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venerdì 29 giugno 2018

Cerimonie nuziali religiose

CERIMONIE NUZIALI RELIGIOSE

di Nicola Martella
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1.  LE QUESTIONI: Salve fratello Nicola, ho letto alcuni articoli sul tuo blog e sul sito web. Ti scrivo per chiedere un tuo parere, ovviamente alla luce della Scrittura.
     Un fratello, che conosco, ha una testimonianza molto forte: nato in una famiglia non-credente, ha subito violenza nell’infanzia sia da donne che da uomini. Da adolescente ha avuto contatto con la pornografia, ma poi ha conosciuto il Signore. Tuttavia, pur avendo conosciuto il Signore, non è riuscito subito a vincere il peccato sessuale. Oggi, grazie a Dio, cammina nella purezza sessuale ed è fidanzato con una sorella in Cristo, che si è tenuta pura e con cui si vuole sposare.
     Il pastore delle ADI, nella chiesa che frequentano, gli ha detto che non lo sposerà in chiesa e che per lui può sposarsi al comune o andare da un pastore di una chiesa libera, per farsi sposare.
     Ti chiedo: questo atteggiamento viene da qualche dottrina delle ADI? Oppure è un’idea del pastore?
     Se il Signore lo ha perdonato, perché non può sposarsi nella chiesa, dove va? Cosa dice la Parola di Dio al riguardo?
     Aspetto una tua risposta. Dio ti benedica. {Clementina Polvere, ps.; 18/06/2018}
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2. ALCUNE RISPOSTE: Chiaramente, in questioni del genere dovrei ascoltare l’altra campana, ossia tale conduttore, per sapere il suo punto di vista e le argomentazioni da lui portate. Mi rendo conto che ciò non è possibile, poiché creerebbe molti più problemi per gli interessati. Perciò, rispondo a prescindere. Ecco qui di seguito singoli punti (leggili sul sito).
     Dalle tenebre alla luce:
     La questione del matrimonio:
     La questione del pastore:
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[→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Cerim_nuzial_GeR.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso. ► Per ricevere e-mail di notifica sulle novità, ISCRIVITI ALLA MAILING LIST: https://groups.google.com/forum/#!forum/fede-controcorrente/join
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ATTENZIONE! Quest’articolo presenta un tema delicato e ha un carattere specialistico, perciò non è per tutti. Per favore, non intervenire se, dopo aver LETTO L’INTERO ARTICOLO SUL SITO (clicca sul collegamento ipertestuale alla fine), ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!
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*** Discuti questo tema qui o sulla mia pagina di "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/cerimonie-nuziali-religiose/10156568169767990/

lunedì 29 gennaio 2018

Parenti credenti ma fornicatori, che fare?


PARENTI CREDENTI MA FORNICATORI, CHE FARE?
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SUNTO: Due giovani, figli di credenti, si convertono e si battezzano. In seguito, la ragazza si mette insieme a un giovane di un’altra chiesa e rimane incinta. I genitori la costringono al matrimonio, ma questo risulta poi un fallimento. Ora lei convive con un altro uomo, un non-credente. Il fratello non condivide questa scelta e si tiene a una certa distanza dalla sorella. I genitori sono passati col tempo da un atteggiamento di disapprovazione a uno di progressiva tolleranza, tanto che trattano il compagno della figlia con la stessa stima che si manifesta a uno di famiglia. Mi è stato richiesto di analizzare il caso e di dare le mie valutazioni.
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Fonte: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Cred_fornic_S&A.htm  (Prima d’intervenire, leggi l’intero articolo!). 
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martedì 11 ottobre 2016

Predicatori nell’immoralità 1: Dialogo con una lettrice



PREDICATORI NELL’IMMORALITÀ 1
Dialogo con una lettrice
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1.  ALCUNE PREMESSE: Diversi mesi fa, un credente mi scrisse, chiedendomi consiglio su che cosa fare riguardo a una persona conosciuta che, secondo quanto da lui appurato, è caduta nell’adulterio, ha abbandonato la sua famiglia, si è trasferito altrove e continua a predicare, a suonare, a fare conferenze e a presenziare culti di chiesa, per così dire, come se nulla fosse. Alla fine mi rivelò il nome di tale persona. Rimasi sorpreso. Qui di seguito noi chiameremo tale persona «Arturo», per non rivelarne la vera identità; infatti, vogliamo parlare del problema, abbastanza ricorrente fra «leader di successo», e non tanto della persona specifica. Perciò, essendo un fatto che ha toccato più di un «predicatore di successo» negli ultimi anni, invito i lettori, che interverranno, a non fare nomi né congetture. Ogni intervento, che conterrà nomi, sarà cancellato.
     Qui di seguito riporto il dialogo con tale lettrice; in un prossimo articolo riporterò il mio tentativo di dialogare con «Arturo».
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2.  IL DIALOGO CON UNA LETTRICE: Il seguente dialogo è avvenuto con una lettrice, che mi ha scritto. La chiameremo Linda Tedeschi. Ho eliminato tutti i riferimenti riguardo a persone specifiche e a luoghi. [→ Sul sito]
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[→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Predic_immor1_S&A.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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sabato 2 luglio 2016

