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sabato 24 agosto 2013

Quanto è libera la creazione? Parliamone



QUANTO È LIBERA LA CREAZIONE? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo il confronto «Quanto è libera la creazione?» avuto con Mauro Presutti. Ciò si è reso necessario perché questo amico ha portato, a più riprese, altri argomenti nella discussione.
     Come definire l’atteggiamento ideologico di Mauro Presutti? Penso che voglia coniugare insieme umanesimo e cristianesimo, creazione e croce, naturalismo e spiritualismo, filosofia umanista e dottrina biblica, Aristotele e Cristo, come già hanno fatto altri (p.es. Tommaso d’Aquino). Non so se Mauro Presutti si identificherebbe con la definizione di «umanista cristianizzato» o simile. Forse potrebbe dircelo lui, come intenda se stesso.
     È fuor di dubbio che si tratta di una discussione avvincente. Tuttavia, una cosa è fare esegesi contestuale; altra cosa è servirsi della Bibbia per sostenere una tesi. Questioni distanti vengono messe insieme, col tenue collante di una analogia soggettiva e fragile e del falso sillogismo, che fa apparire le cose congruenti. A noi qui non deve tanto interessare che cosa pensi la logica dell’umanesimo (o del naturalismo) cristianizzato, che finisce col mettere in bocca alla Bibbia cose, che essa non afferma; ma a noi deve interessare se e come sono poste tali questioni nella sacra Scrittura, operando una chiara esegesi contestuale.

     Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Creazione_libera_Esc.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.


giovedì 22 agosto 2013

Quanto è libera la creazione?



QUANTO È LIBERA LA CREAZIONE?

1.  LE TESI: Un amico, che conosco di persona, ha messo il seguente scritto in rete in un gruppo, che gestisco.
     Scrive Paolo nella Lettera ai Romani: «La creazione è stata sottomessa alla caducità». Una frase illuminante, immensa nel suo significato più profondo.
     La natura, di cui l’Uomo fa parte, è sottoposta alla caducità. La caducità della creazione spezza la relazione diretta tra Dio e la natura. La creazione geme e soffre.
     Così come l’uomo subisce la necessità di una natura libera, così Dio subisce la necessità della morte del Figlio. La morte del Figlio spiega la frattura tra Dio e la natura. Una natura libera, che può anche sbagliare. Tra Dio e la natura si è intromessa la libertà. La natura non è cieca o cinica o cattiva o buona: è libera.
     Dio l’ha creata libera, deliberatamente sottratta al suo controllo. Tutto ciò mi pare una buona traccia per comprendere tante malvagità umane, tanti disastri, incidenti, sciagure. {Mauro Presutti; 21-08-2013; grassetto redazionale}


2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: Ci sono spunti interessanti in tale scritto. Altri sono discutibili. Evidenzio soltanto alcuni aspetti, lasciando ad altri lettori di intervenire sul resto.

     1. Faccio notare che tale brano non parla di «natura» (gr. fýsis), ma di «creazione» (gr. ktísis). (Per fýsis «natura» cfr. Rm 1,26; 2,14.27; 11,24; Paolo non usò in Romani mai tale termine per la «creazione». Per ktísis «creazione» cfr. Rm 1,20; 8,19-22; cfr. pure Col 1,23; Eb 9,11; 2 Pt 3,4; Ap 3,14).

     2. Quanto alla «natura», che Dio avrebbe «creata libera, deliberatamente sottratta al suo controllo», ciò non risulta da tale testo di Romani 8,19-22. Anzi viene detto proprio il contrario: «la creazione è stata sottoposta alla nullità», e cioè da Dio (v. 20), e alla «servitù della corruzione» (v. 21). Quindi, la creazione non è libera, ma brama la liberazione (vv. 19.21). Se fosse libera, perché anelerebbe a essere liberata?
     Biblicamente parlando, l’unica cosa, che si è intromessa fra Creatore e creatura, è la ribellione della creatura e i conseguenti cattivi frutti del peccato (trasgressione, iniquità, malvagità, prevaricazione, abuso, perversione, ecc.). «Siccome per mezzo d’un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato v’è entrata la morte, e in questo modo la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato» (Rm 5,12). Il risultato è che Dio ha abbandonato a se stessi, non la natura, ma gli uomini ribelli, e cioè: «alle voglie dei loro cuori in impurità» (Rm 1,24), «a passioni infami» (v. 26), «a una mente perversa» (v. 28; cfr. anche Ef 2,1s; 4,19; Gd 1,7s).

