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lunedì 8 maggio 2017

Predicatori nell’immoralità 2: Consigli rifiutati



PREDICATORI NELL’IMMORALITÀ 2:
CONSIGLI RIFIUTATI
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1.  ALCUNE PREMESSE: In un articolo precedente avevo riportato il dialogo con una lettrice, che mi fece rivelazioni di prima mano su un predicatore abbastanza in vista in Italia. Qui di seguito riporto il mio tentativo di dialogare con «Arturo», come lo chiamiamo qui di seguito. Qui di seguito ci preme specialmente il fenomeno spirituale e morale, che colpisce alcuni «leader di successo», e non tanto la persona in se stessa.
     Nel passato, io e Arturo abbiamo avuto diversi confronti, specialmente da quando aveva palesato pubblicamente l’ambizione di essere un nuovo riformatore della chiese in Italia sul modello del «movimento di Toronto».
     Tuttavia, nessuno può rallegrarsi della caduta del proprio prossimo in un peccato così grave come l’adulterio, visto che siamo fatti tutti di carne. È scritto che «Elia era un uomo sottoposto alle stesse passioni che noi» (Gcm 5,17). E l’unico, che vi seppe resistere fu solo Gesù: Il nostro Sommo Sacerdote «è stato tentato in ogni cosa come noi, però senza peccare» (Eb 4,15). Perciò, è scritto: «Chi pensa di stare dritto, guardi di non cadere» (1 Cor 10,12). Tuttavia, una cosa è cadere nel peccato, altra cosa è perseverare in esso o continuare a fare predicazioni, concerti e conferenze, come se nulla fosse successo.
     Non sapevo che cosa fare. Aspettavo, da una parte, lumi dall’Alto; dall’altra, speravo che qualcun altro sapesse e ne parlasse in rete. Tuttavia, non successe nulla di tutto ciò.
     Avrei voluto chiedere direttamente ad Arturo riguardo a come stavano le cose, ma sapevo che da anni mi aveva bannato dal suo account di Facebook. Dopo vari mesi, per caso vidi che potevo leggere nuovamente le sue notizie; egli aveva cancellato il suo vecchio account e ne aveva aperto ben due nuovi. Dopo vari tentennamenti, mi decisi di scrivergli. Un giorno trovai la sua risposta e iniziò una lunga conversazione, se così si può dire: io scrivevo per cercare di capire, e lui mi rispondeva in modo lapidario, sarcastico e provocatorio.
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2.  TENTANDO DI COMUNICARE CON «ARTURO»: [→ Sul sito]
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3.  ASPETTI CONCLUSIVI: Una persona accusata ingiustamente, reagisce in modo molto diverso da come ha fatto Arturo. In genere risponde in modo addolorato o arrabbiato, nega con veemenza che tale cosa sia mai successa e vuole sapere i nomi di chi lo accusa ingiustamente. Qui non è successo nulla del genere. Come potrebbe spiegare ogni psicologo, il tipo di reazione dietro a una «maschera» di rifiuto di aiuto e sarcasmo conferma che le cadute nella fornicazione e nell’adulterio ci siano realmente state.
     Non commenterò oltre tutto ciò. Rimetto tutto al giudizio dei lettori. Ecco, qui di seguito, alcune domande, che vi pongo.
     1. Che cosa avreste fatto voi, venendo a sapere di questa cosa?
     2. Ho aspettato mesi, intanto ho visto l’annuncio di concerti e seminari, in cui Arturo sarebbe stato coinvolto in prima persona. Ho fatto bene ad aspettare tanto tempo?
     3. Ho fatto bene a scrivere direttamente a Arturo e a continuare a farlo, dopo che mi rispondeva con sarcasmo? Che cosa avreste aggiunto od omesso voi?
     4. Avreste voi continuato a vivere con un peso del genere, dopo che non avete visto in Arturo il ben che minimo segno di ravvedimento, ma anzi solo sarcasmo, mentre lui progetta i prossimi concerti e conferenze? Avrei dovuto tacere del tutto, rendendomi così un omertoso complice del suo fare dinanzi al Signore, a cui dovremo rendere conto?
     5. Che cosa aggiungereste voi a tutto ciò? Qual è la vostra analisi della questione alla luce della Parola di Dio?
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[→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Predic_immor2_Avv.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso. ► Per ricevere e-mail di notifica sulle novità, ISCRIVITI ALLA MAILING LIST: https://groups.google.com/forum/#!forum/fede-controcorrente/join
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ATTENZIONE! Quest’articolo presenta un tema delicato e ha un carattere specialistico, perciò non è per tutti. Per favore, non intervenire se, dopo aver LETTO L’INTERO ARTICOLO SUL SITO (clicca sul collegamento ipertestuale alla fine), ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!

mercoledì 26 ottobre 2016

È questa un’allegoria verace della chiesa?



