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lunedì 19 settembre 2016

Sul pulpito con la testa nel pallone

SUL PULPITO CON LA TESTA NEL PALLONE
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1.  ENTRIAMO IN TEMA: Io personalmente non sono stato infettato dal bacillo del «tifo». [...] [→ Sul sito]
     Tuttavia, premetto che non ho nulla contro le attività sportive, neppure contro la passione calcistica. Non giudico chi è appassionato di calcio. Qui voglio parlare d’altro.
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2.  IL PALLONE IN TESTA AI PREDICATORI: [→ Sul sito]
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3.  PULPITO E TRIBUNA: Mi fa un certo effetto vedere, in Internet, immagini di conduttori, predicatori e collaboratori, che li ritraggono al pulpito in atteggiamento predicatorio. Poi, scorrendo le bacheche dei social network di alcuni di loro, vedo che a scritti altamente spirituali seguono altri sul calcio. In questi ultimi non solo si atteggiano a esperti della «nostra squadra», ma il loro linguaggio si trasforma, usando parole denigratorie contro chi non la pensa come loro.
     Ecco un esempio, che ho visto ultimamente, ma ne potrei fare altri. Si noti il linguaggio e come l’autore voglia apparire come un esperto delle cose riguardanti la sua «squadra del cuore». Lascio apposta tale credente nell’anonimato, dandogli uno pseudonimo; infatti, egli non è l’unico a pensare, a scrivere e a esprimersi così. Lascio tutto così, come l’ha scritto l’autore, evidenziando solo alcuni termini chiave. Alla fine di ogni paragrafo segue un mio commento.
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     ■ Auguro ai tifosetti del Napoli che Dela se ne va, manda tutti a quel paese e che il Napoli ritorni ad essere una squadra mediocre da 8° posto in poi, che rischia ogni anno la serie B, che non abbiamo i conti a posto, che falliamo di nuovo e che vediamo col binocolo i campi esteri, quello vi auguro... Dela può anche commettere degli errori ma è il 2° presidente più vincente della povera storia del Napoli. Secondo i bookmakers dopo Juve, Roma ed INter siamo la 3° squadra (a pari punti con il Milan) che può puntare al titolo, quindi “male che va” lottiamo per il 3°/4° posto... PS tutta questa voglia di far guerra fatela per cose serie e no per il GIOCO DEL CALCIO!! {31 agosto 2015} ●► Si noti che per scrivere cose del genere, l’autore ha dovuto investire molto tempo, energie e ingegno, per capire come le cose stanno e per dare un giudizio personale. Si notino i verbi dell’identificazione personale (abbiamo, falliamo, vediamo, siamo), che fa distinguere dai «tifosetti», da cui prende distanza con un «vi auguro». Quindi, il tifo è per lui una delle sue occupazioni principali. Come egli concili tutto ciò col lavoro di chiesa (spesso è ritratto sul palco o presso il pulpito), è difficile dirlo.
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     ■ Siamo ancora da 6/7° posto vero?? Di calcio fortunatamente non capite un mazza... PS forza Napoli. {28 ottobre 2015} ●► Per uno, che vuole edificare gli altri nella sala di culto, l’uso di tale linguaggio scurrile non è appropriato. Infatti, «mazza» è un sinonimo di «pene», il membro maschile.
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     ■ Leggo: “meglio la C che un presidente come te” riferito a DeLaurentiis... beh spero che non tiferai più Napoli così avremo deficienti in meno tra i nostri colori... #loStoConDeLauretiis {1 luglio 2016} ●► Anche qui troviamo un’identificazione personale (nostri), di cui abbiamo già parlato sopra. Inoltre, i «tifosetti», di cui parlava sopra, qui sono definiti «deficienti». Purtroppo, ho constatato che tale persona usa questa terminologia denigratoria anche con altri cristiani, che non condividono le sue idee (ometto i tristi esempi). Che linguaggio userà mai dal palco e dal pulpito della sua chiesa? Preferisco lanciare questo hashtag: #loStoConCristo.
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     ■ Il calcio mi provocava emozioni uniche perché Uomini si battevano per i colori, per una maglia che rappresenta una città... oggi sono disgustato perché se è vero che già ti sei accordato con la Juve caro #Higuain sei la persona più infima ed infame che abbia mai conosciuto. {23 luglio 2016} ●► La locuzione «emozioni uniche» è usata, ad esempio, da un innamorato, da un mistico o da chi fa esperienze con sostanze allucinogene. Si vede che per questa persona la «fede calcistica» è tutto ciò, una specie di infatuazione amorosa, di devozione religiosa e di droga. Non so se trae da tutto ciò l’ispirazione, che poi usa dal palco o dal pulpito. Il caro mercenario calcistico, di cui fino a poco tempo fa, era «l’idolo» della sua squadra, ora è passato ad altra società e viene caratterizzata come persona oltremodo «infima ed infame». Ho già parlato sopra di tale tipo di linguaggio inappropriato per i figli di Dio. Si vede che tale fontana ha due cannelle: una per l’acqua dolce e una per quella amara.
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Come si vede, è un classico esempio di un credente «doppio d’animo», che in sala si comporta in un modo e fuori di essa in un altro. Questo è indice di poca coerenza morale e poca irreprensibilità spirituale. Probabilmente non si rende neppure conto della sua personalità a doppio binario.
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4.  ASPETTI CONCLUSIVI: [→ Sul sito]
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     [→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Pulpito_pallone_Mds.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso. ► Per ricevere e-mail di notifica sulle novità, ISCRIVITI ALLA MAILING LIST: https://groups.google.com/forum/#!forum/fede-controcorrente/join
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sabato 30 luglio 2016