     3. Romani 8,20 recita letteralmente: «La creazione è stata sottoposta alla nullità». Ossia essa non può raggiungere mai una meta, ma è soggetta al ciclo delle cose (p.es. stagioni, rotazione e rivoluzione della terra). Oltre a ciò è soggetta alla «servitù della corruzione» (v. 21); la creazione invecchia (entropia). Infine, «la creazione geme insieme ed è in travaglio» (v. 22), ossia il peccato dell’uomo ha compromesso anche la creazione.

     4. La buona notizia è la seguente: «La creazione con brama intensa aspetta la manifestazione dei figli di Dio» (v. 19). Perché? […]

Il resto dello scritto segue sul sito
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Creazione_libera_Ori.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.

giovedì 8 agosto 2013

Butindaro, la massoneria e il fango! Parliamone


BUTINDARO, LA MASSONERIA E IL FANGO! PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Butindaro, la massoneria e il fango».
     Chi è Giacinto Butindaro? È un «senza chiesa», fuoriuscito da una chiesa pentecostale (ora si accanisce contro molte di esse e specialmente contro le A.D.I.), e che ha trovato la sua «vocazione» di censore e fustigatore universale delle chiese. È un uomo senza arte né parte; come fa a vivere e sopravvivere, visto che non lavora? E non fa nulla per l’avanzamento dell’Evangelo ad Acilia e dintorni, dove abita, e dove pressoché nessuno lo conosce. È bravo ad aprire la bocca contro tutti coloro, che gli capitano a tiro; ma quante persone ha portato a conversione a Cristo in Acilia, collegandole poi a una chiesa locale, ovunque e comunque essa si raduni? Quante anime ha curato in loco, tanto che ora compongono una sana comunità, dove tutti possono vedere i frutti? La risposta è deprimente! Eppure si permette di sparare a zero contro persone, che spesso sono migliori di lui, che hanno servito il Signore con dedizione e che hanno molti frutti da mostrare mediante il loro ministero. Egli si mette a cercare nella vita altrui, finché trova alcuni «nei» (o pulci), che gli danno fastidio; poi mette tante pulci insieme sul conto del malcapitato, vere o presunte che siano, e le fa apparire agli occhi degli altri come un enorme elefante; in tal modo si crea l’alibi per stigmatizzare la vittima di turno come l’uomo più abietto del mondo.
     Una delle persone, contro cui si accanisce con intenzionalità e violenza questo «santone» massimalista, sono proprio io. Mi ha messo colpevolmente alla berlina sul suo sito, dicendo contro di me le cose più pesanti e astruse e attribuendomi ogni specie di male. In un suo articolo ha incomprensibilmente associato il mio nome addirittura alla massoneria, suggerendo falsamente che io e altri apparterremmo a tale lobby. Ribadisco che la libertà religiosa, di cui parliamo noi, è sancita dalla Costituzione e non ha nulla a che vedere con la massoneria.
     Non ho mai difeso, per militanza ideologica, la libertà religiosa di massoni, buddisti, mussulmani e di altri. Non ce ne mai stato motivo per farlo né intenzionalità. Ciò non rientra nel mandato ricevuto da Cristo Gesù, né Egli mi ha mai dato uno specifico incarico a difendere la libertà religiosa altrui. Il Signore mi ha incaricato, mediante la conferma di fratelli, a predicare l’Evangelo, a insegnare la sana dottrina, e così via.
     Sul piano morale, le false attribuzioni, che fa Giacinto Butindaro, sono schizzi di fango sulla rispettabilità altrui; si tratta, quindi, di colpevole calunnia a danno del suo prossimo. La Parola di Dio proibisce di calunniare il prossimo sulla base di false motivazioni, e la diffamazione gratuita rende colpevoli dinanzi a Dio. «Non andrai qua e là facendo il diffamatore fra il tuo popolo, né ti presenterai ad attestare il falso a danno della vita del tuo prossimo. Io sono l’Eterno» (Lv 19,16).
     Giacinto Butindaro senza Internet sarebbe un illustre sconosciuto. Se non ci fosse la libertà di opinione e di religione, sancita dalla Costituzione, non potrebbe pubblicare un solo rigo delle sue cose spesso farneticanti. Egli diffama persone, che sono geograficamente abbastanza distanti da lui; ma avrebbe il coraggio di dire loro le stesse cose in faccia, di persona? Egli ha la fortuna che la maggior parte dei cristiani è mite; ma che farà, quando alcuni di loro perderanno seriamente la pazienza con lui? A quelli, che si accorderanno per andarlo a cercare di persona ad Acilia, per metterlo dinanzi alle sue responsabilità, avrà allora il coraggio di dire loro le stesse cose in faccia? Vedremo...
     Il dossier, che ho raccolto finora su Giacinto Butindaro, contiene tante testimonianze dirette di persone, che hanno conosciuto la sua famiglia e lui stesso fin dalla sua infanzia, ed esse gettano molte ombre su di lui. Esse, partendo dalla sua tribolata biografia, cercano di spiegare anche perché egli si diventato quello, che è ora. Per ora, proseguirò ad accrescerlo con le testimonianze dirette, che mi arriveranno da altri lettori. Il futuro, poi, lo sa solo il Signore...
     Mi fermo qui, per dare la parola ai lettori. Mi riservo di ritornare presto sul tema della libertà religiosa e su Giacinto Butindaro.

