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martedì 14 marzo 2017

Fa’ il nonno cristiano!

FA’ IL NONNO CRISTIANO!
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Mi trovavo a casa di mia figlia, con cui era più di mezz’anno che non ci vedevamo di persona. Quella mattina stavo pregando nella stanza, in cui dormivo. A un certo punto entrò il mio nipotino Elia (3 anni). Gli dissi: «Sto pregando. Vuoi pregare con me?». Come mi aspettavo, chiuse la porta e sparì. Dopo un po’ rientrò di nuovo, e gli dissi più o meno la stessa cosa. Per mia meraviglia venne verso di me e annuì. Ci sedemmo sul letto e, prima ancora che potessi dire alcunché, partì in quarta con la sua preghiera. Feci come lui e pregai anch’io per lui e la sua famiglia. Gli diedi un bacio sulla testa. Poi, corse via, chiuse la porta e sparì. Io ripresi la mia preghiera personale.
     Ho dovuto riflettere con quanta naturalezza un bambino accetti di pregare col nonno e poi lo faccia, visto che in famiglia pregano normalmente insieme, almeno prima dei pasti e prima di dormire la sera.
     Poi, la sera Benedetta (8 anni), con Elia al seguito, mi venne a chiedere, se potevo leggere loro la storia illustrata per bambini sul cieco Bartimeo di Gerico. Visto che quella storia era stata letta loro innumerevoli volte, devono essere rimasti felicemente sorpresi nel vedere come il nonno fosse capace di illustrarla in tutta la sua drammaticità, coinvolgendoli personalmente! «Pensa se tu portassi una benda sugli occhi e volessi andare in bicicletta!». «Non si può, perché cadrei e mi farei male», ripose all’incirca Elia. «Avresti avuto tu il coraggio, di gridare così forte a Gesù, mentre la gente ti diceva di stare zitto?». E così via. Alla fine apparivano molto soddisfatti.
     Questi sono doni, che accadono in una famiglia cristiana normale, che vive la fede biblica giorno per giorno.
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SUL SITO SEGUONO L’INTERO SCRITTO, GLI EVENTUALI CONTRIBUTI DEI LETTORI E LE MIE OSSERVAZIONI
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[CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Nonno_Mds.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso. ► Per ricevere e-mail di notifica sulle novità, ISCRIVITI ALLA MAILING LIST: http://groups.google.com/group/fede-controcorrente/subscribe
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mercoledì 17 agosto 2016

Gesù crede in te?



GESÙ CREDE IN TE?
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1.  ENTRIAMO IN TEMA: Può darsi che la scritta in bianco su tale immagine non ci appaia così grave. Diremmo che tutt’al più è l’espressione romantica del buonismo cristianizzato, di cui è pieno Internet. Eppure tale asserzione, lungi dall’essere vera, non sta né in cielo, né in terra. Non si troverà mai, in tutta la Bibbia, un solo brano, che affermi che Dio o Cristo creda nell’uomo o nel credente. Dire che «Gesù crede in te», è veramente un espressione infelice, che suscita molti dubbi e interrogativi.
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2.  APPROFONDIMENTI BIBLICI: Non voglio fare qui grandi discussioni in merito, ma vorrei porre solo il problema di simili immagini di testo, che credenti mettono alla leggera in Internet, senza verificarne il contenuto di verità. Premettendo che «credere» significa «avere fiducia; confidare in; avere fede in», ecco in merito alcuni brani biblici ragionati. [...]
     ■ «Beato l’uomo che ripone la sua fiducia nell’Eterno» (Sal 40,4). Qui non leggiamo: «Felice l’uomo, in cui l’Eterno ripone la sua fiducia». Similmente Dio stesso fece dire a Isaia: «Cessate di confidare nell’uomo, nelle cui narici non c’è che un soffio! Infatti, quale conto si può fare di lui?» (Is 2,22; cfr. Sal 56,4). Come si fa a pretendere che Dio creda nell’uomo? Egli ha fatto dire a Geremia: «Maledetto l’uomo, che confida nell’uomo» (Gr 17,5); come si pretende che proprio Dio confidi nelle possibilità nell’uomo e creda in lui?. Al contrario, leggiamo subito dopo: «Benedetto l’uomo che confida nell’Eterno, e la cui fiducia è l’Eterno!» (Gr 17,7; cfr. Sal 34,8; 84,12). È Dio l’oggetto della fiducia dell’uomo, non il contrario.
[...]
     ■ Anche Gesù aveva questa rivendicazione: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morrà mai. Credi tu questo?» (Gv 11,25s; cfr. v. 40). Qui il Signore chiese a Marta di credere in Lui e non le disse: «Ce la farai, perché credo in te!». Tutti gli Evangeli sono pieni della costatazione di Gesù riguardo a coloro, che credevano in Lui (Mt 18,6; Gv 14,12; 17,20), oppure della sua proposta o richiesta a porre fede in Lui (Gv 6,35; 7,38; 12,44.46; cfr. At 26,18).
     ■ Gesù non disse alla gente del suo tempo: «Non temere, io credo in te!», ma «Non temere; solo abbi fede!» (Mc 5,36; 11,22 in Dio; Lc 8,50). E similmente disse ai suoi discepoli: «Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me!» (Gv 14,1).
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3.  ASPETTI CONCLUSIVI: [→ Sul sito]
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giovedì 14 luglio 2016

