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lunedì 29 gennaio 2018

Parenti credenti ma fornicatori, che fare?


PARENTI CREDENTI MA FORNICATORI, CHE FARE?
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SUNTO: Due giovani, figli di credenti, si convertono e si battezzano. In seguito, la ragazza si mette insieme a un giovane di un’altra chiesa e rimane incinta. I genitori la costringono al matrimonio, ma questo risulta poi un fallimento. Ora lei convive con un altro uomo, un non-credente. Il fratello non condivide questa scelta e si tiene a una certa distanza dalla sorella. I genitori sono passati col tempo da un atteggiamento di disapprovazione a uno di progressiva tolleranza, tanto che trattano il compagno della figlia con la stessa stima che si manifesta a uno di famiglia. Mi è stato richiesto di analizzare il caso e di dare le mie valutazioni.
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Fonte: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Cred_fornic_S&A.htm  (Prima d’intervenire, leggi l’intero articolo!). 
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martedì 14 marzo 2017

Fa’ il nonno cristiano!

FA’ IL NONNO CRISTIANO!
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Mi trovavo a casa di mia figlia, con cui era più di mezz’anno che non ci vedevamo di persona. Quella mattina stavo pregando nella stanza, in cui dormivo. A un certo punto entrò il mio nipotino Elia (3 anni). Gli dissi: «Sto pregando. Vuoi pregare con me?». Come mi aspettavo, chiuse la porta e sparì. Dopo un po’ rientrò di nuovo, e gli dissi più o meno la stessa cosa. Per mia meraviglia venne verso di me e annuì. Ci sedemmo sul letto e, prima ancora che potessi dire alcunché, partì in quarta con la sua preghiera. Feci come lui e pregai anch’io per lui e la sua famiglia. Gli diedi un bacio sulla testa. Poi, corse via, chiuse la porta e sparì. Io ripresi la mia preghiera personale.
     Ho dovuto riflettere con quanta naturalezza un bambino accetti di pregare col nonno e poi lo faccia, visto che in famiglia pregano normalmente insieme, almeno prima dei pasti e prima di dormire la sera.
     Poi, la sera Benedetta (8 anni), con Elia al seguito, mi venne a chiedere, se potevo leggere loro la storia illustrata per bambini sul cieco Bartimeo di Gerico. Visto che quella storia era stata letta loro innumerevoli volte, devono essere rimasti felicemente sorpresi nel vedere come il nonno fosse capace di illustrarla in tutta la sua drammaticità, coinvolgendoli personalmente! «Pensa se tu portassi una benda sugli occhi e volessi andare in bicicletta!». «Non si può, perché cadrei e mi farei male», ripose all’incirca Elia. «Avresti avuto tu il coraggio, di gridare così forte a Gesù, mentre la gente ti diceva di stare zitto?». E così via. Alla fine apparivano molto soddisfatti.
     Questi sono doni, che accadono in una famiglia cristiana normale, che vive la fede biblica giorno per giorno.
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SUL SITO SEGUONO L’INTERO SCRITTO, GLI EVENTUALI CONTRIBUTI DEI LETTORI E LE MIE OSSERVAZIONI
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[CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Nonno_Mds.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso. ► Per ricevere e-mail di notifica sulle novità, ISCRIVITI ALLA MAILING LIST: http://groups.google.com/group/fede-controcorrente/subscribe
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lunedì 3 ottobre 2016

