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lunedì 11 settembre 2017

Eravamo spiriti preesistenti prima della procreazione?

ERAVAMO SPIRITI PREESISTENTI PRIMA DELLA PROCREAZIONE?
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1.  LE QUESTIONI: Ciao Nicola, cosa ne pensi del post di Giuseppe Greco, che ha postato su Facebook? Egli ha scritto: «Miei cari vi rivelò un mistero, come dice l’apostolo Paolo, uno è lo splendore del sole e un altro quello della luna e un altro quello delle stelle. Come un astro è differente da un altro astro così saranno i salvati. Ci sono i celesti, i telesti e i terrestri. Noi saremo destati e tutti cambiati, ognuno nel proprio ordine. Noi prima di essere materia, eravamo esseri spirituali. Dio ci chiamava dèi e così ci chiama ancora. È di sua propria volontà che ci ha generati, siamo i suoi prediletti figli. Perché ci ha messi su questa terra? Per provarci, per vedere se osserviamo i suoi insegnamenti. Amen».
     Rosa Leanza, moglie di Giuseppe Greco, per confermare il post di suo marito, ha commentato con i versi di Giobbe 38,4.7.21.
     Giobbe 38,21 recita: «Tu lo sai, perché allora eri già nato, e il numero dei tuoi giorni è grande». Questo verso fa comprendere come se Giobbe avesse vissuto prima della creazione. Mi chiedo se questo verso è stato tradotto malamente oppure ci vuole dire tutt’altra cosa? {Gianni Cascato; 03-09-2017}
     Quando, poi, ho chiesto a Gianni Cascato il link preciso di tale scritto, mi ha scritto che non lo trovava più sulla bacheca di Giuseppe Greco né nei gruppi, in cui egli lo aveva messo; l’autore l’aveva cancellato.
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2.  ALCUNE RISPOSTE: L’idea, secondo cui, gli uomini fossero spiriti preesistenti, è una concezione gnostica. Essi sarebbero poi stati imprigionati nella materia, ritenuta cattiva. Idee del genere le hanno anche certi santoni carismaticisti, che influenzano le masse. Avendo già affrontato tale tema altrove, rispondo solo in modo succinto. [...]
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     1 Corinzi 15: Qui Paolo parlò solo di due categorie: corpi celesti e terrestri col riferimento alla risurrezione. Egli non volle parlare di esseri preesistenti. L’apostolo asserì soltanto che il corpo di risurrezione sarà differente dall’attuale corpo (vv. 35ss) e cioè più glorioso, trattandosi di un corpo celeste (vv. 40) o spirituale (vv. 44.46). Riguardo all’uomo il celeste viene dopo il terrestre (vv. 46-49), non viceversa; perciò è fuori luogo parlare qui di spiriti umani preesistenti. Il mutamento è dato dalla risurrezione soltanto (vv. 53s). In questo brano Paolo non affermò mai: «Noi prima di essere materia, eravamo esseri spirituali»; tale attribuzione è colpevole e ideologica. Si vede che Giuseppe Greco ha lavorato di fantasia, proiettando qui tale malsana concezione gnostica ed esoterica, importata da altri.
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     Spiriti preesistenti quali dèi?: In nessun punto della Bibbia viene asserita o descritta una vita prenatale degli uomini, in cui essi fossero stati chiamati «dèi». Il termine ebraico ëlohîm intende «tremendi» ed era usato nell’antichità per designare le autorità, specialmente re e giudici, dinanzi ai quali il comune popolo aveva timore e tremore. Il brano a cui si fa riferimento è Salmo 82,6s: «Io ho detto: “Voi siete dèi, siete tutti figli dell’Altissimo. [7] Tuttavia voi morrete come gli altri uomini, e cadrete come ogni altro potente». Il contesto parla di persone in autorità (ebr. ëlohîm), che vivevano in terra e avevano la mansione di giudici (vv. 1s). Il loro obbligo era quello di amministrare la giustizia fra il popolo (vv. 3s), ma essi non lo ottemperarono (v. 5). Sebbene essi avevano una particolare autorità e posizione nel mondo, tali re e giudici erano mortali come tutti gli altri (vv. 6s) e sarebbero stati assoggettati al giudizio del Dio vivente (v. 8). Qui non vi è traccia di una vita antecedente al concepimento né al fatto che i sedicenti spiriti preesistenti fossero chiamati «dèi».
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SUL SITO LEGGI ANCORA I SEGUENTI PUNTI:
     Dio ha creato solo in Adamo, non prima
     Giobbe 38,4.7.21
     Aspetti conclusivi
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[→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Preesistent_Ori.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso. ► Per ricevere e-mail di notifica sulle novità, ISCRIVITI ALLA MAILING LIST: https://groups.google.com/forum/#!forum/fede-controcorrente/join