È QUESTA UN’ALLEGORIA VERACE DELLA CHIESA?
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1.  ENTRIAMO IN TEMA: Questa è una recensione critica del filmato «Dispersi in mare» (Lost at sea; https://youtu.be/D2DRdb4cHbg) di Reinhard Bonnke, che alcuni credenti hanno doppiato in italiano (edizione italiana a cura de «Il vero senso della vita»).
     Michele Cesare, che lo ha pubblicato, introduce il filmato così: «La chiesa è paragonabile ad una scialuppa di salvataggio o ad una nave da crociera? Un cortometraggio di Reinhard Bonnke che mette enfasi sul vero scopo della chiesa di Cristo» (formattazione redazionale).
     Dato che ho visto in giro in Internet tanti plausi automatici degli «amenologi» (gli «amen» messi in calce a tale filmato nei social network), ma poca riflessione e poco ragionamento sulla base della Scrittura, l’intenzione di questa recensione critica è quello di dare occasione di discutere tale filmato e di riflettere a nuovo sul vero scopo della chiesa di Cristo.
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2.  IL PRIMO IMPATTO: Questo filmato è, senz’altro, ben fatto; e certamente evangelizzare è importante. Tuttavia, in esso vedo due visioni estremiste e riduttive, che non condivido. L’una polarizza la chiesa alla sola evangelizzazione, l’altra alle sole riunioni di chiesa. Coloro, che non evangelizzano (non vanno a salvare i dispersi in mare), vengono qui presentati in modo caricaturale come una lobby religiosa snob, gretta d’animo e ipocrita, che è per di più in ferie e ha come solo scopo quello di proteggere se stessa e i suoi riti. Si vede che l’evangelista Reinhard Bonnke aveva in mente le chiese protestanti del suo paese, specialmente quelle sulla via del declino. L’assemblea di Cristo è molto di più e non si può ridurre a queste due visioni contrastanti e rappresentate qui in modo un po’ semplicistico e stereotipato.
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3.  APPROFONDIAMO IL TEMA: Le funzioni ministeriali del NT non si riducono alla sola attività dell’araldo di buone notizie (evangelista), ma comprendono pure quella del pioniere (missionario fondatore di chiese, gr. apóstolos), del proclamatore che edifica spontaneamente (gr. profḗtēs), e del curatore d’anime (pastore, gr. poimḗn) e insegnante (gr. didáskalos). In Efesini 4,11 l’evangelista sta al terzo posto.
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4.  ASPETTI CONCLUSIVI: [...] È una caricatura accattivante, ma che presenta una falsa immagine della chiesa: una sparuta minoranza di fedeli evangelisti dinanzi a una massa insensibile di cristiani, che stanno perennemente in ferie, si concentrano sull’abituale ritualità e non si curano delle sorti dei loro simili. [...]
     Nel grande mandato il fine presentato dal Signore ai suoi apostoli, non era solo evangelizzare le nazioni, ma specialmente renderli discepoli di Gesù Messia, insegnando loro a osservare tutto ciò, che il Messia aveva comandato (Mt 28,18ss). Ciò mostra che sono necessarie tutte le funzioni ministeriali. Infatti, anche i discepoli devono diventare credenti maturi e utili per gli altri. Paolo insegnava al suo collaboratore Timoteo quanto segue: «Le cose, che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, i quali siano capaci d’insegnarle anche ad altri» (2 Tm 2,2).
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L’ARTICOLO COMPLETO SI TROVA SUL SITO
     [→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Allegor_chies_UnV.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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martedì 11 ottobre 2016

Predicatori nell’immoralità 1: Dialogo con una lettrice



PREDICATORI NELL’IMMORALITÀ 1
Dialogo con una lettrice
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1.  ALCUNE PREMESSE: Diversi mesi fa, un credente mi scrisse, chiedendomi consiglio su che cosa fare riguardo a una persona conosciuta che, secondo quanto da lui appurato, è caduta nell’adulterio, ha abbandonato la sua famiglia, si è trasferito altrove e continua a predicare, a suonare, a fare conferenze e a presenziare culti di chiesa, per così dire, come se nulla fosse. Alla fine mi rivelò il nome di tale persona. Rimasi sorpreso. Qui di seguito noi chiameremo tale persona «Arturo», per non rivelarne la vera identità; infatti, vogliamo parlare del problema, abbastanza ricorrente fra «leader di successo», e non tanto della persona specifica. Perciò, essendo un fatto che ha toccato più di un «predicatore di successo» negli ultimi anni, invito i lettori, che interverranno, a non fare nomi né congetture. Ogni intervento, che conterrà nomi, sarà cancellato.
     Qui di seguito riporto il dialogo con tale lettrice; in un prossimo articolo riporterò il mio tentativo di dialogare con «Arturo».
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2.  IL DIALOGO CON UNA LETTRICE: Il seguente dialogo è avvenuto con una lettrice, che mi ha scritto. La chiameremo Linda Tedeschi. Ho eliminato tutti i riferimenti riguardo a persone specifiche e a luoghi. [→ Sul sito]
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[→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Predic_immor1_S&A.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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lunedì 19 settembre 2016

