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giovedì 29 marzo 2018

Pasqua di risurrezione?


PASQUA DI RISURREZIONE?

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Ero sorpreso come si parlasse nel telegiornale per bocca del vescovo della chiesa romana di «Pasqua di risurrezione». Mi dissi subito: «Gesù non è per nulla risorto a Pasqua!». Oramai si è creato un luogo comune, che è tenuto artificialmente in piedi dal consenso religioso. In effetti, a Pasqua morì Gesù, ma risuscitò solo tre giorni dopo (cfr. Mt 27,63; Mc 8,31; 9,31; 10,34; Lc 24,46), appunto il primo giorno della settimana (Mc 16,9; allora cominciava sabato dopo il tramonto).

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venerdì 27 novembre 2015

Morte improvvisa



MORTE IMPROVVISA


Tempo fa ho scritto il seguente mio motto per consolare un amico, che mi aveva dato notizia della morte improvvisa di un amico comune. Esso sortì un effetto positivo in lui. Ciò mi ha portato a formulare il seguente tema di discussione.
     Aggiungo una nota teologica. Da alcuni contributi dei lettori, che seguono sotto, mi sono reso conto di quante idee sbagliate ci sono sulla morte, specialmente quella improvvisa. Alcuni l’attribuiscono a Satana, relegando Dio alla funzione dello «zio buono» e quasi dell’impotente spettatore. Alcuni, invece di scoprire chi è il Dio vivente, secondo verità e rivelazione biblica, preferiscono crearsi un dio a propria immagine o a propria immaginazione.

1. Dopo lunga e penosa malattia [→ Continua sul sito]
2. Una morte improvvisa fa sempre impressione [→ Continua sul sito]

3. Che cosa dicono gli esperti?
     Quando qualcuno muore, i suoi parenti e amici sopravvissuti soffriranno che si sia trattato di una morte improvvisa o dopo lunga malattia.
     Kenneth J. Doka afferma al riguardo: «Si dice spesso che la morte improvvisa abbia un impatto pesante sui sopravvissuti e leggero sulla persona deceduta. Lo stesso comune sentire a volte è portato a considerare la morte dopo lunga malattia come meno pesante per chi resta. La verità è più complessa. Ogni morte a modo suo è difficile. Le morti improvvise lasciano nei sopravvissuti un sentimento di sgomento e vulnerabilità, ma la morte dopo una lunga malattia può lasciare in chi resta uno stato di torpore e di estrema prostrazione» [«Guilt and Regret in Prolonged Illness», Journeys (Hospice Foundation of America; Aprile 1997), grassetto redazionale].
     Nel caso che la morte segue una lunga malattia, non di rado subentrano sensi di colpa e rimpianti nei sopravvissuti. Infatti, ritornando sulle cure date e sulle decisioni fatte in merito alle terapie, ci si chiede personalmente se si è fatto il meglio possibile, si rimpiange di non aver fatto di più e molto prima e ci si colpevolizza di non essere stati più pazienti nell’ascolto, nella cura, nell’assistenza, nel tempo dedicato, eccetera. Tutto ciò è tipico del decorso del lutto.
     In tale fase è utile avere qualcuno con cui parlare del decorso delle cose (morte dopo lunga malattia, morte improvvisa), dei propri dubbi, le proprie angosce, dei propri sensi di colpa, e così via, per tornare a gestire nuovamente in modo adeguato i propri sentimenti.

