LOGORREA DEVOZIONALE
L’immagine ritrae il fariseo, che nella similitudine di Gesù
si vanta dinanzi a Dio per i suoi pregi morali e devozionali (Luca
18,11s). Oltre a quanto ho scritto sull’immagine, qui
di seguito riporto alcuni aneddoti,
che mi sono rimasti impressi nella memoria.
Chi
non conosce le preghiere lunghe e
interminabili di alcuni credenti, che, come sembra, dicono a Dio tutto ciò che
sanno o che vorrebbero finalmente dirgli,
quasi per timore che magari non
avranno un’altra occasione per parlare con Dio o non lo vedranno mai più? Ogni
volta sembra essere tale ultima volta. Chiaramente, così facendo, non può
esserci l’ombra di un «pari
consentimento», visto che siffatti credenti dalla facile logorrea occupano
in genere metà dell’incontro di chiesa. Fra terra e cielo si fa strada un’incerta atmosfera pregna di noia e di
narcosi ecclesiale. Alla fine di siffatta «lungaggine» oratoria, «l’amen» non è, in genere, di approvazione, ma di liberazione.
[...]
LEGGI I TRE
ANEDDOTI SUL SITO. Dopo averli letti,
forse anche tu conosci altri casi di «logorrea devozionale»;
oppure hai una riflessione in merito.
[CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Logorrea_dev_Mds.htm] SOLO
DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel
merito alle questioni in esso contenute?
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