TACERE ELOQUENTE
I motivi, per cui si
tace, sono tanti e hanno varia causa. Si tace, secondo i casi, per motivi
positivi o negativi, ad esempio: per rifiuto, per delusione, perché si è
seccati dalle tante parole altrui, perché feriti nell’amor proprio o nella
dignità, perché oramai le parole sono inutili, per lutto, per
auto-commiserazione, per disperazione, per non ferire, per pudore, per timore
di conseguenze, per vergogna dinanzi ad altri, per non svelare un segreto, per
non tradire, per codardia e così via. […]
Un silenzio non si può smentire né
confutare. Per capirne il senso, ci vuole una grande capacità
interpretativa. Gente distratta o insensibile non comprende le parole né i silenzi, né i gesti o la mimica, che
li accompagnano. […]
Tacere può essere
eloquente, e il silenzio può lasciare una eco rimbombante nella mente altrui.
C’è il tempo per tacere e quello per
parlare. Infatti, anche il silenzio può rendere colpevoli. Oppure, il
ravvedimento può nascere, tacendo dinanzi a Dio e aspettando che sia Lui a
parlare alla coscienza. Ci sono tempi di decadenza spirituale e morale, in cui
chi annuncia la verità viene evitato o messo a tacere. Inoltre, ci sono
persone, che non vogliono veramente ascoltare la verità, ma solo trovare una
conferma al proprio pregiudizio e un pretesto per accusare e colpire la persona
dabbene. Il discernimento sta nel
sapere quando tacere e quando parlare.
Il
resto dello scritto si trova sul sito.
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] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel
merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}