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venerdì 24 ottobre 2014

Come risponde Dio al credente?

COME RISPONDE DIO AL CREDENTE?

1. DOMANDE E RISPOSTE
     Ognuno di noi ha tante domande. Alcune sono quelle classiche: «Chi sono? Da dove vengo? Perché vivo? Dove andrò? Che sarà di me?». Altre domande sono specifiche alla nostra condizione del momento, alla nostra natura e alla contingenza. 



Abbiamo un Dio che risponde. Il Dio vivente risponde specialmente mediante la sua Parola. Egli risponde mediante la sua Parola a coloro, che lo cercano in verità e in sincerità. 
 
2. QUANDO COMPRENDERE DIO È UN PROBLEMA
     Perché allora non capiamo delle volte ciò, che Dio ci dice mediante le sacre Scritture? A volte il peccato o l’incredulità crea come un velo, che ci impedisce di vedere ciò, che Dio vuole dirci. Paolo, parlando dei figli d’Israele, affermò: «Le loro menti furono rese ottuse; infatti, sino al giorno d’oggi, quando leggono l’antico patto, lo stesso velo rimane, senza essere rimosso, perché è in Cristo che esso è abolito. Ma fino a oggi, quando si legge Mosè, un velo rimane steso sul loro cuore; però quando si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso» (2 Corinzi 3,14ss).
     Un altro motivo, perché non capiamo le Scritture, è dovuto al filtro ideologico delle tradizioni e delle convenzioni culturali, con cui ci si accosta ad esse. Gesù, rispondendo ai Sadducei, membri della fazione sacerdotale e liberista, che non credevano alla risurrezione, disse loro: «Voi errate, perché non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio» (Matteo 22,29). Anche ai Farisei, membri della fazione massimalista, che era molto attaccata alle tradizioni, Gesù disse: «E avete annullato la parola di Dio a motivo della vostra tradizione. Ipocriti!» (Matteo 15,5s; cfr. vv. 8s; Mc 7,13).
     Un altro motivo, perché non capiamo Dio mediante le Scritture, è dato dal fatto che non siamo disposti a metterla in pratica. «Siate esecutori della Parola e non soltanto uditori, illudendo voi stessi. Perché, se uno è uditore della Parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; e quando si è guardato, se ne va, e subito dimentica com’era» (Gcm 1,22ss; cfr. vv. 25s; cfr. Mt 7,24-27 casa sulla roccia e casa sulla sabbia).

Sul sito si trovano anche i seguenti punti: 3. Domande di lavoro; 4. Per l’approfondimento biblico.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Dio_risponde_S23.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.

~~> Discuti questo tema qui o sulla mia pagina di "Facebook": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/come-risponde-dio-al-credente/856206087743960

venerdì 1 agosto 2014

I racconti dell’Antico Testamento sono leggende?



I RACCONTI DELL’ANTICO TESTAMENTO SONO LEGGENDE?

Un lettore mi ha scritto quanto segue: Gentile Nicola. Eccomi di nuovo. Ho iniziato a frequentare un forum appena nato e uno degli interlocutori sostiene che la Bibbia contiene la Parola di Dio e che i racconti fatti nell’Antico Testamento sono leggende. Non avevo mai sentito dire d’evangelici che affermano queste cose. Si parla di metodo storico critico. Anche tu usi questo sistema?
     La Bibbia è o contiene la Parola di Dio? Gesù considerava leggende i racconti dell’Antico Testamento? Spero di non aver posto troppi quesiti. Grazie… {T. V., ps.; 30-03-2009}

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue:
1.  ENTRIAMO IN TEMA: [..]

2.  APPROFONDIAMO LE SINGOLE QUESTIONI: Qui di seguito tratto solo brevemente le questioni, rimandando per l’approfondimento alla letteratura indicata.

            La Bibbia contiene solo la Parola di Dio?: Una tale concezione non esiste nella stessa Bibbia. In Israele si cantava nel Salmo didattico: «La somma della tua parola è verità; e ogni sentenza della tua giustizia [dura] in perpetuo» (Sal 119,160). La sacra Scrittura nel suo complesso (somma) e nelle sue parti (ogni sentenza = ogni precetto) era considerata «verità» di Dio. Gesù pregava per i suoi discepoli: «Santificali nella verità: la tua parola è verità» (Gv 17,17).