Calcio intelligente?



CALCIO INTELLIGENTE?
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Sono stato invitato a un gruppo in Internet dal titolo «Calcio intelligente». Ecco qualche riflessione, che in parte ho postato lì, che potrebbe stimolare la discussione qui.
     Ho qualche dubbio che esista qualcosa come il «calcio intelligente». Mercenari strapagati a peso d’oro scendono in campo, inseguendo una palla; e migliaia di tifosi paganti si illudono, dicendo: «Abbiamo vinto!». Intanto fanno ingrossare il conto in banca dei proprietari del club calcistico, che vendono abbonamenti per gli stadi e il marchio per produrre gadget di ogni tipo; a ciò si aggiungono gli introiti provenienti dai mass-media (TV, radio, gruppi editoriali, ecc.), che vendono abbonamenti, giornali, libri, CD, DVD, ecc. I calciatori sono un prodotto come un altro, che viene sfruttato finché tira. Tali mercenari guadagnano milioni dall’essere prodotti di lusso e perché si vendano prodotti a loro nome.
     In nome dei loro idoli i tifosi hanno fatto grandi sacrifici; hanno pagato abbonamenti, sono andati in trasferta, hanno comprato tutto l’occorrente per apparire tifosi della squadra del cuore (cappellini, sciarpe, magliette, felpe, poster, palloni, ecc.).
     Tali idoli del calcio sembrano inseparabili dal club sportivo di appartenenza. Il tifo per la squadra del cuore è come una specie di devozione a una religione sportiva, con i suoi rituali e le sue liturgie. Infatti, ad esempio, per loro dire «Napoli» e dire «Higuain» era la stessa cosa. Tuttavia, quando viene offerto loro di più dai concorrenti, presto cambiano casacca.
     E che faranno ora i tifosi del Napoli, che si sono fatti tatuare il loro idolo Higuain sul braccio, sul polpaccio o sulla schiena in formato XXL? Ora, il loro idolo è diventato un traditore! Assomigliano a quelli, che si sono fatti tatuare il nome della loro amata sul corpo, pensando a un amore eterno, ma poi sono stati traditi dal migliore amico! Ora, quel nome è odiato e maledetto, ma esso resta proprio attaccato addosso.
     Come scrisse il vecchio e saggio Salomone: «Nullità delle nullità; tutto è nullità. [...] Anche questo è nullità, è un correre dietro al vento» (Bibbia, Ecclesiaste 1,3; 2,26). Sì, correre dietro a una palla, è nullità! Una delle tante nullità di questo mondo, in cui lo sport diventa spettacolo, i calciatori idoli, il tifo diventa un surrogato di devozione religiosa e il business la fa da padrone.
     Era meglio, quando a inseguire la palla eravamo direttamente noi. Almeno ci misuravamo gli uni con gli altri, diventavamo consapevoli dei nostri punti di forza e dei nostri punti deboli, creavamo gioco di squadra, sviluppavamo strategie immediate e c’inventavamo trucchi. Allora sì che era un «Calcio intelligente».
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*** Discuti questo tema qui o sulla mia pagina di "Facebook": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/calcio-intelligente/1223579761006589