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lunedì 3 ottobre 2016

Il rischio di una famiglia con partiti



IL RISCHIO DI UNA FAMIGLIA CON PARTITI
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1.  TRISTE STORIA FAMILIARE NELLA BIBBIA: Isacco, figlio di Abramo, aveva sposato sua cugina Rebecca (Gn 24,67). Si amavano e misero al mondo due figli: Giacobbe ed Esaù (Gn 25,25s). Giacobbe aveva più un’indole riflessiva e domestica e passava molto tempo con la madre, che era dalla sua parte (Gn 25,27b.28b). Esaù era più il tipo d’azione, con la passione della caccia, ed era tutto l’orgoglio del padre (Gn 25,27a.28a). In tal modo, la polarizzazione familiare, i dissidi parentali e la catastrofe erano pressoché programmati.
     Giacobbe era scaltro di mente e calcolatore. Esaù preferiva le cose pratiche ed era, quindi, più superficiale. Rebecca aveva molte simpatie per Giacobbe; Isacco era orgoglioso di Esaù. Sebbene Esaù avesse fatto poca stima della primogenitura (Gn 25,29-34) e aveva amareggiato l’animo dei suoi genitori, sposando delle donne cananee (Gn 26,34; 36,2s; cfr. 28,9 ismaelita), il padre era intenzionato a dare a lui la benedizione più importante (Gn 27,1-4). La madre volle impedirlo e, mentre Esaù era a caccia, mise a Giacobbe nella mente un piano per imbrogliare Isacco e ottenere per sé tale benedizione principale (Gn 27,5-13). Così avvenne (Gn 27,27ss). Quando arrivò Esaù, dovette accontentarsi della benedizione minore (Gn 27,34-40).
     Sentendosi defraudato per la seconda volta da Giacobbe, Esaù era pieno di marezza e odio per il fratello ed escogitò un piano per ucciderlo (Gn 27,41). Per salvare Giacobbe, Rebecca convinse Isacco a mandarlo dai loro parenti, distanti centinaia di chilometri (Gn 27,42-46; 28,1-5).
     Essi erano genitori divisi quanto ai figli, che trasformarono le loro simpatie per uno di loro in morbosità; anche non volendo, di fatto crearono delle profonde trincee di antipatia, concorrenza e odio tra i due fratelli. La famiglia si smembrò. Giacobbe fuggì, ed Esaù divenne sempre più simile ai cananei.
     Giacobbe rimase lontano da casa per almeno due decenni (Gn 31,41). E presso suo zio visse umiliazioni di tutti i colori (Gn 29,25ss; 31,6ss). Quando tornò in patria, aveva molta paura della rappresaglia del fratello contro a sé e alla sua famiglia (Gn 32,11). Fu certamente solo l’intervento di Dio a non permettere un’amara resa dei conti. Il loro incontro fu commovente e diverso da come se l’era aspettato Giacobbe (Gn 33,4). Già prima di tale incontro Esaù s’era trasferito a Seir, quindi lontano da Canaan (v. 16; 32,3; 36,8), mentre Giacobbe rimase in Canaan (Gn 33,18). Le loro vie e vite rimasero così comunque separate. Per quanto sappiamo, si rividero solo al funerale del loro padre Isacco (Gn 35,29).
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2.  LA STORIA SI RIPETE ANCHE OGGIGIORNO: [→ Sul sito]
3.  LA ZAPPA SUI PIEDI: [→ Sul sito]
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4.  ASPETTI CONCLUSIVI: Oltre a quanto già detto, un genitore saggio dovrebbe trattare i figli con amore, imparzialità e giustizia. Sebbene ciò debba avvenire a fondo perduto, ossia per il bene dell’intera famiglia, esiste anche un tornaconto personale o ritorno di fiamma. Come tratti oggi i tuoi figli, è probabile che essi tratteranno te così in vecchiaia, nel bene e nel male. I rancori prodotti nei figli da genitori stolti scendono profondante nelle viscere e non sono facilmente cancellabili; essi diventano un’ipoteca per il futuro a breve, media e lunga distanza. Il modo ingiusto, con cui vengono trattati i figli, diventa un seme velenoso, che produrrà frutti deleteri e ciò sarà la base di tragedie, dissidi e sconquassi. A farne le spese saranno anche tali genitori dissennati, che innalzano un figlio a discapito degli altri e aizzano un figlio contro l’altro. Ciò che seminano, mieteranno pure.
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[→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Fam_part_GeR.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso. ► Per ricevere e-mail di notifica sulle novità, ISCRIVITI ALLA MAILING LIST: https://groups.google.com/forum/#!forum/fede-controcorrente/join
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sabato 24 ottobre 2015