Il rischio di una famiglia con partiti



IL RISCHIO DI UNA FAMIGLIA CON PARTITI
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1.  TRISTE STORIA FAMILIARE NELLA BIBBIA: Isacco, figlio di Abramo, aveva sposato sua cugina Rebecca (Gn 24,67). Si amavano e misero al mondo due figli: Giacobbe ed Esaù (Gn 25,25s). Giacobbe aveva più un’indole riflessiva e domestica e passava molto tempo con la madre, che era dalla sua parte (Gn 25,27b.28b). Esaù era più il tipo d’azione, con la passione della caccia, ed era tutto l’orgoglio del padre (Gn 25,27a.28a). In tal modo, la polarizzazione familiare, i dissidi parentali e la catastrofe erano pressoché programmati.
     Giacobbe era scaltro di mente e calcolatore. Esaù preferiva le cose pratiche ed era, quindi, più superficiale. Rebecca aveva molte simpatie per Giacobbe; Isacco era orgoglioso di Esaù. Sebbene Esaù avesse fatto poca stima della primogenitura (Gn 25,29-34) e aveva amareggiato l’animo dei suoi genitori, sposando delle donne cananee (Gn 26,34; 36,2s; cfr. 28,9 ismaelita), il padre era intenzionato a dare a lui la benedizione più importante (Gn 27,1-4). La madre volle impedirlo e, mentre Esaù era a caccia, mise a Giacobbe nella mente un piano per imbrogliare Isacco e ottenere per sé tale benedizione principale (Gn 27,5-13). Così avvenne (Gn 27,27ss). Quando arrivò Esaù, dovette accontentarsi della benedizione minore (Gn 27,34-40).
     Sentendosi defraudato per la seconda volta da Giacobbe, Esaù era pieno di marezza e odio per il fratello ed escogitò un piano per ucciderlo (Gn 27,41). Per salvare Giacobbe, Rebecca convinse Isacco a mandarlo dai loro parenti, distanti centinaia di chilometri (Gn 27,42-46; 28,1-5).
     Essi erano genitori divisi quanto ai figli, che trasformarono le loro simpatie per uno di loro in morbosità; anche non volendo, di fatto crearono delle profonde trincee di antipatia, concorrenza e odio tra i due fratelli. La famiglia si smembrò. Giacobbe fuggì, ed Esaù divenne sempre più simile ai cananei.
     Giacobbe rimase lontano da casa per almeno due decenni (Gn 31,41). E presso suo zio visse umiliazioni di tutti i colori (Gn 29,25ss; 31,6ss). Quando tornò in patria, aveva molta paura della rappresaglia del fratello contro a sé e alla sua famiglia (Gn 32,11). Fu certamente solo l’intervento di Dio a non permettere un’amara resa dei conti. Il loro incontro fu commovente e diverso da come se l’era aspettato Giacobbe (Gn 33,4). Già prima di tale incontro Esaù s’era trasferito a Seir, quindi lontano da Canaan (v. 16; 32,3; 36,8), mentre Giacobbe rimase in Canaan (Gn 33,18). Le loro vie e vite rimasero così comunque separate. Per quanto sappiamo, si rividero solo al funerale del loro padre Isacco (Gn 35,29).
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2.  LA STORIA SI RIPETE ANCHE OGGIGIORNO: [→ Sul sito]
3.  LA ZAPPA SUI PIEDI: [→ Sul sito]
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4.  ASPETTI CONCLUSIVI: Oltre a quanto già detto, un genitore saggio dovrebbe trattare i figli con amore, imparzialità e giustizia. Sebbene ciò debba avvenire a fondo perduto, ossia per il bene dell’intera famiglia, esiste anche un tornaconto personale o ritorno di fiamma. Come tratti oggi i tuoi figli, è probabile che essi tratteranno te così in vecchiaia, nel bene e nel male. I rancori prodotti nei figli da genitori stolti scendono profondante nelle viscere e non sono facilmente cancellabili; essi diventano un’ipoteca per il futuro a breve, media e lunga distanza. Il modo ingiusto, con cui vengono trattati i figli, diventa un seme velenoso, che produrrà frutti deleteri e ciò sarà la base di tragedie, dissidi e sconquassi. A farne le spese saranno anche tali genitori dissennati, che innalzano un figlio a discapito degli altri e aizzano un figlio contro l’altro. Ciò che seminano, mieteranno pure.
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[→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Fam_part_GeR.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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sabato 2 luglio 2016

I panni sporchi e Internet



I PANNI SPORCHI E INTERNET
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1. L’antica sapienza popolare affermava: «I panni sporchi si lavano in casa»; una variante ha «in famiglia». Tale metafora illustrativa intendeva affermare che ci sono faccende delicate, che non bisogna divulgare fuori delle mura domestiche, ma che bisogna risolverle nella stretta cerchia delle persone interessate. Chi è esterno a certe situazioni, non è in grado di comprenderle pienamente, ma rischia di travisare i fatti e a diffonderli ulteriormente, e cioè in modo sbagliato.
     Tale proverbio non vale soltanto per la casa o al famiglia materiale, ma anche per quella spirituale, ossia l’assemblea locale. Infatti, «l’assemblea del Dio vivente» viene chiamata nella Bibbia la «casa di Dio» (1 Tm 3,15; cfr. 1 Pt 4,17). E i credenti sono chiamati «membri della famiglia di Dio» (Ef 2,19).
     In situazioni, in cui sono stati coinvolte persone esterne, ho notato che esse non sempre hanno approfondito sufficientemente i fatti, per essere in grado di giudicarli correttamente. Alla fine, generalizzando tutto, hanno dichiarato che ognuno è colpevole a modo suo. In tal modo, le vittime sono state punite due volte e i prepotenti si sono sentiti, a loro modo, assolti.
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2. Vedo vari credenti, che si mostrano abbastanza stolti, per il fatto che «mettono a stendere in Internet» faccende, che riguardano casa loro o le loro assemblee. Alcuni, invece di discutere i fatti coniugali o familiari in casa, mettono le loro faccende private in Internet, senza neppure sentire vergogna; così tutti le vengono a sapere e magari s’intromettono. Similmente, anche credenti della stessa assemblea, invece di trovare una soluzione insieme e con persone sagge della stessa comunità, espongono al vento di Internet le loro controversie e i loro fatti sgradevoli.
     Similmente avviene o lettere mandate a un certo numero di chiese, che si conosce o con cui si è affiliati, oppure mediante posta elettronica a un gran numero di indirizzi, per denunciare specifiche persone, particolari fatti accaduti nella propria assemblea o controversie, che si hanno con altri credenti. [...]
     IL RESTO DELLO SCRITTO SEGUE SUL SITO
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sabato 2 gennaio 2016

