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lunedì 26 ottobre 2020

CENA DEL SIGNORE SENZA SUPERVISIONE?

 

di Nicola Martella

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1.  LE QUESTIONI: Caro Nicola, in un incontro fra fratelli, parlando del tema «Cena del Signore», sono rimasto un po’ deluso dall’atteggiamento di alcuni fratelli. Ho constatato che gli anziani e altri, che predicano, prendono la locuzione «ognuno provi se stesso» come paravento, per declinare ogni responsabilità sul controllo di chi prende la «Cena del Signore».

     La cosa più grave è che partecipano alla cena del Signore anche neo-convertiti non battezzati, simpatizzanti e addirittura persone, dopo una o due volte che vengono in visita. È una cosa ormai consolidata; e una parte della chiesa la avvalla, dicendo che tanto non possiamo conoscere i cuori degli altri e che gli anziani non sono responsabili, ma ognuno per sé. {Innocenzo Palmita, ps.; 22/10/2020}

 

 

2. ALCUNE RISPOSTE: Ho trattato già in vari scritti questioni del genere e ho risposto a vari punti di vista sul tema. Affrontiamo qui di seguito anche questo aspetto particolare.

      ■ La locuzione «or provi l’uomo [ántrōpos] se stesso» (1 Cor 11,28) si riferiva ai credenti della chiesa di Corinto, non ad altri (simpatizzanti, ecc.). Infatti, solo il rigenerato può correttamente esaminare se stesso, per non essere giudicato (v. 31); oppure, in caso di mancanza, questi può essere corretto dal Signore e ravvedersi, per non essere condannato col mondo (v. 32). A ciò si aggiunga che solo chi era stato già ammaestrato, era consapevole che nelle agapi mangiava e beveva un giudizio su se stesso, non discernendo il «corpo del Signore» (v. 29), ossia l’assemblea, a cui apparteneva e il cui capo era Cristo. Infatti, in Corinto i benestanti arrivavano già sazi (e brilli) alle agapi, disinteressandosi di contribuire per gli altri meno abbienti; oppure, arrivando a digiuno e in anticipo, pensavano solo a rifocillare se stessi, attirandosi un giudizio divino (v. 34). Al contrario, i meno facoltosi e coloro, che erano sotto servitù, andavano a vuoto, specialmente se arrivavano un po’ in ritardo a causa del loro lavoro o del loro servaggio, da cui dovevano prima divincolarsi. Perciò Paolo dovette esortarli che, quando si adunavano per mangiare, si aspettassero gli uni gli altri (v. 34).

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Sul sito potrai leggere i seguenti punti:

     Il problema era il disordine nelle agapi.

     ■ La premessa del battesimo ai privilegi del discepolo nella chiesa locale

     La teoria, secondo cui «gli anziani non sono responsabili, ma ognuno per sé», è semplicemente sbagliata.

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[→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Cena_conduttori_UnV.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso. ► Per ricevere e-mail di notifica sulle novità, ISCRIVITI ALLA MAILING LIST: https://groups.google.com/forum/#!forum/fede-controcorrente/join

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giovedì 29 marzo 2018

Pasqua di risurrezione?


PASQUA DI RISURREZIONE?

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Ero sorpreso come si parlasse nel telegiornale per bocca del vescovo della chiesa romana di «Pasqua di risurrezione». Mi dissi subito: «Gesù non è per nulla risorto a Pasqua!». Oramai si è creato un luogo comune, che è tenuto artificialmente in piedi dal consenso religioso. In effetti, a Pasqua morì Gesù, ma risuscitò solo tre giorni dopo (cfr. Mt 27,63; Mc 8,31; 9,31; 10,34; Lc 24,46), appunto il primo giorno della settimana (Mc 16,9; allora cominciava sabato dopo il tramonto).

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domenica 27 marzo 2016

È Pasqua: sorridi!



È PASQUA: SORRIDI!
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Era tempo di Pasqua, e un gran dramma s’era allora concluso a buon fine per i discepoli, dopo delusione e strazio. La tristezza del lutto fece posto alla gioia di vedere Gesù risorto e vivente. E anch’io oggi sorrido, avendone abbondante motivo. Ogni credente biblico, essendo parte degli eventi cristologici, può partecipare alla gioia universale con un sorriso d’associazione e sfregandovi già ora le mani di trepidazione... [→ Continua sul sito: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Sorriso_pasquale_Avv.htm]
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ME LA RIDO E NE HO MOTIVO
di Nicola Martella
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Me la rido, pensando alla beata risurrezione,
alla meravigliosa salvezza eterna per grazia
e al privilegio d’incontrare personalmente Gesù.
     Me la rido, pensando all’eredità futura
e al premio, che Dio darà a servi fedeli.
     Me la rido, pensando alla faccia di atei e agnostici,
quando scopriranno che non tutto è finito,
che Dio non è morto, no neppure un po’,
e che non c’è l’interruttore per l’oblio eterno.
     Me la rido, pensando ai grandi di questo mondo,
quando scopriranno d’essere eterni meschini,
che il Signore rimane il Dio della storia
e che il suo piano si compie nonostante tutto.
     Me la rido, pensando alla faccia dei cattivi maestri
(oggi danno per vero ciò che la mente suggerisce,
visioni carnali e false dottrine attribuite a Dio),
quando verranno svergognati dinanzi alle miriadi
e udranno: «Operatori d’iniquità, mai vi conobbi!».
     Me la rido, pensando a questo mondo che passa,
alle mode, ai trend, alle tradizioni e alle convenzioni,
ombre d’un giorno vecchio dinanzi alla luce nuova.
     Me la rido, sapendo che la chiamata è sicura,
il mandato è certo e la meta irremovibile.
     Me la rido, sapendo che ho tanti compagni di via,
che la fonte di gioia e speranza è inesauribile
e che ho, già oggi, la caparra del mondo che viene.
     Me la rido, sapendo che Gesù è sul trono del Padre,
quale mio avvocato celeste e vindice dei suoi santi,
ed è garante che le sue promesse si adempiano.
     Me la rido, sì me la rido, e proseguo il cammino!
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[→ Continua sul sito: http://puntoacroce.altervista.org/Artesana/P-Me_la_rido_Mds.htm] Dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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Vedi pure: ► Ho di che ridere, pensando dalla fine: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Ridere_dalla-fine_Esc.htm
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