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venerdì 10 maggio 2013

Intervista a un ex-anziano dei Testimoni di Geova: Parliamone


INTERVISTA A UN EX-ANZIANO DEI TESTIMONI DI GEOVA: PARLIAMONE

 

Le esperienze di chi è stato fra i Testimoni di Geova (T.d.G. da qui in poi) e ne è fuoriuscito, sono molteplici e dipendono da vari fattori, ad esempio: il tempo, che si è stati in tale «gruppo di frangia»; il legame, che si è avuto verso un gruppo specifico; il ruolo, che si è rivestito, e la responsabilità portata nel tempo; il modo, come gli altri hanno reagito e specialmente i propri parenti rimasti nell’organizzazione; se si è avuta una vita sociale e interessi culturali fuori dei limiti della propria congregazione; e così via.

     Una volta fuoriusciti dalla «società» dei T.d.G., c’è chi ha avuto una transizione facile verso una vita «normale». Altri hanno subito tutti i tipi di screzi: isolamento, angherie, pressioni, continue telefonate intimidatorie, terra bruciata intorno e quant’altro da parte dei vecchi correligionari, oltre al disprezzo da parte dei propri ex-fratelli e specialmente dei propri parenti rimasti nell’organizzazione, per i quali il fuoriuscito è come se fosse già morto.

     Rocco Politi appartiene a quest’ultima categoria, affermando di aver subito tutto il male possibile da parte dei suoi ex-compagni di via.

     Qui di seguito commentiamo l’articolo «Intervista a un ex-anziano dei Testimoni di Geova» [http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Ex-anziano_TdG_OiG.htm], che Nicola Martella ha condotto con Rocco Politi, ex-conduttore dei T.d.G. E che è stato militante in tale organizzazione per 40 anni, occupando in essa posizioni di rilievo.

 

     Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…

            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Ex-anziano_TdG_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

mercoledì 8 maggio 2013

Intervista a un ex-anziano dei Testimoni di Geova

INTERVISTA A UN EX-ANZIANO DEI TESTIMONI DI GEOVA

1. ENTRIAMO IN TEMA: Sono stato contattato da Rocco Politi, un ex-anziano dei Testimoni di Geova (da qui in poi, T.d.G.), sia per corrispondenza, sia per telefono. L’ho trovato come un uomo tribolato, che è uscito da una pesante prigionia, ancora pieno di piaghe e ancora tutto dolorante per le catene portate, che hanno lasciato profondi segni nella carne e nell’anima. Mi è parso come un Israelita del 15° secolo a.C., che era uscito dalla schiavitù d’Egitto, ma che non sapeva dove fosse ancora la terra promessa, il paese della libertà. Al telefono mi dava l’impressione di chi era uscito da un lager nazista o da un gulag comunista: sebbene pelle e ossa, scosso e confuso, è contento di essere scampato, ma ora non sa dove sta la via di casa, quanto dista e se c’è qualcuno che ancora l’aspetta e lo ama. Il problema è che lui stesso aveva collaborato attivamente in tale lager ideologico e in tale gulag dottrinale per quarant’anni, occupando posizioni significative. Poi, venne il risveglio…

Parlando con lui, ho capito che, essendo uscito da tale incubo durato decenni di militanza attiva voleva avvertire altri dal cadere nella stessa trappola; ciò è nobile. Ma non basta. Ora, si sente come un negozio di porcellana, dopo che è passato un elefante. Come a chi è stata fatta una lavanda gastrica, dopo un grave avvelenamento da cibo deteriorato, ora si sente svuotato e debilitato.
     Ha capito che il Dio propugnato dai T.d.G. è fatto a loro propria immagine, quindi un idolo; nel suo nome i seguaci della Torre di guardia isolano i dissidenti, trattano come un «morto» chi non segue la linea, fanno terra bruciata intorno a chi esce dalla congregazione. Amici, genitori, fratelli, parenti e figli si defilano, rompono ogni contatto, ti considerano appestato, già cadavere. Da un giorno all’altro ci si sente come un pesce fuor dell’acqua, oggetto di ostracismo, di discredito, di angherie, di persecuzione e quant’altro da parte dei suoi ex-correligionari.
     Ora sta imparando a scoprire il Dio d’amore e di misericordia, che si è rivelato in Gesù Cristo. Tuttavia quanto è dura per lui! Gli ho fatto presente che è proprio come quell’Israelita uscito dalla dura schiavitù d’Egitto, che vuole avvertire altri a non cadere in essa e che vuole aiutare a tirare fuori altri da tale sistema dottrinale dittatoriale; tuttavia, egli stesso non sa dove sta la terra promessa, che proporre agli altri come via di libertà. Il cammino è lungo ancora. Gli ho posto la questione personale della salvezza, non ne ha certezza. Gli ho chiesto: È nobile la tua impresa di avvertire gli altri, ma tu stesso, se morissi oggi, dove saresti? Hai la sicurezza della tua salvezza? Conosci Cristo come Salvatore e Garante della tua salvezza? No, finora non lo sa. [La via che porta a Dio]Quindi, non sa neppure quale speranza proporre agli altri, che usciranno da tale sistema dottrinale. Tuttavia, c’è in lui il desiderio di conoscere Gesù Cristo come suo personale Salvatore e Signore. Ci siamo lasciati con questo mio appello: «Chiedi al Signore Gesù: “Fammi conoscere la tua salvezza!”. Egli certamente ti illuminerà e ti indicherà la via. Io sono al tuo fianco in preghiera e col consiglio».