SUL SITO SEGUONO I CONTRIBUTI DEI LETTORI E LE MIE EVENTUALI OSSERVAZIONI
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Morte_improvvisa_EnB.htm] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso. ► Per ricevere e-mail di notifica sulle novità, ISCRIVITI ALLA MAILING LIST: http://groups.google.com/group/fede-controcorrente/subscribe

*** Discuti questo tema qui o sulla mia pagina di "Facebook": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/morte-improvvisa/1068879243143309

lunedì 19 ottobre 2015

Il quasi ateo e l’aldilà



IL QUASI ATEO E L’ALDILÀ

Un lettore mi ha scritto quanto segue: Salve, mi chiamo Massimo. Ho trovato interessanti i vostri argomenti. Si può dire ormai, che sono un ex cattolico sulla via dell’ateismo e che ho ancora le idee molto confuse per quello che riguarda l’escatologia. Avrei delle domande da fare: ▪ 1. Cosa vuol significare la parabola di Lazzaro e del ricco epulone allora? ▪ 2. I passi della Bibbia, che alludono al Purgatorio, non sono molti, ma sufficienti a far credere che ci sia. Cosa ne pensa? ▪ 3. Quale versione della Bibbia bisogna studiare, se non ce n’è una che corrisponda all’altra? ▪ 4. Cosa accadrà a un ateo dopo la morte? In attesa di un vostro riscontro, porgo cordiali saluti. Grazie. {M.S.; 12-10-2015}

AD ASPETTI RILEVANTI DI TALI QUESTIONI RISPONDO COME SEGUE: [...] Riguardo alle domande poste si veda inoltre quanto segue e alcuni articoli di approfondimento già presenti sul mio sito.

     ■ 1. Cosa vuol significare la parabola di Lazzaro e del ricco epulone allora?
     Letterariamente non si tratta di una «parabola», ma di una rivelazione di Gesù Messia. Con tale narrazione Gesù mostrò il destino di due uomini appena dopo la morte: l’uno andò in Paradiso (il luogo di godimento preventivo in attesa della risurrezione a vita); l’altro si ritrovò nell’Ades (il luogo di patimento preventivo in attesa del giudizio finale). Per i dettagli si veda l’articolo «Il ricco, Lazzaro e i generi letterari».

     ■ 2. I passi della Bibbia, che alludono al Purgatorio, non sono molti, ma sufficienti a far credere che ci sia. Cosa ne pensa? [sul sito]
     ■ 3. Quale versione della Bibbia bisogna studiare, se non ce n’è una che corrisponda all’altra? [sul sito]

     ■ 4. Cosa accadrà a un ateo dopo la morte?
     La sacra Scrittura non lascia dubbi in merito. Dio ha un solo metodo di salvezza: «È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio» (Ef 2,8; cfr. Rm 5,2). Per accedere a tale salvezza per i meriti di Cristo soltanto, bisogna aver fatto una decisione di fede, prima di morire; infatti, già subito dopo la morte c’è un giudizio preventivo, che stabilisce la destinazione (Eb 9,27); alla fine dei tempi, ci sarà poi il giudizio finale, per stabilire l’entità della pena degli increduli e dei malvagi (Ap 20,11-15). Questa è la discrimina fra salvezza e perdizione: «Chi crede nel Figlio, ha vita eterna; ma chi rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui» (Gv 3,36). Quindi, ogni ateo è perduto, rimane tale, dopo la morte va nell’Ades (luogo di condanna preventivo; Lc 16,23) e alla fine dei tempi, dopo il giudizio finale, sarà destinato al fuoco eterno (Ap 20,15; 21,8).

[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Ateo_aldila_Esc.htm] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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sabato 1 marzo 2014

Spiritualmente morti



SPIRITUALMENTE MORTI
 

1. I MORTI SECONDO HOLLYWOOD E DINTORNI
     Nei film dell’horror c’è spesso qualcuno, che vede come i morti vanno in giro, vogliono comunicare con lui o tramite lui, vogliono dare messaggi di imminenti catastrofi, chiedono di fare qualcosa a tale inconsapevole «medium» perché si faccia loro giustizia, facendo punire i loro uccisori, o perché possano raggiungere finalmente l’aldilà, eliminando la causa che li trattiene qui. In altri film i morti diventano zombi e rappresentano una minaccia per i viventi; tra di loro comincia una lotta, è il caso di dirlo, fra la vita e la morte. Spesso tali film sono pieni di occultismo, magia, spiritismo, esoterismo e quant’altro.
     Tuttavia, non è di questo tipo di morti cinematografici, che vogliamo parlare.