I panni sporchi e Internet



I PANNI SPORCHI E INTERNET
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1. L’antica sapienza popolare affermava: «I panni sporchi si lavano in casa»; una variante ha «in famiglia». Tale metafora illustrativa intendeva affermare che ci sono faccende delicate, che non bisogna divulgare fuori delle mura domestiche, ma che bisogna risolverle nella stretta cerchia delle persone interessate. Chi è esterno a certe situazioni, non è in grado di comprenderle pienamente, ma rischia di travisare i fatti e a diffonderli ulteriormente, e cioè in modo sbagliato.
     Tale proverbio non vale soltanto per la casa o al famiglia materiale, ma anche per quella spirituale, ossia l’assemblea locale. Infatti, «l’assemblea del Dio vivente» viene chiamata nella Bibbia la «casa di Dio» (1 Tm 3,15; cfr. 1 Pt 4,17). E i credenti sono chiamati «membri della famiglia di Dio» (Ef 2,19).
     In situazioni, in cui sono stati coinvolte persone esterne, ho notato che esse non sempre hanno approfondito sufficientemente i fatti, per essere in grado di giudicarli correttamente. Alla fine, generalizzando tutto, hanno dichiarato che ognuno è colpevole a modo suo. In tal modo, le vittime sono state punite due volte e i prepotenti si sono sentiti, a loro modo, assolti.
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2. Vedo vari credenti, che si mostrano abbastanza stolti, per il fatto che «mettono a stendere in Internet» faccende, che riguardano casa loro o le loro assemblee. Alcuni, invece di discutere i fatti coniugali o familiari in casa, mettono le loro faccende private in Internet, senza neppure sentire vergogna; così tutti le vengono a sapere e magari s’intromettono. Similmente, anche credenti della stessa assemblea, invece di trovare una soluzione insieme e con persone sagge della stessa comunità, espongono al vento di Internet le loro controversie e i loro fatti sgradevoli.
     Similmente avviene o lettere mandate a un certo numero di chiese, che si conosce o con cui si è affiliati, oppure mediante posta elettronica a un gran numero di indirizzi, per denunciare specifiche persone, particolari fatti accaduti nella propria assemblea o controversie, che si hanno con altri credenti. [...]
     IL RESTO DELLO SCRITTO SEGUE SUL SITO
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[CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Etic/T1-Pann_Internet_UnV.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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giovedì 23 giugno 2016

Il marito è incentivo o avvilimento nel servizio della moglie? Parliamone



IL MARITO È INCENTIVO O AVVILIMENTO NEL SERVIZIO DELLA MOGLIE? PARLIAMONE
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Qui di seguito discutiamo l’articolo «Il marito è incentivo o avvilimento nel servizio della moglie».

1. MA ANCHE CERTE MOGLI... [→ Sul sito]
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2. PROBLEMA SPESSO CULTURALE E CARATTERIALE
     Ci sono casi, in cui una moglie è di freno al ministero del marito, e anche casi contrari. Laddove è il marito la causa dell’infelicità personale e ministeriale della moglie, non sempre c’è in lui malanimo, ma c’è spesso un pessimo carattere (irascibilità, arroganza, ecc.) oppure del maschilismo culturale latente (magari ereditato dalla famiglia d’origine o presente nell’ambiente), secondo cui l’uomo è un pascià o un padre-padrone, e le donne bisogna trattarle proprio così, se si vuole essere rispettati dagli altri. Inoltre, non esistono solo «uomini spirituali» nelle famiglie credenti, ma anche «uomini carnali». Se in Efesini 5 Paolo parlò dell’amore e dei doveri dell’uomo verso la propria moglie fino al sacrificio, ciò significa che il problema c’era. La realtà mostra che o ci sono uomini latitanti, che non si prendono le loro responsabilità di «capo», o uomini che fanno il bello e il cattivo tempo in famiglia come piccoli dittatori viscerali. Ci sono uomini, che in famiglia sono stitici di parole e di sentimenti e, quando aprono la bocca, è solo per sbraitare.
     Non so quanta esperienza abbia tale lettore sul campo. Nella mia esperienza personale nella visita di chiese e famiglie, da nord a sud dell’Italia, e nella cura pastorale di tante persone, posso assicurargli che di «padrini», piccoli pascià, padri-padroni e dittatori ne ho incontrati parecchi. L’idea che avevano del ruolo dell’uomo e della donna, l’avventurosa interpretazione che facevano dei vari brani biblici, la cultura ecclesiale risultante che tali uomini creavano, il senso dell’«onore» che si erano costruiti, il loro ruolo nelle comunità dove propagavano tali idee, eccetera, creavano un consenso tale, che legittimava (ai loro occhi) il comportamento maschilista, autoritario e arrogante in famiglia, specialmente verso le loro consorti. Il risultato era costituito da belle preghiere e belle meditazioni pubbliche, per poi trattare subito dopo le loro mogli con durezza e amarezza, non di rado pronunciando cattive parole verso di loro. Ho conosciuto uomini, che avevano appena fatto al loro meditazione personale, e subito dopo si sono rivolti alla loro moglie con male parole e minacce. Magari, subito dopo, parlavano con te della loro fede, della «sana dottrina» e che cosa bisognasse fare per propagare l’Evangelo.
     Come è possibile tutto questo? È possibile. Io l’ho vissuto e sono rimasto in grande imbarazzo. Alcuni hanno l’abilità di far fuoriuscire dalla stessa fonte ora parole dolci, ora parole amare (Gcm 3,9-12). Basandosi sul consenso culturale e sul loro presunto ruolo, si credono legittimati a fare così e, perciò, non sentono neppure sensi di colpa.
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3. ASPETTI CONCLUSIVI [→ Sul sito]
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[CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Marit_minis_mogl_S&A.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
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