Gli «amenologi»



GLI «AMENOLOGI»
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Mi sorprendono lunghe liste di «amen!» in tutte le grafie possibili, messi in calce a una massima, a un’immagine con testo o a uno scritto in Internet. Eppure, vedo che le asserzioni fatte da qualche autore, sono equivoche, contengono solo mezze verità e non corrispondono in tutto e per tutto agli insegnamenti biblici. Eppure, ci sono persone, che segnalano il loro assenso e scrivono «amen!».
     Constato con meraviglia che, anche dopo aver scritto una nota critica tra i commenti, per aprire gli occhi al mio prossimo sull’asserzione equivoca di qualche autore, gli «amenologi» continuano indisturbati, senza neppure accorgersi di tale nota, aumentando la lunga lista degli «ameeen!» o simili. È proprio singolare la specie degli «amenologi»: preferiscono agire d’impulso, mettendo a folle la loro ragione, e pensano che sia buono aggiungere il loro ai tanti «amen!», ritenendo che se molti lo fanno, non dev’essere tanto male tale testo di riferimento. Tuttavia, si ha l’impressione che, a seconda dei casi, non abbiano letto per nulla tale citazione o scritto, almeno non l’abbiano letto criticamente o non abbiano capito veramente tale contenuto. C’è chi mi ha confessato, che mette il suo assenso o il suo «ammeenn!» allo scritto di qualcuno, solo per la fiducia verso di lui, senza aver letto l’intero scritto! In calce a un testo equivoco puoi scriverci dieci note critiche, puoi star certo che più del 90% non le leggerà. È più facile aggiungere un «ammen!» o un «amennn!», che mettere in moto la materia grigia e usare il discernimento.
     Personalmente preferisco che i lettori dei miei articoli si esprimano a parole loro, sia nelle cose in cui concordano, sia quando dissentono, argomentando con serietà e rispetto, che scrivano una delle tante variazioni di «amen!» o «alleluia!».
     Suggerirei che si limitasse l’uso degli «amen!» e simili (alleluia, gloria a Dio, ecc.) alle preghiere, alle invocazioni, alla dichiarazione di fede, all’adorazione e al culto (Rm 1,25; 9,5; 11,36; 15,33; 16,27; 1 Cor 14,16; 2 Cor 1,20; Ap 1,6.7; 5,14; 7,12; 19,4; 22,20). Per il resto sia il nostro «sì» sì, e il nostro «no», no (2 Cor 1,17ss; Gal 5,12).

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sabato 12 settembre 2015

Dio non smetterà mai di ascoltare? (Studia ⇆ con me 12-09-2015)

DIO NON SMETTERÀ MAI DI ASCOLTARE?
(Studia con me 12-09-2015)

«Eppure il mio popolo mi ha dimenticato, offre profumi agli idoli vani... Nel giorno della loro calamità, io mostrerò loro le spalle e non la faccia» (Geremia 18,15.17).
■ «Anche voi, mariti, vivete insieme alle vostre mogli con il riguardo dovuto alla donna, come a un vaso più delicato. Onoratele, poiché anch’esse sono eredi con voi della grazia della vita, affinché le vostre preghiere non siano impedite» (1 Pietro 3,7).

