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giovedì 8 marzo 2012

Nell’Antico Testamento Dio è uno o unico? 2: Aspetti teologici

NELL’ANTICO TESTAMENTO DIO È UNO O UNICO? 2: ASPETTI TEOLOGICI

Qui prosegue la trattazione, cominciata nella prima parte, dove abbiamo visto gli «aspetti terminologici» [http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Dio_uno_unic1_MT_AT.htm]; qui di seguito trattiamo gli «aspetti teologici» dell’unità e dell’unicità di Dio nell’AT, legati ai termini ’ëchād e jāchîd.

3.  APPROFONDIMENTI STORICO-TEOLOGICI

3.1.  UN TERMINE DA NON STRAPAZZARE: Abbiamo visto il vasto spettro del termine ’ëchād: l’articolo indeterminativo, uno di numero (uno solo), il primo, unico, unitario, con le stesse caratteristiche, singoli aspetti che formano una unità, una unità composita (una carne unica, un solo popolo), l’armonia di singoli nell’unificazione, una [unica] volta, uno qualsiasi, ognuno o ogni cosa, un singolo, una cosa o una persona particolare o unica nel suo genere, una sequenza (uno… e uno… e uno), un confronto (uno qui e uno là), uguale significato, nessuno (non uno), e così via.
     Stando così le cose, è sempre il contesto che regna; e l’esegesi contestuale deve appurare lo specifico significato del termine ’ëchād nel dato contesto. Questo termine di per sé non è adatto per avvalorare questioni altamente teologiche, quindi né per dimostrare la Deità quale «unità composita», né l’uni-personalità di Dio nell’AT. Se si trascura il contesto storico, culturale, letterario e teologico dei brani specifici, si fanno soltanto discorsi filosofici, in cui il termine ’ëchād sarà solo un pretesto.
     Seguono i seguenti punti: 3.2. Monoteismo contro politeismo; 3.3. Unicità contro il politeismo; 4. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Dio_uno_unic2_Sh.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}



lunedì 5 marzo 2012

Nell’Antico Testamento Dio è uno o unico? 1: Aspetti terminologici

NELL’ANTICO TESTAMENTO DIO È UNO O UNICO? 1: ASPETTI TERMINOLOGICI

Un lettore mi ha scritto: Carissimo fratello, shalom! Con la presente chiedo una lezione dettagliata su due parole ebraiche, dato che non conosco la lingua, così come scarsamente il greco. Le parole sono: ▪ 1. Echad; ▪ 2. Jachid.
     Le nostre traduzioni bibliche (Riveduta, N. Riveduta, Diodati) traducono [in Deuteronomio 6,4]: «È l’unico Eterno / Signore».
            Da un commentario ebraico abbiamo rilevato: «שמע ישראכ יחךח אלחים יחךח אחד», ossia: «Ascolta Israele, Jahwè è Dio, Jahwè è uno». [N.d.R.: l’ebraico è errato; vedi sotto]
     Come di sua conoscenza, vi è una battaglia ideologica tra coloro che sostengono una unità composta (echad) e coloro che sostengono una unità assoluta (jachid). Resta fermo il fatto che la dottrina della Trinità di Dio non va formulata da un singolo termine (però, è molto importante come valore teologico) e che non possiamo rifiutare di riconoscere che Dio sia non solo l’Essere supremo, bensì anche l’Uno e l’Unico. Egli è uno, perché non vi sono, né vi possono essere altre divinità; Egli è unico, perché le sue qualità sono esclusive e nessun altro essere le ha, né può le avere.
     Quindi, le chiedo quanto segue:
     1. La traduzione letterale corretta è «uno» o «unico»? Esiste in questo termine una unità composta? Le chiedo informazioni? I nostri traduttori, succitati, hanno considerato «echad» oppure «jachid» nel tradurre «unico»?
     2. Che differenza vi è tra «echad» e «jachid» rispetto alla natura di Dio?
     3. Che relazione c’è tra «l’uno» (echad) e il termine Elohim (Genesi 1,1.26; 3,22), che indica una pluralità?
     4. Se il termine ebraico «jachid» indica una unità assoluta, come mai non è stato utilizzato dallo scrittore ebraico nel comporre lo «Shema Israel» [Dt 6,4] essendo monoteista?
     In attesa di una sua esauriente risposta, nel più breve tempo possibile, la ringrazio anticipatamente: Shalom! {E. R.}

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Consiglio di non scrivere cose in ebraico, se non si è capaci di scriverlo, leggerlo e controllarlo (diverse lettere appaiono simili e, sbagliandosi, si stravolge tutto ); in tali casi è meglio riportare la traslitterazione in italiano. Ecco la versione corretta dello «Šema` Jiśerāel»:
  שמע ישךאל יהוה אלהינו יהוה אחד [ŠM` JŚR’L JHWH ’LHJNW JHWH ’ḤD].
     Ammetto che mi meraviglio di questo speculare terminologico, come se l’essere di Dio possa essere svelato da un termine o dall’altro, che moderni speculatori assolutizzano. Inoltre, se la rivelazione è progressiva, la Deità in tre persone si trova nel NT ed è rivelata da Cristo e dai suoi apostoli!
            Il termine ebraico ’ëchād non è nulla di particolare o di mistico, ma corrisponde perlopiù al termine italiano «uno, unico». Inoltre, in ebraico ha uno spettro ampio di significati molto vasto e, secondo i casi, può significare «uno (sia numero, sia articolo indeterminativo), solo, unico, qualsiasi, ciascuno, una volta, insieme»…
     Seguono i seguenti punti: 2. Analisi terminologica; [nella seconda parte: 3. Approfondimenti storico-teologici; 4. Aspetti conclusivi]. La seconda parte sarà messa in rete prossimamente.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Dio_uno_unic1_MT_AT.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}



ATTENZIONE! Per favore, non intervenire se, dopo aver letto l’intero articolo, ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!

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