un grave peccato; si è perso la
buona reputazione; si è perso il coniuge o una persona cara; si è
stati traditi dagli altri; si è stati abbandonati dal proprio
coniuge; si è perso il lavoro, in cui ci si realizzava; i figli sono
andati tutti via da casa (sindrome del nido vuoto); si è lontani da
ciò che dà socialmente sicurezza (famiglia, comunità cristiana,
luogo di servizio, amicizie del cuore); si è smarrito il senso della
vita; si vivono cambiamenti biologici particolari (menopausa,
andropausa); si è malati o anziani; e così via.
Potrebbe sembrare un cattivo bilancio di
fine anno da parte di un credente. Si potrebbe dire che ha toccato il
fondo della sua esistenza. Si potrebbe pensare anche che sarebbe un
cattivo modo di iniziare un nuovo anno.
Nella mia esperienza di cura pastorale, ci sono
alcune premesse per poter aiutare qualcuno, ad esempio le
seguenti:
■ 1. Si deve cercare aiuto (non si può aiutare
chi non vuole).
■ 2. Si deve essere pronti ad ammettere la
propria situazione senza velature e senza maschere (solo allora
alcuni sono disposti ad accettare la diagnosi reale sulla propria
vita).
■ 3. Si deve essere arrivati al fondo (solo
allora alcuni sono disposti ad afferrare il salvagente o a prendere
l'amara medicina).
Ecco la buona notizia per chi ha toccato
veramente il fondo: essendo arrivati nel punto più basso
della propria vita, da ora in poi, il tutto non può che andare in
su, verso le cime! Ho dovuto pensare a Giuseppe, figlio di Giacobbe;
ogni volta che raggiungeva il fondo (nella cisterna, in prigione),
raggiungeva poi un nuovo livello esistenziale positivo.
Nei casi, in cui si è raggiunto il fondo,
bisogna evitare auto-commiserazioni e cerotti consolatori da parte
degli altri. Ci vogliono atti di coraggio concreti. Bisogna
smettere di volere indietro il passato e ciò, che ora ci manca o non
c'è più. Bisogna essere disposti a uscire dal labirinto
esistenziale. Bisogna dire di sì alle nuove possibilità, che Dio ci
vuol dare. Bisogna accettare il nuovo livello esistenziale, che
viene, con le sue possibilità e potenzialità. Sebbene la vita non
sarà più la stessa di prima, con l'aiuto di Dio si può vivere una
nuova fase esistenziale ricca e abbondante.
Per l’approfondimento biblico (Il senso
di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori,
per aiutarli formulare contributi confacenti al tema):
■ «Sarà un bene per voi, quando egli [Dio]
vi scruterà a fondo? Credete di ingannarlo come
si inganna un uomo?» (Giobbe 13,9).
■ «Tu mi scruti, quando
cammino e quando riposo, e conosci a fondo tutte le mie vie»
(Salmo 139,3).
■ «Le battiture, che piagano, guariscono
il male; e così le percosse che vanno in fondo al cuore»
(Proverbi 20,30).
■ «Io ho gridato al Signore, dal fondo
della mia angoscia, ed egli mi ha risposto; dalla
profondità dell'abisso ho gridato, e tu hai udito la mia voce»
(Giona 2,3).
■ «Io sopporterò l'indignazione
dell'Eterno, perché ho peccato contro di lui, finché egli prenda in
mano la mia causa, e mi faccia ragione; egli mi trarrà
fuori alla luce, e io contemplerò la sua giustizia»
(Michea 7,9).
■ «Così parla l'Eterno, il Dio d'Israele,
riguardo a te, Baruk: Tu dici: “Guai a me!
poiché l'Eterno aggiunge tristezza al mio
dolore; io mi affanno a gemere, e non trovo
requie”. Digli così: “Così parla l'Eterno: […] E tu
cercheresti grandi cose per te? Non le cercare!
poiché, ecco, io farò venire del male sopra ogni carne, dice
l'Eterno, ma a te darò la vita come bottino, in
tutti i luoghi dove tu andrai”» (Geremia 45,1-7).
■ «Ho pazientemente aspettato il Signore,
ed egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido. Mi
ha tratto fuori da una fossa di perdizione, dal pantano
fangoso; ha fatto posare i miei piedi sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi» (Salmo 40,1s).
■ «È stata un bene per me
l'afflizione subita, perché imparassi i tuoi statuti»
(Salmo 119,71).