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venerdì 11 dicembre 2015

L’aborto è una sconfitta per tutti

L’ABORTO È UNA SCONFITTA PER TUTTI
Ci si associa con la morte contro chi vuol vivere la vita e i suoi sogni

MOTTO: «Ferma il male con una firma che vale!» (Nicola Martella)


▬► DAL TESTO: Un "Manifesto per la Vita" - Per la libertà di essere madri
 Spesso sentiamo parlare di «libertà di scelta» in tema di aborto, con il significato di «libertà di scelta di abortire». Ma cosa ne è, nell’Italia di oggi, della libertà di scegliere di dare alla luce il proprio figlio?
 «Le donne devono poter essere libere di scegliere di diventare madri, e la nostra società deve poterle aiutare a sostenere questa scelta. L’Italia è una nazione dove il numero dei nati è in progressivo declino; un Paese che invecchia e rende sempre più precario il mantenimento di un sistema pensionistico e di welfare.
 Scegliere di abortire o di non avere figli per motivi economici è inaccettabile in una società come la nostra, dove la vita umana dovrebbe essere tutelata. I bambini sono il futuro del nostro Paese e sono di fondamentale importanza per la crescita economica.
 [...] L’ABORTO SIA SEMPRE UNA SCONFITTA PER TUTTI, tanto che la nostra legge prevede che, per quanto possibile e nel rispetto della donna, si cerchi sempre di eliminare quegli ostacoli di varia natura che la portano ad abortire».
 Ecco alcuni estratti dal MANIFESTO PER LA VITA recentemente pubblicato, con cui numerose personalità pubbliche hanno voluto mostrare la loro vicinanza al Centro di Aiuto alla Vita della clinica Mangiagalli di Milano, impegnato da 31 anni nella promozione del valore della vita nascente e nell’aiuto a madri e donne in difficoltà.
 Il Manifesto chiede alla Regione Lombardia di erogare un «REDDITO DI GRAVIDANZA», di modo da evitare che donne in difficoltà economiche siano costrette ad abortire.
 CitizenGO ha sostenuto l’operato del CAV Mangiagalli con numerose petizioni, fin da quando (ormai 2 anni fa), le nostre firme hanno contribuito alla vittoria dell’Ambrogino d’Oro da parte della sua fondatrice Paola Bonzi. Ora vogliamo nuovamente darci da fare per promuovere l’operato di questa splendida realtà, che negli anni ha permesso la NASCITA DI 18.308 BAMBINI e che, senza un’assunzione di responsabilità sostanziale da parte delle istituzioni, rischia seriamente di dover cessare la propria attività.
 Firmando questa petizione, ti unirai all’appello di Giancarlo Cesana, Alessandra Kustermann, Assuntina Morresi, Paola Bonzi, Costanza Miriano, Carlo Borghetti, Antonio Socci, Lorella Cuccarini, Mario Adinolfi, Luigi Amicone, Marilisa D’Amico e Nicolò Mardegan nel chiedere alla Regione Lombardia di rendere possibile al CAV Mangiagalli la prosecuzione del suo lavoro meraviglioso a favore della vita nascente.

▬► FONTE (PER FIRMARE): http://www.citizengo.org/it/lf/31635-un-manifesto-vita-libertu-di-essere-madri

#aborto #maternità

venerdì 5 aprile 2013

Ero incinta, ma ho perso il bimbo



ERO INCINTA, MA HO PERSO IL BIMBO

Certamente non posso capire fino in fondo che cosa significhi per una donna essere rimasta incinta e poi perdere il bimbo, ma posso tentare. Mia moglie e io ci siamo trovati due volte in questa situazione; ambedue le volte sono state abbastanza drammatiche e pesanti per le complicanze fisiche, psichiche ed esistenziali e per la salute.
     Quando una donna rimane incinta e accetta la gravidanza, il suo corpo e la sua mente sperimentano un mutamento in tanti sensi. La psiche si abitua a questa nuova presenza, che si sta sviluppando. I pensieri girano spesso intorno al bimbo, che nascerà; l’ansia e l’attesa si alternano. Quando, poi, accade che la gravidanza si interrompe improvvisamente o drammaticamente, è come se il mondo stesso traballasse e crollasse. Subentrano l’angoscia, il lutto e la depressione. Ci si chiede: «Perché?».
     Nel primo contributo riportiamo l’esperienza personale di una donna, mia cara amica, che è passato per tale particolare prova. In mezzo a vari problemi esistenziali, ella parla della gioia della gravidanza, del conflitto con un marito, che rifiutava tutto ciò, della minaccia d’aborto e della perdita del bimbo. Poi, descrive il tipico corso del lutto da perdita e il cammino con Dio verso la liberazione e la pace. Tale cammino personale può essere d’aiuto per altre donne, che si trovano nella stessa situazione. Volentieri aggiungeremo le voci di altre donne, che sono passate per tale «valle dell’ombra della morte».
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Aborto_spontaneo_Lv.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}