Sul pulpito con la testa nel pallone

SUL PULPITO CON LA TESTA NEL PALLONE
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1.  ENTRIAMO IN TEMA: Io personalmente non sono stato infettato dal bacillo del «tifo». [...] [→ Sul sito]
     Tuttavia, premetto che non ho nulla contro le attività sportive, neppure contro la passione calcistica. Non giudico chi è appassionato di calcio. Qui voglio parlare d’altro.
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2.  IL PALLONE IN TESTA AI PREDICATORI: [→ Sul sito]
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3.  PULPITO E TRIBUNA: Mi fa un certo effetto vedere, in Internet, immagini di conduttori, predicatori e collaboratori, che li ritraggono al pulpito in atteggiamento predicatorio. Poi, scorrendo le bacheche dei social network di alcuni di loro, vedo che a scritti altamente spirituali seguono altri sul calcio. In questi ultimi non solo si atteggiano a esperti della «nostra squadra», ma il loro linguaggio si trasforma, usando parole denigratorie contro chi non la pensa come loro.
     Ecco un esempio, che ho visto ultimamente, ma ne potrei fare altri. Si noti il linguaggio e come l’autore voglia apparire come un esperto delle cose riguardanti la sua «squadra del cuore». Lascio apposta tale credente nell’anonimato, dandogli uno pseudonimo; infatti, egli non è l’unico a pensare, a scrivere e a esprimersi così. Lascio tutto così, come l’ha scritto l’autore, evidenziando solo alcuni termini chiave. Alla fine di ogni paragrafo segue un mio commento.
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     ■ Auguro ai tifosetti del Napoli che Dela se ne va, manda tutti a quel paese e che il Napoli ritorni ad essere una squadra mediocre da 8° posto in poi, che rischia ogni anno la serie B, che non abbiamo i conti a posto, che falliamo di nuovo e che vediamo col binocolo i campi esteri, quello vi auguro... Dela può anche commettere degli errori ma è il 2° presidente più vincente della povera storia del Napoli. Secondo i bookmakers dopo Juve, Roma ed INter siamo la 3° squadra (a pari punti con il Milan) che può puntare al titolo, quindi “male che va” lottiamo per il 3°/4° posto... PS tutta questa voglia di far guerra fatela per cose serie e no per il GIOCO DEL CALCIO!! {31 agosto 2015} ●► Si noti che per scrivere cose del genere, l’autore ha dovuto investire molto tempo, energie e ingegno, per capire come le cose stanno e per dare un giudizio personale. Si notino i verbi dell’identificazione personale (abbiamo, falliamo, vediamo, siamo), che fa distinguere dai «tifosetti», da cui prende distanza con un «vi auguro». Quindi, il tifo è per lui una delle sue occupazioni principali. Come egli concili tutto ciò col lavoro di chiesa (spesso è ritratto sul palco o presso il pulpito), è difficile dirlo.
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     ■ Siamo ancora da 6/7° posto vero?? Di calcio fortunatamente non capite un mazza... PS forza Napoli. {28 ottobre 2015} ●► Per uno, che vuole edificare gli altri nella sala di culto, l’uso di tale linguaggio scurrile non è appropriato. Infatti, «mazza» è un sinonimo di «pene», il membro maschile.
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     ■ Leggo: “meglio la C che un presidente come te” riferito a DeLaurentiis... beh spero che non tiferai più Napoli così avremo deficienti in meno tra i nostri colori... #loStoConDeLauretiis {1 luglio 2016} ●► Anche qui troviamo un’identificazione personale (nostri), di cui abbiamo già parlato sopra. Inoltre, i «tifosetti», di cui parlava sopra, qui sono definiti «deficienti». Purtroppo, ho constatato che tale persona usa questa terminologia denigratoria anche con altri cristiani, che non condividono le sue idee (ometto i tristi esempi). Che linguaggio userà mai dal palco e dal pulpito della sua chiesa? Preferisco lanciare questo hashtag: #loStoConCristo.
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     ■ Il calcio mi provocava emozioni uniche perché Uomini si battevano per i colori, per una maglia che rappresenta una città... oggi sono disgustato perché se è vero che già ti sei accordato con la Juve caro #Higuain sei la persona più infima ed infame che abbia mai conosciuto. {23 luglio 2016} ●► La locuzione «emozioni uniche» è usata, ad esempio, da un innamorato, da un mistico o da chi fa esperienze con sostanze allucinogene. Si vede che per questa persona la «fede calcistica» è tutto ciò, una specie di infatuazione amorosa, di devozione religiosa e di droga. Non so se trae da tutto ciò l’ispirazione, che poi usa dal palco o dal pulpito. Il caro mercenario calcistico, di cui fino a poco tempo fa, era «l’idolo» della sua squadra, ora è passato ad altra società e viene caratterizzata come persona oltremodo «infima ed infame». Ho già parlato sopra di tale tipo di linguaggio inappropriato per i figli di Dio. Si vede che tale fontana ha due cannelle: una per l’acqua dolce e una per quella amara.
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Come si vede, è un classico esempio di un credente «doppio d’animo», che in sala si comporta in un modo e fuori di essa in un altro. Questo è indice di poca coerenza morale e poca irreprensibilità spirituale. Probabilmente non si rende neppure conto della sua personalità a doppio binario.
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4.  ASPETTI CONCLUSIVI: [→ Sul sito]
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     [→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Pulpito_pallone_Mds.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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