2. I MORTALI E I MORTI […]

3. I MORTI SPIRITUALI
     Mi ha sempre dato da pensare l’espressione: «Tu hai nome di vivere e sei morto» (Apocalisse 3,1); è come se alcuni vivessero come degli «zombi spirituali» in questo mondo. Tali persone sono chiamate «morti nelle vostre trasgressioni e nei vostri peccati» (Efesini 2,1.5), come coloro che vivono secondo i desideri della carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei pensieri (v. 3). Viene spiegato che «ciò a cui la carne ha l’animo, è morteinimicizia contro Dio» (Romani 8,6s). Chi vive secondo la carne, è destinato alla morte, sia a quella spirituale, sia a quella eterna (Romani 8,13).
     Il seguente verso, sebbene un po’ oscuro, si può applicare anche ai morti spirituali, per i quali può essere una buona notizia: «Infatti, per questo è stato dato l’annuncio anche ai morti, affinché fossero bensì giudicati in conformità agli uomini secondo la carne, ma vivessero in conformità a Dio secondo lo spirito» (1 Pietro 4,6).
     Perché i «morti spirituali» diventino «viventi spirituali», devono essere vivificati dal Signore mediante una rigenerazione spirituale, salvati per grazia mediante la fede (Giovanni 5,21; Efesini 2,1.5) e perdonati a causa dei meriti di Gesù Cristo (Colossessi 2,13s).

4. I VIVENTI IN SPIRITO E CORPO […]

Il resto dello scritto si trova sul sito.
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Dot/A1-Spiritual_morti_Esc.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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domenica 28 aprile 2013

Se la morte arriva un attimo prima

SE LA MORTE ARRIVA UN ATTIMO PRIMA

Quand’ero ragazzo, sentivo gli adulti che occasionalmente minacciavano di fare assolutamente una certa cosa, usando una simile formula di imprecazione: «Quant’è vera la morte [o l’ora della morte], se non fai subito questo, allora…». La morte o l’ora della sua venuta era, quindi, ritenuta assolutamente certa, tanto da poterla prendere come termine di paragone.
     Nella Bibbia ci sono esempi storici, in cui le persone furono avvisate da Dio che stavano, lì per lì, per morire. Classico è il caso di Mosè, l’uomo di Dio, a cui l’Eterno disse: «Tu morrai sul monte sul quale stai per salire, e sarai riunito al tuo popolo, come Aaronne tuo fratello è morto sul monte di Hor ed è stato riunito al suo popolo» (Dt 32,50). C’è anche da menzionare il caso del re Ezechia, a cui fu mandato il profeta Isaia, per dirgli: «Così parla l’Eterno: “Metti ordine alla tua casa; perché tu morirai e non guarirai”» (2 Re 20,1; Is 38,1).
     Ci sono, però, casi in cui gli uomini stanno facendo grandi progetti, quando Dio decide che è arrivata la loro ora, ed essa li coglie improvvisamente, senza che essi si sono ravveduti dalle loro opere malvagie. Classico è qui l’esempio di una similitudine riportata da Gesù. Un ricco proprietario terriero faceva grandi progetti per espandere le sue attività e diceva in cuor suo: «Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi» (Lc 12,18s). Dio, invece, decise diversamente: «Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quel che hai preparato, di chi sarà?”» (v. 20).
     Certo, si può credere di avere una marcia in più, un asso nella manica. Si può pensare di poter vivere a proprio piacimento, per poi ravvedersi in extremis, agli sgoccioli della propria vita. È una folle illusione. […]

 
     Il resto dello scritto segue sul sito
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Morte_prima_Esc.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}