2. L’INTERVISTA: Ciò che segue è un’intervista composta sulla base di ciò, che Rocco Politi mi ha scritto e mi ha detto a voce. Essa è stata da lui vista e approvata dopo la stesura. […]

L’interessante intervista è presente sul sito.
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Ex-anziano_TdG_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

venerdì 9 novembre 2012

Io ho fatto loro conoscere il tuo nome (Giovanni 17,26)




IO HO FATTO LORO CONOSCERE IL TUO NOME (GIOVANNI 17,26)

Un lettore mi ha scritto quanto segue: […] Molti anni fa m’ero associato a una chiesa evangelica cristiana, poi l’abbandonai per mia volontà; fui battezzato, ma credo d’essere rimasto il peccatore di sempre, anche se non passa giorno che io non legga la Bibbia. E non so perché ma, avendo una discreta preparazione biblica, incontro i TdG [= Testimoni di Geova, N.d.R.] anche a casa, ma solo per combatterli; anche se so che perdo tempo, mi piace e mi diletto a leggere la Bibbia, è più forte di me, anche se molte cose non le comprendo.
     Desideravo chiederti un chiarimento sulle parole di Gesù, quando dice: «Padre, ti ringrazio, d’aver fatto conoscere loro il tuo nome…». La mia domanda è: quando gli fece conoscere il nome del Padre? e quale nome? Nell’attesa, porgo i miei più sentiti saluti. {R.G. P.}

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue: Rispondo in sintesi e cercando di essere non troppo tecnico. Mi preme cominciare con una premessa per il lettore: Non basta leggere la Bibbia, aumentare nella conoscenza e combattere le false dottrine di un gruppo particolare (sebbene queste attività siano cose nobili), ma bisogna essere rigenerati dal Signore e compiere la sua volontà. Ora, andiamo alla questione centrale.
     Il problema principale consiste nel fatto che l’ebraico con ha un termine per «persona», che proviene dal latino. Tale concetto lo esprime con due termini particolari: «nome» (šem) e «anima» (nëfëš). Gesù intendeva far conoscere ai suoi discepoli la persona del Padre, non un nome anagrafico. Bisogna tener presente, infatti, che da molti secoli gli Ebrei non pronunciavano più il nome «Jahwè», ma leggevano il cosiddetto tetragramma come «Adonaj» (Signore). Quando l’AT fu tradotto in greco, non ci furono problemi teologici per tradurlo come Kyrios «Signore». Tutti i nomi di Dio furono tradotti in greco; ricordo che nell’antichità non c’era una differenza fra nomi, titoli e addirittura soprannomi. Fu perciò che gli scrittori del NT citarono l’AT nella versione greca della «Settanta». Gesù da buon Giudeo del suo tempo non citava mai il nome ebraico nei suoi discorsi e nelle sue preghiere, ma usava il termine Adonaj.
     In tutti gli Evangeli, che sono in greco, non ricorre mai il nome «Jahwè» (o simile) per indicare Dio e per rivolgersi a Lui in preghiera, né Dio lo usò mai per sé. Non si trova mai un brano, in cui Gesù insegnò a usare un certo nome di Dio; lo stesso vale per il resto del NT. Nella preghiera modello Gesù rivelò il massimo privilegio dei suoi seguaci: rivolgersi a Dio come «Padre nostro»! […]

Sul sito segue il resto dell’articolo.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Conoscere_tuo_nome_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

 

giovedì 26 gennaio 2012

Esiste il nome Geova nei manoscritti greci del Nuovo Testamento?