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giovedì 29 dicembre 2016

Fidarsi del proprio cuore?



FIDARSI DEL PROPRIO CUORE?
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1. La tesi sentimentale
     Tempo fa ho letto il seguente scritto di qualcuno, che rispecchia una tendenza diffusa, che riporto con alcune correzioni secondarie e con il grassetto: «Nella vita fidati sempre del tuo cuore, in qualunque situazione, in qualunque prospettiva tu ascoltalo e seguilo sempre e comunque. Solo lui è in grado di mostrarti la verità. Solo lui è nella condizione giusta per mostrarti la strada da seguire. Seguilo perché ti condurrà dove hai sempre desiderato andare, dove ti aspetta qualcuno di speciale, non dubitare mai!» {Raffy}
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2. Breve analisi
     Ciò che l’autore intende con «cuore» è vario: istinto, intuito, sentimento, intimo, coscienza e cose simili. Si attribuisce al proprio «cuore» una certa capacità di essere un «saggio interiore», come fosse un maestro di vita, una guida spirituale e morale.
     Di là dal romanticismo, espresso da tale autore, il proprio «cuore» può veramente fare cose del genere? Può esso dare discernimento, lumi, guida, ammaestramento e così via? Dubitiamo proprio di no.
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3. L’analisi biblica del cuore umano [→ Sul sito]
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4. La cura biblica per il cuore umano
     ■ La via biblica è quella del ravvedimento dalla malvagità del proprio cuore, per ottenere il perdono divino (cfr. At 8,22). Allora lo Spirito Santo creerà nel peccatore penitente la rigenerazione dell’essere. A quel punto, non sarà il proprio cuore a guidare il credente, ma il Signore con il Suo Spirito e la sua Parola. Coloro, che invece vorranno coltivare il loro «malvagio cuore incredulo», ritirandosi dal Dio vivente (Ebrei 3,12), saranno ingannati da se stessi e finiranno con un fiasco esistenziale.
     ■ Ecco la raccomandazione della sapienza: «Confidati nell’Eterno con tutto il cuore, e non t’appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie, ed Egli appianerà i tuoi sentieri. Non ti stimare saggio da te stesso; temi l’Eterno e ritirati dal male; questo sarà la salute del tuo corpo, e un refrigerio alle tue ossa» (Proverbi 3,5-8). Chi smette di fidarsi del proprio cuore e del proprio giudizio, ma si affida al Signore, oltre ai benefici spirituali, starà meglio anche fisicamente, acquistando salute!
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L’ARTICOLO COMPLETO SI TROVA SUL SITO
     [→ CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Dot/A1-Fida_cuor_Ori.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso. ► Per ricevere e-mail di notifica sulle novità, ISCRIVITI ALLA MAILING LIST: https://groups.google.com/forum/#!forum/fede-controcorrente/join

lunedì 17 febbraio 2014

Fidarsi del proprio cuore?



FIDARSI DEL PROPRIO CUORE?