            La Scrittura ha il suggello divino: Ricorre spesso l’espressione «affinché la Scrittura fosse adempiuta» (Gv 17,2; 19,28) o simile. Paolo le diede tanta autorità da semplificare l’espressione «Dio ha rinchiuso nella Scrittura…» in: «la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto peccato» (Gal 3,22). Lo stesso apostolo affermò: «Ogni Scrittura ispirata da Dio è utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona» (2 Tm 3,16s). Pietro diede atto della genuinità divina degli scritti di Paolo (2 Pt 3,15s). L’ultimo libro della Bibbia termina con un serio avvertimento a non aggiungere né togliere, minacciando severe pene (Ap 22,18s); tale avvertimento e tali minacce si trovano similmente nella Torà (Dt 4,2; 12,32). Ciò mostra l’autorità dell’antico e del nuovo patto.

            L’AT una raccolta di leggende?: È proprio singolare che il Libro di Dio, che combatte miti e leggende, venga dichiarato una raccolta di leggende. Il termine greco mythoi indica miti e leggende ed è spesso tradotto nelle nostre traduzioni con «favole». Fu comandato ai credenti di non occuparsi di favole (1 Tm 1,4), di schivare le favole profane e da vecchie (1 Tm 4,7). Fu messo in guardia da coloro che, non sopportando la sana dottrina, distoglieranno le orecchie dalla verità, si acculeranno maestri a proprio arbitrio e si volgeranno alle favole (2 Tm 4,3s). Fu ingiunto di riprendere severamente i credenti che davano credito ai giudaisti, affinché non dessero «retta a favole giudaiche né a comandamenti di uomini, che voltano le spalle alla verità» (Tt 1,13s). Ciò vale anche verso gli odierni dissacratori della Parola di Dio.
            Il metodo degli apostoli non era mitologico, né essi basarono la loro vita, il loro insegnamento e la loro fede su leggende. Pietro affermò: «Non è con l’andare dietro a favole artificiosamente composte che vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signor Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà» (2 Pt 1,16). […]

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: Continuazione del secondo punto: Sta scritto; Gesù e l’AT; Gli apostoli e l’AT; 3. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-AT_leggende_MT_AT.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.


mercoledì 2 aprile 2014

Dubbi sulla Parola di Dio



DUBBI SULLA PAROLA DI DIO

1. ENTRIAMO IN TEMA (Nicola Martella): Fiorina Pistone ha fatto un lungo cammino col Signore, il quale l’ha illuminata passo per passo con la sua sacra Scrittura, a seconda della sua disponibilità di accettarla come «Parola di Dio». La gestazione è stata lunga ed è stata opera di Dio; io mi sono limitato a dare consigli scritturali, quando lei me li ha chiesti. Quando Fiorina sperimentò la rigenerazione, Dio le diede molte certezze. La buona pianta rischiava però di essere soffocata dalle zizzanie, seminate dal maligno. Parlando con lei, per certi tratti mi sembrava come uno di quei «bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore» (Ef 4,14). L’obiettivo era però giungere «alla piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini maturi, all’altezza della statura perfetta di Cristo» (v. 13).
     Uno degli ostacoli maggiori è stato il suo cerebralismo critico, il suo intellettualismo «cervellotico» o, come si esprimeva Lutero: la «ragione prostituta», ossia quella che, senza Dio, seduce e aggioga l’uomo alla sua logica limitata, facendolo sentire il metro di misura di tutto. Alla fine di tale subdolo processo, l’uomo si crea un «Dio» a propria immagine e somiglianza. Partire da lì e arrivare al Dio vivente, alla cui somiglianza l’uomo è stato creato, per il credente può essere un lungo, insidioso e tormentato cammino, alla cui fine solo, quando si accetta la disciplina di Dio, c’è il «pacifico frutto di giustizia» (Eb 12,11) presso il Signore, nelle braccia finalmente si riposa fiduciosi. Per conoscere Dio Padre, ci vuole una rivelazione da parte del Figlio (Mt 11,27). È presso di Lui che finisce ogni travaglio e oppressione, anche mentale; prendendo il suo giogo (= signoria) dolce e leggero, si ottiene riposo alla propria psychḗ (vv. 28s).

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2. Alcune premesse; 3. La testimonianza; 4. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Dubbi_Parola_R56.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.
 


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martedì 21 gennaio 2014

Un cattolico fra Scrittura e tradizione



UN CATTOLICO FRA SCRITTURA E TRADIZIONE

Il seguente colloquio avviene con Fabrizio Martin. Egli è quello, che definirei un «cattolico risvegliato». Ha preso contatto con me da parecchio tempo, ha letto i miei libri ed è stracolmo di domande sulla giusta interpretazione della Scrittura. Essendo impegnato nella chiesa cattolica, sta nel guado fra Scrittura e tradizione. Essendo illuminato dalla Bibbia, egli stesso intuisce che non tutte le tradizioni romane hanno le radici nel cristianesimo apostolico, ma sono «incrostazioni» religiose provenienti da altre religioni, che si sono accumulate nei secoli nella prassi delle chiese e che sono state cristianizzate dalla religiosità popolare e tollerate e poi approvate dalla nomenclatura religiosa.
     Il seguente colloquio è nato spontaneamente, poiché Fabrizio Martin è intervenuto a più riprese nel tema «L’ignoranza che falsifica». Essendo lì i suoi interventi fuori tema, li ho messi qui, così come si sono succeduti. L’intento è che anche altri, leggendoli, possano trarne profitto per la propria conoscenza e riflessione.