»<))))°> «Pensieri distillati» da Nicola Martella <°((((>«

 
Qualcuno ha scritto su un’immagine il seguente testo: «Non smettete mai di pregare, perché Dio non smetterà mai di ascoltare». Chiaramente tale frase vuole incoraggiare a pregare in ogni tempo e in ogni circostanza. Ciò è certamente buono. Tuttavia, di là dalle buone intenzioni, scrivere che «Dio non smetterà mai di ascoltare», è un luogo comune abbastanza diffuso, ma non è sempre vero.
     Il Signore ascolta solo coloro, che lo invocano a modo suo, ad esempio, Egli è vicino a chi ha un cuor rotto e uno spirito contrito (Sal 34,18; cfr. 51,17; 147,3) e lo invoca «con un cuore puro» (2 Tm 2,22). «L’Eterno è lontano dagli empi, ma ascolta la preghiera dei giusti» (Pr 15,29). Quindi, l’ascolto di Dio è condizionato dai canoni morali e spirituali a Lui graditi e deve accadere nei limiti temporali da Lui fissati. «Badate, fratelli, che non ci sia in nessuno di voi un cuore malvagio e incredulo, che vi allontani dal Dio vivente; ma esortatevi a vicenda ogni giorno, fintantoché si possa dire: “Oggi”, perché nessuno di voi s’indurisca per la seduzione del peccato» (Eb 3,12s).
     Ci sono molti brani, in cui Dio afferma che non ascolterà più determinate persone, a causa della loro ribellione o perché li ha abbandonati al giudizio. È scritto: «Perciò, così parla l’Eterno: “Ecco, io faccio venire su loro una calamità, alla quale non potranno sfuggire. Essi grideranno a me, ma io non li ascolterò» (Gr 11,11; cfr. Is 1,12-15; Gr 2,27s; 14,12; 18,17; 1 Pt 3,7).
     È pure scritto: «Cercate l’Eterno, mentre lo si può trovare, invocatelo mentre è vicino» (Is 55,6). L’uomo non può gestire Dio a suo piacimento. Dio rimane sovrano, sia nell’ascoltare o meno preghiere, sia nel rispondere o meno.

Ti do il benvenuto tra i miei contatti su Facebook... Potrebbe interessarti il seguente tema:

venerdì 31 luglio 2015

Logorrea devozionale



LOGORREA DEVOZIONALE

L’immagine ritrae il fariseo, che nella similitudine di Gesù si vanta dinanzi a Dio per i suoi pregi morali e devozionali (Luca 18,11s). Oltre a quanto ho scritto sull’immagine, qui di seguito riporto alcuni aneddoti, che mi sono rimasti impressi nella memoria.
     Chi non conosce le preghiere lunghe e interminabili di alcuni credenti, che, come sembra, dicono a Dio tutto ciò che sanno o che vorrebbero finalmente dirgli, quasi per timore che magari non avranno un’altra occasione per parlare con Dio o non lo vedranno mai più? Ogni volta sembra essere tale ultima volta. Chiaramente, così facendo, non può esserci l’ombra di un «pari consentimento», visto che siffatti credenti dalla facile logorrea occupano in genere metà dell’incontro di chiesa. Fra terra e cielo si fa strada un’incerta atmosfera pregna di noia e di narcosi ecclesiale. Alla fine di siffatta «lungaggine» oratoria, «l’amen» non è, in genere, di approvazione, ma di liberazione.
[...]
     LEGGI I TRE ANEDDOTI SUL SITO. Dopo averli letti, forse anche tu conosci altri casi di «logorrea devozionale»; oppure hai una riflessione in merito.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Logorrea_dev_Mds.htm] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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venerdì 1 maggio 2015

Dio respinge le tue preghiere?



DIO RESPINGE LE TUE PREGHIERE?