Adolescenti onniscienti



ADOLESCENTI ONNISCIENTI

1.  ENTRIAMO IN TEMA: La mia adolescenza è stata tutta «Sturm und Drang» (= «tempesta e impeto» o «tumulto e brama»), per dirla con una corrente della letteratura tedesca al tempo dell’Illuminismo, detta pure «tempo o periodo del genio» (1765-1785). E questo tanto più, perché a 15 anni sono andato via di casa e ho vissuto gli anni più difficili lontano dai genitori.
     Ho avuto tre figli, che sono passati per «l’età di mezzo», detta adolescenza, periodo che sta tra l’infanzia e l’età adulta. Col senno del poi, posso dire che il decorso di tale «varicella» è stato nel complesso ottimale... per quello che ho visto o sappia io. In tale periodo, i ragazzi non si sentono «né carne, né pesce», o ambedue, oppure ora l’uno ora l’altro. È l’età degli esperimenti, della ricollocazione, in cui si passa dall’imitazione dei modelli alla propria identità, mettendo sotto stress proprio gli usuali punti di riferimento. È il tempo della metamorfosi, dei bivi, delle scelte che possono portare a diventare persone migliori e mature oppure a entrare o in un tunnel senza fine o addirittura in un labirinto.
     Sopra ho messo la mia cartolina, un po’ ironica, che indirizzo agli adolescenti.


2.  PER L’APPROFONDIMENTO BIBLICO [→ Sul sito]

[CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Adol-onnisc_Mds.htm] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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*** Discuti questo tema qui o sulla mia pagina di "Facebook": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/adolescenti-onniscienti/1053767651321135

giovedì 9 aprile 2015

Figli quale onore e onere per i genitori



FIGLI QUALE ONORE E ONERE PER I GENITORI



I figli sono visti nella Bibbia come motivo d’onore per i genitori, visto che proseguivano la stirpe di famiglia ed erano l’assicurazione di una vecchiaia tranquilla. Certamente la sterilità era un grande problema personale, familiare e sociale (a ciò si doveva anche la poligamia). Chi aveva un grande clan, aveva le spalle coperte nella società; perciò i figli e la prole erano un motivo di sicurezza anche al presente.
     I figli erano visti anche come un onere, ossia una responsabilità dei genitori. Essi col loro comportamento portavano onore o disonore alla famiglia, fama o infamia, gioia o sofferenza. I comandamenti della Torà e i libri sapienziale (Pr, Ec) sono pieni di brani che trattano la dinamica genitori-figli, illustrano le problematiche fra di loro e danno consigli da parte dei genitori per i figli, particolarmente del padre verso il figlio maschio, visto che in quella società rappresentava l’elemento più a rischio. Si parla di figli stolti, di disciplina, dei rischi che vengono per il giovane da parte della donna estranea (prostituta) e dell’adultera e così via.
     Anche nel NT ricorrono per i credenti precetti morali per genitori e figli (cfr. Ef 6,1-4; Col 3,20s; cfr. anche 1 Gv 2,14).
     Come può la Bibbia essere una bussola per orientare genitori e figli, gli uni e gli altri timorati di Dio, in rapporti sani, giusti e pieni di benedizione? Quali genitori e figli hanno fallito nel loro compito, secondo la narrazione biblica?

Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Figli_onore_onere_Ori.htm] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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giovedì 18 luglio 2013

Conduttori e figli dissoluti o insubordinati? Parliamone

CONDUTTORI E FIGLI DISSOLUTI O INSUBORDINATI? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Conduttori e figli dissoluti o insubordinati». Preoccuparsi della qualità dei conduttori delle chiese è importante; specialmente da loro dipende la qualità delle chiese. Se un credente non sa dirigere casa sua in senso spirituale e morale, difficilmente saprà farlo nella chiesa locale. Se qualcuno, per fare il conduttore di chiesa, trascura casa propria, si crea una specie di schizofrenia spirituale e morale fra casa e chiesa.
     La domanda, che un lettore ci ha posto, è stata la seguente: Se i figli sono dissoluti o insubordinati, fino a che età un credente è responsabile per ciò che fanno? È stato salutare constatate che 1 Timoteo 3 e Tito 1 non si tratta di «figli emancipati» (gr. huiói), ma di «figli generati» (gr. tékna). Abbiamo mostrato tale differenza col diritto romano. Abbiamo anche detto riguardo alla conduzione che la menzione della «casa» suggerisce che un padre sia responsabile dei figli, fintantoché essi sono minorenni o vivono sotto il tetto paterno.
     Abbiamo anche considerato che, se un uomo ha la maggior parte dei figli increduli, se non addirittura tutti dissoluti o insubordinati, sebbene siano maggiorenni, egli dovrebbe riflettere, per motivi di opportunità, se il suo compito sia proprio quello di conduttore di chiesa; infatti, predicare o consigliare agli altri ciò, in cui si è stati personalmente un fallimento, fa mancare della necessaria credibilità.
     Per essere conduttore non bastano la brama di esserlo né le buone intenzioni, ma bisogna corrispondere ai prerequisiti di 1 Timoteo 3 e di Tito 1 ed essere irreprensibili, ossia a di sopra d’ogni sospetto e reprensione. Sebbene nessuno abbia la garanzia che i suoi figli seguiranno la via della fede, un ampio fallimento come padre è sempre un cattivo indizio e una base lacunosa per esercitare la funzione di conduttore di chiesa.

     Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Condutt_figli_dissolut_Mds.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}



mercoledì 25 febbraio 2009

Maledizioni generazionali e genetica °23-02-09

MALEDIZIONI GENERAZIONALI E GENETICA


Nei Dieci Comandamenti è scritto: «Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro, perché io, l’Eterno, il tuo Dio, sono un Dio geloso che punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso benignità, fino alla millesima generazione, verso quelli che m’amano e osservano i miei comandamenti» (Esodo 20,4ss).

Alcuni partono da tali brani per insegnare la cosiddetta «maledizione generazionale». Che cosa c'è di vero in tutto ciò? Un lettore ha fatto una richiesta di chiarimento proprio in tal senso. Ecco qui di seguito la sua lettera: «Non ho una chiara conoscenza della dottrina delle maledizioni generazionali, né (fino adesso) di ciò che pensa a proposito il nostro buon Padre celeste, quindi starò lontano dall’esprimere un’opinione al riguardo. Qualche domanda, però, da un po’ di tempo me la pongo. Molte malattie, anche di "piccola entità" vengono dette "ereditarie" (nella mia poca conoscenza in merito cito la colesterolemia). Molti medici parlano di "predisposizione ereditaria" all’insorgenza di certe malattie (nelle visite specialistiche spesso viene chiesta dal medico l’eventuale presenza d’una particolare patologia nei genitori o in famiglia; tale presenza spesso viene considerata come forte fattore di rischio). In altri casi, invece (esempio: fibrosi cistica) si ha una chiara visione del problema, che dipende in maniera totale da fattori genetici, o "ereditari". Un altro aspetto che mi fa riflettere è che le probabilità d’insorgenza di malattie ereditarie di questo tipo sono molto alte sui figli, mentre vanno a diminuire man mano che passano le generazioni (è più difficile ereditare una malattia del nonno rispetto a una del padre). Sembrerebbe quindi che esista una connessione d’ereditarietà padri / figli, tanto diretta quanto più sono vicini nell’albero genealogico. Senza sconfinare nel termine "maledizione", come si potrebbe affrontare questo discorso dal punto di vista biblico?» [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Malediz_generaz_geni_EnB.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


Inoltre, ecco gli ultimi articoli messi già in rete:

■ Soprannaturale e fotografia: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Soprannaturale_fotografia_R56.htm

■ È vietato pregare con i pazienti: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Vietato_pregare_pazienti_OiG.htm

■ Combattere le discriminazioni denunciandole: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Discriminazioni_denuncia_Avv.htm

Maledizioni generazionali e genetica? Parliamone °25-02-09

MALEDIZIONI GENERAZIONALI E GENETICA? PARLIAMONE


Nel Decalogo , la Costituzione della teocrazia d’Israele, è scritto: «Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro, perché io, l’Eterno, il tuo Dio, sono un Dio geloso che punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che m’odiano, e uso benignità fino alla millesima generazione, verso quelli che M’amano e osservano i miei comandamenti» (Esodo 20,4ss).

Abbiamo visto nell’articolo «Maledizioni generazionali e genetica» che alcuni, partendo da testi come questi, ipotizzano una sedicente «maledizione generazionale», sebbene ciò sia tutt’al più una «punizione generazionale». Come abbiamo preso atto, poi, alcuni incrociano tali dati biblici con elementi, veri o presunti, della biologia e particolarmente della genetica. Inoltre, in alcuni ambienti ecclesiali, specialmente di tipo carismaticista, da tale convenzione dottrinale alcuni traggono la prassi di «spezzare» tale presunta «maledizione generazionale» imponendo le mani a chi si converte o facendole imporre da determinati «uomini di Dio», ossia da predicatori carismaticisti ritenuti particolarmente «unti». Tale prassi generalizzata dell'imposizione delle mani — che sconsigliamo se non ci sono vere, oggettive e tangibili prove (p.es. in caso di evidente demonizzazione e legame occulto) — alimenta solo il potere e il narcisismo di tali uomini e la dipendenza da loro. Chi ritiene di avere problemi particolari, si rivolga ai propri conduttori (Giacomo 5,14ss). [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Temi/1-Maled_generaz_geni_parla_MeG.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


Inoltre, ecco gli ultimi articoli messi già in rete:

■ Soprannaturale e fotografia? Parliamone: http://puntoacroce.altervista.org/Temi/1-Soprannaturale_foto_parla_R34.htm

■ Discriminazione di cristiani biblici nella società: http://puntoacroce.altervista.org/Temi/1-Discrimina_cristiani_OiG.htm

■ Combattere le discriminazioni denunciandole: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Discriminazioni_denuncia_Avv.htm

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