1. Interpretazione della Bibbia
     Fabrizio Martin: Parlo da cattolico. I sacramenti della chiesa cattolica trovano nella sacra Scrittura la loro origine oppure sono frutto di errata interpretazione della Scrittura stessa? E naturale che da cattolico capisco anche l’importanza della tradizione, e sono consapevole che voi la vedete in modo diverso. Quello che a me interessa, è capire ciò che dice la Bibbia al riguardo. Consapevole della necessità d’indagare a fondo su ciò che credo, resto comunque perplesso che sui testi sacri ci siano cosi tante interpretazioni che, alla fine, risulta difficile capire chi abbia ragione. {17-01-2014}

Nicola Martella: ■ Le cose importanti alla fede e, quindi, alla salvezza sono evidenti (p.es. salvezza per grazia mediante la fede quale dono di Dio e, quindi, senza le opere della legge; Ef 2,8s).
     ■ La Scrittura si spiega con la Scrittura, secondo il principio dell’analogia. Le verità importanti sono subito evidenti; ciò che non è chiaro ed evidente, non è importante ai fini della dottrina.
     ■ Le tradizioni umane e le convenzioni religiose (di chiunque e di qualunque genere), se si trovano in contrasto con la Scrittura, sono un pericoloso filtro, che inficerà la corretta interpretazione della volontà di Dio, un muro che impedisce di accedere alla grazia e una trappola per le anime, di cui però si dovrà rendere conto a Dio.
     ■ Chiunque sia, che filtra la Parola di Dio con tradizioni religiose e decisioni ecclesiali, snaturandola, questi di là dalle sue buone intenzioni, sta in pericolo di diventare un «cieco guida di ciechi» (Mt 15,14) e di rendere i proseliti «figli della Geenna» (Mt 23,15), quindi eternamente perduti.

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2. L’eucarestia; 3. Il purgatorio; 4. Messa per i defunti; 5. Le sacre Scritture; 6. Pregare i morti; 7. Aspetti conclusivi.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-BB-tradiz_EdF.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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mercoledì 4 settembre 2013

La strumentalizzazione di 2 Pietro 1,20s



LA STRUMENTALIZZAZIONE DI 2 PIETRO 1,20S

In 2 Pietro 1,20 la traduzione detta CEI riporta a senso che «nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione», suggerendo che qui si tratti dell’interpretazione delle sacre Scritture e che essa debba essere esercitata solo da un magistero centrale.
     Per capire questo testo, bisogna comprendere che nel testo greco non si legge «scrittura profetica» (gr. profētik graf; cfr. 2 Pt 1,19 profētikós lógos «parola profetica»), ma profēteía grafẽs «profezia della Scrittura». Inoltre, il termine greco profēteía intende semplicemente «proclamazione» (ispirata), sia quella dei predicatori dell’AT (profeti), sia quella di Gesù, sia quella degli apostoli e degli altri autorevoli credenti del NT, la quale poi fu messa per iscritto e ci fu tramandata.
            È stata richiesta una mia opinione sulle traduzioni. Non si comprende come la forma verbale ghínetai (pres. ind. med. 3a sg.) di ghínomai «divenire, diventare, accadere, sorgere, apparire» possa essere stata tradotto con «va soggetta a», stravolgendo l’intero significato del brano; lo stesso vale per la cosiddetta Nuova Diodati, che riporta «è soggetta a», mostrano una chiara dipendenza dalla CEI. Similmente i revisori rispettivamente della Riveduta e della Nuova Riveduta dovrebbero spiegare sufficientemente da dove proviene tale «procede da» o «proviene da». […]
     Ecco la mia traduzione letterale e radicale di 2 Pietro 1,20s dal greco: «…sapendo questo, prima di tutto, che nessuna proclamazione della Scrittura sorge da spiegazione propria. [21] Infatti, la proclamazione non fu mai prodotta da volere d’uomo; ma uomini condotti dallo Spirito Santo parlarono da parte di Dio». […]

Qui ci sono solo alcuni brani dello scritto, il resto segue sul sito
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-2-Pietro-1_20s_EdF.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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