 ESISTE IL NOME GEOVA NEI MANOSCRITTI GRECI DEL NUOVO TESTAMENTO?

1. Entriamo in tema
            Una delle questioni presentate dai lettori è se nei manoscritti greci del Nuovo Testamento ricorra mai il nome Geova a se stante. Ecco una di queste tipiche richieste.

Ciao, Nicola. […] Volevo riferirti una questione che mi è capitata stamattina incontrando dei Testimoni di Geova. Alla fine delle solite disquisizioni, mi hanno fatto notare che il nome «Geova» è presente nel Vangelo di Matteo 1,21. Io ho la Luzzi e sotto le note esplicative è scritto: «Iehoshua vuol dire Geova salva». In verità non ricordavo ciò e infatti, con presunzione, dicevo a quei signori che il nome Geova non esiste nel NT. E sembra che mi sono sbagliato. Ora sono rammaricato, perché ho peccato di presunzione, anche se so che loro si arrampicano sugli specchi con le loro bugie. Puoi aiutarmi a capire? Grazie, Nicola; ti saluto nel Signore Cristo Gesù. {P. B.; 15-01-2012}

Al riguardo faccio queste due osservazioni preliminari. Una delle questioni presentate dai lettori è se nei manoscritti greci del Nuovo Testamento ricorra mai il nome Geova a se stante. Nel primo contributo troviamo una di queste tipiche richieste. Al riguardo faccio queste due osservazioni preliminari.
            ■ Non fatevi ingannare dalle proiezioni geovizzanti e giudaizzanti nel NT! Ne va della vostra corretta interpretazione della Bibbia e, quindi, della vostra salute spirituale!
            ■ A chi geovizza o giudaizza il NT dico quanto segue: Indicami un solo manoscritto del NT in cui sono stati traslitterati i nomi ebraici di Dio (Jahwè, Elohim, Adonai), detti da Lui o da altri su di Lui o a Lui. Indicami anche un solo manoscritto del NT in ebraico esistente e proveniente dal primo secolo. Chi aggiunge o toglie, è sotto giudizio (Ap 22,18s).

Quindi, è meglio non abboccare a tali discorsi e non farsi abbindolare dall’ideologia geovista. Essa cola i moscerini (come gli antichi nomi propri) e inghiotte i cammelli (assenza di Jahwè o simili come nome a se stante).
     Seguono i seguenti punti: 2. Non dare troppa importanza ai nomi propri del NT; 3. Il giudaismo al tempo del NT; 4. Jahwè o Geova è inesistente nel NT come nome a se stante; 5. La coerenza richiesta riguardo a Matteo 1,21.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Geova_manoscritti-NT_Sh.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/esiste-il-nome-geova-nei-manoscritti-greci-del-nuovo-testamento/10150621787507990

venerdì 20 gennaio 2012

Geova, Geovizzanti e affini? Parliamone


GEOVA, GEOVIZZANTI E AFFINI? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Geova, Geovizzanti e affini» [http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Geovizzanti_affini_MT_AT.htm]. Abbiamo visto che i Masoreti (studiosi ebraici del testo dell’AT) avevano messo sotto il cosiddetto tetragramma (JHWH) le vocali di adônāj, per ricordare agli Ebrei la prassi di leggerlo, oramai da un millennio, appunto adônāj. Abbiamo anche visto che il termine «Iehovah / Geova» era nato da un fraintendimento medioevale da parte di chi, ignorando la cultura ebraica, lesse il cosiddetto tetragramma con le vocali di adônāj (JaHoWaH → Jehovah). Ciò fu deprecato da alcuni studiosi cristiani, anche perché Iehovah (Geova) sembrava troppo simile a «Iovem», accusativo d’Iupiter (Giove). Tuttavia ciò divenne una specie di moda allora e tale uso si è poi perpetuato mediante il consenso.
     Inutile ripetere che nel NT (che è greco!) Dio non ha mai parlato di sé con tale nome, nessun credente si è rivolto al Signore con tale nome né lo usarono giudei, cristiani e pagani nei loro discorsi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Geovizzanti_affini_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

