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giovedì 12 ottobre 2017

Carismi variegati



CARISMI VARIEGATI

 

Gesù è «il santo, il verace, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, colui che chiude e nessuno apre» (Apocalisse 3,7).


Un «carisma» (gr. chárisma) è «l’azione della grazia» (gr. cháris) oppure la grazia in azione nella vita del credente rigenerato, ubbidiente e fedele. Il fine non è il profilare se stessi agli occhi degli altri, ma il servizio efficace nel regno di Dio e per l’edificazione nell’assemblea locale. Un carisma non è qualcosa, che si possiede, ma che si esplica nella pratica per un fine benefico. Tanto è vero che le «azioni della grazia» (gr. chárismata) vengono chiamate pure «azioni dello Spirito» (gr. pneumatiká; 1 Cor 12,1).


giovedì 7 novembre 2013

Quanti «doni» riceve ogni credente? Parliamone



QUANTI «DONI» RICEVE OGNI CREDENTE? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Quanti «doni» riceve ogni credente?». Secondo la tesi di alcuni credenti, ognuno riceverebbe un solo «dono» di numero e dovrebbe, quindi, esplicare una sola funzione ministeriale. Spesso si proietta il termine italiano «dono» nei brani, in cui non c’è, e si trascurano i significati propri dei termini e delle locuzioni presenti nel testo greco. C’è altresì anche una certa confusione fra talenti naturali, capacità acquisite e carismi quali «azioni (o manifestazioni) di grazia». Il problema nasce laddove sono i conduttori di chiesa a nutrire tale convinzione e, nella pratica ecclesiale, se ne servono per limitare le attività e i ministeri dei membri della loro chiesa. È inutile dire che ciò crea solo tensioni nella comunità; a ciò si aggiungano frustrazione e amarezza da parte di chi vede nella propria vita varie «azioni della grazia» (carismi) e si sente chiamato a vari ministeri. Alcuni membri capaci, non trovando spazio nella propria comunità, ma spesso solo fuori di essa, non trovando purtroppo disponibilità da parte dei conduttori di approfondire le questioni e non riuscendo a frenare la chiamata da parte del Signore, dopo anni di profondi conflitti interiori, decidono di cambiare chiesa locale, per trovare la «famiglia spirituale», in cui possono servire con passione, gioia ed efficacia nelle funzioni ministeriali, per le quali si sentono chiamati dal Signore e con le quali hanno potuto già servire Dio efficacemente fuori del loro contesto ecclesiale.
     In questo luogo non vogliamo parlare di doni, ministeri e funzioni ministeriali in se stessi né stabilire quanti e quali siano, ma solo della questione del sedicente «dono unico» per credente. Perciò, non vogliamo trattare tutti i brani del NT, ma soltanto quelli, che vengono citati nell’argomentazione per avvalorare la tesi «un solo dono per un solo credente».

     Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Doni_x-credente_Avv.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.

 

sabato 2 novembre 2013

Quanti «doni» riceve ogni credente?



QUANTI «DONI» RICEVE OGNI CREDENTE?

In realtà, non ricordo di essermi posto la questione di quanti doni un credente possa ricevere o che ci sia un limite numerico. A chi me lo chiedesse, risponderei: Tanti quanti bastano per servire in una certa situazione e per adempiere a una certa funzione ministeriale; in ogni modo, come minimo uno prevalente. Alcune tesi, che ho letto da qualche parte, mi hanno fatto riflettere nuovamente sulla questione. In pratica, si afferma che ogni credente può avere un solo «dono» spirituale di numero, né di più e né di meno.
     Prima tesi: In 1 Corinzi 12,7-11 Dio ha dato a ogni credente un dono, come ha voluto, e cioè a ognuno uno solo. Quindi, si tratta della proporzione di uno a uno: un credente un dono, non di più di uno solo di numero.
     Seconda tesi: Paolo aveva esortato Timoteo a rimanere a Efeso per mettere a posto alcune questioni dottrinali (1 Tm 1,3). E per svolgere bene quest’incarico doveva ravvivare il dono, che aveva ricevuto (2 Tm 1,6). Quindi, Timoteo possedeva un unico dono fra i tanti disponibili.

Il resto dello scritto segue sul sito unitamente alle mie osservazioni e obiezioni…
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Doni_x-credente_UnV.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.



ATTENZIONE! Questo articolo ha un carattere specialistico e non è per tutti. Per favore, non intervenire se, dopo aver letto l’intero articolo sul sito, ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!