     Sul sito possono seguire i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Butindaro_masson_MeG.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» (http://www.puntoacroce.altervista.org) e su altri associati ad esso.




sabato 3 agosto 2013

Butindaro, la massoneria e il fango



BUTINDARO, LA MASSONERIA E IL FANGO

1. E ORA SAREI ANCHE UN MASSONE!?
     Voglio parlarvi di un oscuro personaggio di Acilia, un certo Giacinto Butindaro, un «senza chiesa», senza arte e né parte, che ha trovato la sua vocazione a gettare discredito su tutto e tutti, stravolgendo il pensiero altrui e gettando sul suo prossimo solo fango e maldicenza.
     A tutte le colpe, che ha accumulato sul suo capo, gettando con protervia infamia su chi «è più giusto di lui» (cfr. Ab 1,13), ha aggiunto anche quella di associare il mio nome alla massoneria! Qui mostra tutta la sua mania e follia. Pur di discreditare il suo prossimo, s’inventa ciò, che non esiste, e fa carte false.
     Alla fine di un suo scritto, dopo aver citato uno scritto di Edoardo Piacentini e uno mio, afferma: «Questo conferma che il pensiero massonico ormai è presente un po’ fra tutti gli Evangelici, sia essi antipentecostali come Nicola Martella, che pentecostali come Edoardo Piacentini. Parlo di pensiero massonico perché questa lotta per la libertà religiosa è una parte fondamentale della filosofia massonica e che la Massoneria diffonde tramite tutti quegli Evangelici che sono massoni…» (fonte; grassetto redazionale). Poi parla della diffusione di questi ultimi di «eresie di perdizione» e sarebbero «colpevoli di partecipare ad una opera infruttuosa delle tenebre che però è ben accetta alla Massoneria».
     Meraviglia sentire cose del genere legate al mio nome e vedermi associato a persone come il senatore valdese Lucio Malan, Alessandro Iovino delle A.D.I. e altri, che non ho mai incontrati e con cui non ho mai avuto nulla a che fare. Poi continua a parlare di «questo spirito massonico presente in ambito evangelico». Si legga il resto del delirio, che porta il titolo «Nicola Martella ed Edoardo Piacentini uniti nella lotta a favore della libertà religiosa per tutti».

2. CHE COSA PENSO DELLA MASSONERIA?
     ■ Faccio notare che descrivo e denuncio le fonti occulte della massoneria alla luce della Scrittura nella mia opera La lieve danza delle tenebre; si vedano qui gli articoli «Misteri, gnosi e massoneria», pp. 203-214; «Esoterismo, satanismo e Bibbia», pp. 367-372; «Misteri, gnosi, immortalità e Bibbia», pp. 373-388.

     ■ Parlo dell’esoterismo di varia specie, quindi anche legato alla massoneria, anche nella mia seguente opera: Dizionario delle medicine alternative, Malattia e guarigione 2; cfr. qui p. 295 (Massoneria) e gli articoli ivi menzionati.

     ■ Si vedano inoltre sul mio sito nella rubrica «Massoneria» i seguenti articoli:
Massoneria e cristianesimo? Parliamone {Nicola Martella} (T)
Massoneria e protestanti? {Nicola Martella} (T)

Questo è l’inizio dell’articolo. Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 3. La libertà religiosa è cosa da massoneria?; 4. L’accanimento del denigratore; 5. Aspetti conclusivi.
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Butindaro_masson_Oc.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}



ATTENZIONE! Questo articolo ha un carattere specialistico e non è per tutti. Per favore, non intervenire se, dopo aver letto l’intero articolo sul sito, ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!