~~> Discuti questo tema qui o su "Fede vivente": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/geova-geovizzanti-e-affini-parliamone/331744990190075

 

mercoledì 11 maggio 2011

Torre di guardia e testimoni di Geova? Parliamone


TORRE DI GUARDIA E TESTIMONI DI GEOVA? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Torre di guardia e testimoni di Geova». Il tutto prendeva avvio da una lettera, che un seguace della «Torre di guardia» ha inviato, perché risentito che i testimoni di Geova siano elencati nella sezione «gruppi di frangia» sotto la voce «Torre di guardia». Ciò mi ha dato modo di spiegare, in un articolo a parte, che cosa siano i «Gruppi di frangia» e perché preferiamo tale dizione a quella di «sette».
     La questione di base dell’articolo è la seguente: il NT parla mai dei «testimoni di Geova» o soltanto dei «testimoni di Cristo»? Abbiamo visto che già il termine «Geova» è un equivoco medioevale, basato sull’ignoranza del tempo riguardo al tetragramma (JHWH), puntato dai Masoreti giudaici con le vocali di adonāj, per ricordare la lettura come «Adonai». A ciò si aggiunga che nei manoscritti greci del NT il nome ebraico di Dio non ricorra mai nelle invocazioni, nei discorsi e negli insegnamenti su Dio. La modifica del testo biblico da parte dei testimoni di Geova è colpevole. Il NT non fa mai nulla per difendere il nome ebraico di Dio, oramai in disuso fin dalla deportazione babilonese, e tutta l’attenzione è data al nome di Gesù Cristo, essendo il nome di cui Dio Padre, lo Spirito Santo, gli apostoli e gli scrittori del NT danno testimonianza. I credenti del nuovo patto sono esercitati, dunque, a essere «testimoni di Cristo» alla gloria del Padre e per mezzo dello Spirito Santo.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Torre_guardia-test-Geova_MT_AT.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

lunedì 9 maggio 2011

Torre di guardia e testimoni di Geova

TORRE DI GUARDIA E TESTIMONI DI GEOVA

Un lettore ci ha presentato le seguenti questioni: Buon giorno, mi chiamo Stefano, sono un Testimone di Geova di Roma. Visto che continuo a ricevere le Vostre gentili newsletter in base a una mia vecchia iscrizione fatta molto tempo fa, mi capita ogni tanto di visitare il Vostro sito e di curiosare tra le varie (a volte anche interessanti) discussioni.
     Ho notato però che nella sezione dove vengono elencate le varie confessioni religiose cristiane, i testimoni di Geova appaiono nei «gruppi di frangia» sotto la voce «torre di guardia».
     Già solo il fatto che definire «gruppo di frangia» quello che, in termini di adesione e di crescita numerica, è ormai da tempo la seconda religione in Italia, la dice lunga sulla serietà del Vostro sito; credo però sia anche utile ricordarvi che «Torre di Guardia» oltre a essere il titolo della rivista con la quale diffondiamo le verità bibliche, è il nome dell’ente giuridico, cui fa capo la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.
     Mi viene difficile immaginare qualcuno di Voi che all’incontrare un testimone di Geova in strada, si trovi a pensare: «Toh, ecco lì un “torre di guardia”!».
     Sia chiaro, non è che ci teniamo granché ad avere un posto d’onore nel Vostro sito (per quel che può valere...), ma è soltanto un osservazione, che ho ritenuto opportuno farvi. D’altra parte, come nostro Signore Gesù ci ha insegnato, non è certo la gloria degli uomini quello che c’interessa. Vi ringrazio dell’attenzione e invio cordiali saluti.

1.  GRUPPI DI FRANGIA O SETTE?: La nomenclatura delle cose è sempre un problema, come pure la categoria, a cui si viene ascritti. Al riguardo esiste il punto di vista della persona stessa, che appartiene a un certo gruppo; esiste poi la definizione datagli da altri gruppi (religiosi e non) e quella usata da studiosi di fenomeni religiosi. Chiaramente qualcuno si sentirà scontentato. Per non dovermi ripetere, per l’approfondimento di questo punto rimando all’articolo «Gruppi di frangia o sette?» .
     I punti successivi sono i seguenti: 2. Testimoni di Geova?; 3. Torre di guardia? [CONTINUA LA LETTURA http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Torre_guardia-test-Geova_Esc.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}