Famiglia smembrata da zelanti burocrati



FAMIGLIA SMEMBRATA DA ZELANTI BUROCRATI
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MOTTO: «Ferma il male con una firma che vale!» (Nicola Martella)
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▬► DAL TESTO: FATE TORNARE I 5 BAMBINI NELLA FAMIGLIA BODNARIU
     Tutto è cominciato con un canto religioso, che una bambina canticchiava per sé in una scuola della Norvegia. Non si comprende perché, ma la sua maestra segnalò la cosa alla «Barnevernet», l’autorità per la protezione dei minori con l’accusa di «cristianesimo radicale». In un secondo momento, la maestra vista la situazione, si è spaventata e ha cercato di non far vedere i bambini. Bernevernet è intervenuta e ha tolto, per motivi religiosi, i 5 bambini dalla famiglia, di cui uno di tre mesi, strappato dal seno dalla madre. I genitori sono stati arrestati e portati alla sede della polizia locale, dove sono stati indagati e poi rilasciati.
     Marius Bodnariu è di nazionalità rumena, è uno specialista nel settore delle comunicazioni tecnologiche (IT) e lavora come ingegnere presso il comune di Redal Naustdal in Norvegia. Ruth Bodnariu di nazionalità norvegese e lavora in un ospedale pediatrico di Forde come infermiera specializzata in pediatria, avendo fatto studi e avendo tanta esperienza in tale campo.
     Sebbene tutto fosse iniziato con un motivo religioso, si è passati a una seconda fase, durante la quale psicologi e psichiatri norvegesi, usando vari metodi diagnostici, hanno indagato riguardo a possibili indizi di violenza fisica sui bambini. Sono arrivati pure all’assurda supposizione, che fosse stata fatta violenza sul bimbo di 3 mesi; e il neonato è stato esaminato con i raggi ultravioletti, per trovare eventuali tracce di violenza fisica. Dopo vari interrogatori senza la presenza di un avvocato e nemmeno di un interprete, i genitori sono stati accusati di violenza fisica sui bambini, senza alcuna prova o indagini approfondite e complesse.
     Durante questi interrogatori sembra che una delle bimbe abbia raccontato che in famiglia, in alcune situazioni, avrebbero ricevuto per piccole cose qualche correzione fisica, considerata dagli ufficiali norvegesi come «violenza contro i minori». Alla fine dell’interrogatorio, la bimba ha concluso letteralmente con questa frase: «Non sanno cos’altro inventarsi».
     Così, da una banale dichiarazione di «radicalismo cristiano» si e arrivati a vari supposizioni di violenza fisica contro i bimbi. I due genitori vengono considerati come genitori irresponsabili; perciò i cinque figli sono stati portati via. A ciò si aggiunga che i cinque figli possono essere messi su una lista, per essere adottati da altre famiglie. Ulteriori abusi sono stati fatti, ad esempio suggerendo alla madre di divorziare dal marito, accusandolo che sarebbe violento; così facendo, i bambini sarebbero stati dati a lei.
     Il caso supera ogni concezione di dignità umana per i due genitori e ogni diritto di una madre a crescere il bimbo nato da pochi mesi. Il caso è stato portato all’attenzione di varie autorità europee, per fermare il processo di adozione e per far tornare i piccoli nella loro famiglia naturale. Puoi sostenere anche tu questa famiglia, firmando questa petizione indirizzato al governo norvegese. Più firme arrivano e più cresce la pressione sulle autorità norvegesi. La tua firma conta!
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▬► VEDI PURE
-- Norway, Give Us Back the Children You Stole: https://www.facebook.com/BarnevernetStealsChildren/