venerdì 20 luglio 2012

Libertà religiosa e pluralismo dell’informazione? Parliamone



LIBERTÀ RELIGIOSA E PLURALISMO DELL’INFORMAZIONE? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Libertà religiosa e pluralismo dell’informazione». Le reazioni a questo scritto sono variegate. Il tutto ruota intorno al fatto se i cristiani biblici possano anche avere una coscienza civile in uno Stato democratico e chiedere che ciò, che la Costituzione proclama in tema di diritti civili e religiosi, venga anche attuato nella pratica senza discriminazioni. Dal tempo del fascismo in poi, quando il cattolicesimo romano fu dichiarato religione di Stato e tutti gli altri culti furono relegati allo stato di «culti ammessi», l’evangelismo italiano non si è ancora scrollato di dosso una certa sindrome di «resto fedele durante la gran tribolazione» (tanto più che esso crede in genere che sarà il residuo d’Israele a passare per tale «giorno del Signore»!). Come vedremo, reclamare diritti costituzionali è per alcuni già un sintomo inquietante di compromesso col «mondo», di ecumenismo, di sincretismo o di apostasia; oppure paventano che si possa diventare come la chiesa romana.
     Essi non pensano lontanamente che vedere realizzati i propri diritti civili e religiosi, significa una grande chance per le chiese locali e per la testimonianza, senza subire discriminazioni e angherie burocratiche. Eppure magari le stesse persone fanno vertenze sindacali, quando sono scavalcati i propri diritti sul posto di lavoro; oppure fanno esposti alle competenti autorità, quando altri, perché raccomandati, vengono preferiti a loro, che hanno il punteggio migliore. La lista potrebbe continuare.
     Ci chiediamo se gli apostoli abbiano mai fatto uso dei loro diritti civili, per preservare la loro incolumità e a causa dell’opera del Signore.
     Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Liberta_pluralismo_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}



mercoledì 18 luglio 2012

Libertà religiosa e pluralismo dell’informazione


LIBERTÀ RELIGIOSA E PLURALISMO DELL’INFORMAZIONE

Una lettrice mi ha scritto quanto segue: Caro fratello Nicola, avrei una domanda da farti. Mi sto chiedendo se partecipare o meno alla «Marcia per la libertà religiosa e il pluralismo dell’informazione», promossa dalla Alleanza Evangelica.
     Probabilmente non potrò andarci per altri motivi, ma vorrei farmi un’idea sulla questione e vorrei sapere cosa tu ne pensi. Io non saprei....
     Grazie mille, Dio ti benedica. {D. D., ps.}

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue:

1. LA MIA RISPOSTA: Non sono un uomo fatto per le marce; nella mia vita ne ho fatto solo una di «marcia per Gesù» e per me, che preferisco fare lo studioso, mi basta. Per altro a tale data sarò fuori per il ministero. Non che sia inutile farle, ma ognuno ha la sua vocazione; io personalmente ho molto da fare in altri settori e non mi tiro certo indietro nel fare la mia parte.
     Devo però ammettere che in qualunque modo legittimo prendiamo posizione a favore della libertà religiosa e per il pluralismo dell’informazione, ciò è una cosa buona. Non viviamo fuori della società e non possiamo disinteressarci dei fenomeni che la coinvolgono. I cristiani biblici devono sostenere con le forze più sane della società e opporsi a male in essa.
     Se pensiamo che tanto le restrizioni della libertà riguardano gli altri, siamo irrealistici, poiché dopo potrebbe arrivare una dittatura e con essa, quindi, anche il nostro turno. Così fu in Germania al tempo, in cui i nazionalsocialisti crearono un consenso perverso contro i Giudei, dando loro la colpa per tutti i mali del paese. Poi le leggi razziali vennero anche in Italia. Anche altri gruppi vennero discriminati o addirittura proibiti.
     I possibili dittatori di domani sono abili oggi a discreditare singoli gruppi nella società, proiettando in loro il male assoluto, per poi accreditare se stessi come gli «uomini della provvidenza» o «salvatori della patria». Una delle manovre, che portano avanti, è proprio limitare la libertà di tali gruppi e richiedere il controllo dell’informazione mediante leggi speciali. Screditare la magistratura e i giornalisti, per poi limitarne la libertà e prenderne possibilmente il controllo, non è avvenuto soltanto nel nazismo e nel fascismo, ma è presente nel manifesto programmatico del massone Lucio Gelli, gran maestro della «P2» (Propaganda Due), che alcuni suoi seguaci vorrebbero veder realizzato in Italia e che stanno lavorando in tal senso.
     Tenere alta la guardia anche come credenti, è sensato. Di là dai propri gusti (e tempo a disposizione), ossia se marciare o meno, difendere oggi i valori di libertà e di pluralismo per tutti, significa impedire che un giorno essi vengano negati a ognuno di noi. Nel mondo c’è gente che viene condannata e imprigionata (se non peggio) soltanto per aver espresso la propria opinione. Certo io preferisco più scrivere che marciare, ma le due cose non sono in contrasto fra loro.
     Sul sito seguono inoltre i seguenti punti: 2. Stralci del documento dell’AEI; 3. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Liberta_pluralismo_UnV.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}