È vero che Gesù insegnò ai suoi discepoli quanto segue: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa» (Mt 7,7s). Ma ciò non contiene nessun automatismo. Ad esempio, come insegnò Giacomo, chi chiede senza fede e dubitando, non deve pensare di «ricevere qualcosa dal Signore, perché è un uomo d’animo doppio, instabile in tutte le sue vie» (Gcm 1,5-8). Perciò è scritto che «il Signore è vicino a tutti quelli che lo invocano, a tutti quelli che lo invocano con fermezza [= in verità o fedeltà]» (Sal 145,18).
     I credenti prendono per scontato quando «la loro voce fu esaudita, e la loro preghiera giunse fino al cielo, fino alla santa dimora dell’Eterno» (2 Cr 30,27). Le cose non stanno così, poiché l’ascolto e l’esaudimento delle preghiere è connesso a varie premesse. E quando Dio ascolta ed esaudisce qualcuno, ciò è sempre valutato come una grazia (Gn 30,6).
     Allo stesso Mosè, a cui Dio aveva esaudito altre preghiere (cfr. Dt 10,10), non permise di entrare nella terra promessa; egli confessò alla nuova generazione: «L’Eterno si adirò contro di me, a causa vostra; e non mi esaudì» (Dt 3,26); Dio gli comandò di finirla lì con tale richiesta, a cui non avrebbe prestato attenzione.
     Non era un caso che Davide chiedesse con insistenza e sospiri al suo Re e Dio, perché Egli lo ascoltasse, aspettando una sua risposta (Sal 5,1ss). Mentre faceva le sue richieste, ben sapeva che i malvagi non potevano stare alla sua presenza, né i gradassi, né i bugiardi, né i sanguinari, né gli imbroglioni (vv. 4ss; cfr. v. 9 insinceri, maliziosi, sboccati e lusinghieri). Egli non aveva dubbi di poter stare alla presenza del Signore e, perciò, di essere ascoltato e da Lui guidato (vv. 7s). Similmente si espresse in altre preghiere, chiedendo di essere ascoltato (Sal 84,6; 142,1). [...]
            Concludendo, possiamo affermare che certe preghiere non arrivano neppure in un cosiddetto cestino celeste, né in una celeste cartella per lo spam, sì, esse non arrivano neppure al soffitto. Le preghiere legittime e quelle fatte con un intento compatibile con le direttive morali e spirituali della Scrittura, arrivano a Dio e sono da lui analizzate e valutate in tutte le loro implicazioni e conseguenze; in pratica, il Signore esaudisce solo le preghiere, che perseguono il suo onore e servono all’avanzamento della sua opera e al vero bene dei suoi figli.

LO SCRITTO COMPLETO SI TROVA SUL SITO…
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venerdì 6 marzo 2015

Alcuni luoghi comuni sulla preghiera



ALCUNI LUOGHI COMUNI SULLA PREGHIERA

1. ENTRIAMO IN TEMA: Qui non trattiamo, in primo luogo, il tema delle preghiere sbagliate, perché intrinsecamente errate, perché fatte con animo doppio e con una condotta instabile (Gcm 1,7s), perché rivolte al soddisfacimento della carne (Gcm 4,3) o rivolte non al Signore, ma a una figura religiosa biblicamente illegittima (Is 44,15ss; Ap 19,10; 22,8).
     Qui ci limitiamo ad affrontare alcuni luoghi comuni, che hanno alcune categorie di credenti, che non conoscono sufficientemente la Scrittura e che biblicizzano volentieri le loro opinioni devozionali o le convenzioni religiose diffuse nella nostra cultura. 

2. OBIEZIONI A LUOGHI COMUNI
            ■ Secondo alcuni, il Signore ascolta tutte le preghiere, che gli sono rivolte. Le cose non stanno così. Al tempo d’Isaia, Dio disse dei Giudei impenitenti quanto segue: «Quando stendete le mani, distolgo gli occhi da voi; anche quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le vostre mani sono piene di sangue» (Is 1,15).
     Anche al tempo buio di Geremia, Dio si espresse così verso i ribelli: «Ecco, io faccio venire su loro una calamità, alla quale non potranno sfuggire. Essi grideranno a me, ma io non li ascolterò. Non ascolterò quando m’invocheranno nel tempo della loro sventura» (Gr 11,11.14b). «Se digiunano, non ascolterò il loro grido» (Gr 14,12). In Israele si sapeva che «Dio non ascolta i peccatori» (Gv 9,31).
     Ciò vale anche per le intercessioni. Dio disse a Geremia: «Non pregare per il bene di questo popolo» (Gr 14,12). «E tu non intercedere per questo popolo, non innalzare per essi suppliche o preghiere, e non insistere presso di me, perché non ti ascolterò» (Gr 7,16; 11,14a).

     ■ Secondo alcuni, tutte le preghiere raggiungono Dio, senza alcun impedimento. Le preghiere sono impedite dal comportamento errato: «Voi, mariti, allo stesso modo abitare insieme a loro con riguardo, come con a un vaso più delicato, quello femminile, dando loro onore, come a coloro che sono anche eredi con voi della grazia della vita, affinché le vostre preghiere non siano impedite» (1 Pt 3,7).

     ■ Secondo alcuni, prima o poi il Signore esaudisce tutte le preghiere. Ciò non è vero. Mosè voleva vedere la Terra Promessa, entrando in essa. «Ma l’Eterno si adirò contro di me, per causa vostra; e non mi esaudì. E l’Eterno mi disse: “Basta così; non mi parlare più di questa cosa”» (Dt 3,25s); gli concesse di vederla solo da lontano (vv. 27s). Paolo supplicò Dio a più riprese, ma si sentì dire: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza» (2 Cor 12,8s).

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