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mercoledì 2 dicembre 2015

L’uomo da nulla



L’UOMO DA NULLA

1.  ENTRIAMO IN TEMA: La locuzione «un uomo da nulla» o «un buono a nulla» intende una persona inetta o incapace. Non significa che non sappia fare delle cose, ma che nel complesso non porta nulla veramente a termine. A volte fa, e altre volte disfa con le sue stesse mani.
     Sebbene ai propri occhi si senta una persona speciale o un «signor qualcuno», vantandosi di tutto ciò che è o fa, in effetti è un «uomo qualunque», ordinario, un «signor nessuno», che non ha portato veramente nulla a compimento; e ciò, a cui ha mai contribuito a costruire, lo ha spesso distrutto con le sue stesse mani.
     Questo dipende spesso dal suo carattere un po’ cariato e da una sua ignoranza di fondo, che lo porta a essere carente di realismo con sé, con gli altri e con la realtà. Per questo ha la tendenza a inimicarsi chi non la pensa come lui, a gettare fango su chi brilla più di lui, a buttare via il bambino con tutta l’acqua sporca, e a fare cose simili, invece di rallegrarsi del bene comune raggiunto, di allearsi col meglio presente nel suo prossimo, di tirare la corda dalla stessa parte e di guardare insieme agli stessi obiettivi. L’ignoranza di fondo porta a concepire orizzonti limitati e ad appestare tale ambiente col suo grande ego di uomo da nulla, finché molti, non riuscendo più a respirare, cambiano aria.


2.  TRATTI CARATTERIALI: Un uomo da nulla ha in genere un grande amor proprio e un ego molto sviluppato, che lo porta a vantarsi di grandi cose. Parla spesso in modo sprezzante degli altri e ha modi molto grossolani nei rapporti col proprio prossimo.
     Per questo nel passato un uomo da nulla veniva chiamato anche «tanghero», ossia un individuo dai modi grezzi, rozzi, grossolani, rustici, goffi o villani, quindi, secondo i casi, uno zoticone, un maleducato o un villanzone.
     Avendo una mentalità abbastanza grossolana, sono pochi i suoi interessi prevalenti. Quando è coinvolto in una discussione o in un diverbio, non ha il senso del limite, ma si accanisce rabbioso contro quelli, che considera i suoi avversari. Chi tocca il suo amor proprio, non avrà vita facile, poiché l’uomo da nulla si vendicherà fino all’ultimo.
     Egli cerca le piccole pulci nella vita altrui e si costruisce elefanti di difetti, che amplifica e sbraita per lungo e per largo come un calunniatore. Filtra moscerini nella vita altrui e inghiotte cammelli nella propria. Pur di aver ragione e trionfare, è pronto a distruggere i beni migliori. Locuzioni come ammantare col manto dell’amore, perdono, conciliazione, bene comune, senso del limite e simili sono disusate nel suo stile di vita; gli interessa solo di prevalere sul prossimo, di sconfiggere l’altro e di portarlo alla resa alle sue condizioni.

SUL SITO LEGGI ANCORA I SEGUENTI PUNTI:
3.  IL DIOTREFE DI TURNO
4.  ALTRI APPROFONDIMENTI BIBLICI

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mercoledì 6 maggio 2015

L’incoerenza degli instabili



L’INCOERENZA DEGLI INSTABILI

 1. ENTRIAMO IN TEMA: La poesia, che ho scritto e che si trova sull’immagine, si accorda con quanto scrisse lo scrittore romano Lucio Anneo Seneca (4 a.C.-65 d.C.): «Aliena vitia in oculis habemus, a tergo nostra sunt», che a senso significa: «Abbiamo davanti agli occhi i vizi altrui, mentre i nostri ci stanno dietro». Anche lo scrittore russo Leo Tolstoi scrisse: «Se solo si riuscisse sempre a vedere, a tempo debito, la trave nel proprio occhio, quanto saremmo migliori!» (1828-1910). È un po’ come la storia della due bisacce: ognuno guarda alla propria davanti (propri pregi), dimenticando quella di dietro (i propri difetti), che solo gli altri vedono. Solo chi si guarda lealmente negli occhi, può apprezzare anche i pregi altrui. Tuttavia; questo discorso gli instabili di carattere non lo comprendono; e allora, invece di esercitare la misericordia, che pretendono per sé, diventano spietati proprio con chi li ha spesso aiutati.

2. L’INCOERENZA DEGLI INSTABILI [→ sul sito]
3. VIZI MENTALI DEGLI INSTABILI [→ sul sito]
4. ASPETTI CONCLUSIVI [→ sul sito]

LO SCRITTO COMPLETO SI TROVA SUL SITO…
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