1. La tesi sentimentale
     Tempo fa ho letto il seguente scritto di qualcuno, che rispecchia una tendenza diffusa, che riporto con alcune correzioni secondarie e con il grassetto: «Nella vita fidati sempre del tuo cuore, in qualunque situazione, in qualunque prospettiva tu ascoltalo e seguilo sempre e comunque. Solo lui è in grado di mostrarti la verità. Solo lui è nella condizione giusta per mostrarti la strada da seguire. Seguilo perché ti condurrà dove hai sempre desiderato andare, dove ti aspetta qualcuno di speciale, non dubitare mai!» {Raffy; 23 luglio 2012}

2. Breve analisi
     Ciò che l’autore intende con «cuore» è vario: istinto, intuito, sentimento, intimo, coscienza e cose simili. Si attribuisce al proprio «cuore» una certa capacità di essere un «saggio interiore», come fosse un maestro di vita, una guida spirituale e morale.
     Di là dal romanticismo, espresso da tale autore, il proprio «cuore» può veramente fare cose del genere? Può esso dare discernimento, lumi, guida, ammaestramento e così via? Dubitiamo proprio di no.

3. L’analisi biblica del cuore umano
     Che cosa afferma la sacra Scrittura sul «cuore» e sulle sue capacità?
     ■ «Il cuore è ingannevole più d’ogni altra cosa, ed è corrotto. Chi lo conoscerà? Io, l’Eterno, che investigo il cuore, che metto alla prova le reni, per retribuire ciascuno secondo le sue vie, secondo il frutto delle sue azioni» (Geremia 17,9s). Il cuore era per gli Ebrei la sede dei pensieri, mentre le reni rappresentavano la sede della coscienza. Essendo il cuore estremamente ingannevole e corrotto, non può essere un’istanza morale. […]
     ■ Anche il saggio Salomone dovette ammettere per studio ed esperienza personale: «Il cuore dei figli degli uomini è pieno di malvagità e hanno la follia nel cuore, mentre vivono» (Ecclesiaste 9,3). Come fidarsi di un’istanza folle e farsi guidare da essa? Sarebbe come se un cieco volesse essere guida di altri ciechi! […]

4. La cura biblica per il cuore umano
     ■ La via biblica è quella del ravvedimento dalla malvagità del proprio cuore, per ottenere il perdono divino (cfr. At 8,22). Allora lo Spirito Santo creerà nel peccatore penitente la rigenerazione dell’essere. A quel punto, non sarà il proprio cuore a guidare il credente, ma il Signore con il Suo Spirito e la sua Parola. Coloro, che invece vorranno coltivare il loro «malvagio cuore incredulo», ritirandosi dal Dio vivente (Ebrei 3,12), saranno ingannati da se stessi e finiranno con un fiasco esistenziale. […]

     Il resto dello scritto segue sul sito
     [CONTINUA LA LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Dot/A1-Fida_cuor_Ori.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.


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giovedì 4 luglio 2013

Antropologia sotto verifica

ANTROPOLOGIA SOTTO VERIFICA

1. ENTRIAMO IN TEMA: Dovendo approvare uno scritto in un gruppo, che gestisco, in Internet, l’ho letto. Di per sé tale scritto di Franco D’Antoni ricalcava le (più o meno) «quattro leggi spirituali». Egli, partendo dal senso della vita, parlò brevemente di questi aspetti, come fossero una piccola dogmatica: 1. Il piano di Dio; 2. L’uomo; 3. La caduta dell’uomo; 4. Cristo compì la redenzione; 5. La nuova nascita dell’uomo.
     Riguardo all’uomo, scriveva quanto segue: «Per eseguire questo suo piano, Dio creò l’uomo come un vaso in tre parti: il corpo, l’anima e lo spirito (1 Tessalonicesi 5,23). Il corpo è in relazione con il mondo materiale e accoglie ciò che è materiale. L’anima con le sua facoltà intellettuali è in contatto col mondo psichico e accoglie cose nell’ambito psichico. Lo spirito dell’uomo, la sua parte intima, celata, fu creata da Dio, perché l’uomo vi accogliesse Dio stesso e con Lui avesse famigliarità e lo adorasse (Giovanni 4,24). In sostanza l’uomo fu creato da Dio allo scopo di accogliere Dio col suo spirito e di essere con lui in relazione (Efesini 5,18)». {20-06-2013} Ed è di questo che vogliamo parlare qui di seguito, mostrando dapprima la discussione così come si è sviluppata.
     Mi aveva colpito che lui parlasse di «tre parti» dell’essere, ma poi descrivesse tre funzioni. Non si comprendeva neppure perché l’uomo dovesse accogliere «Dio stesso» solo col suo spirito e non con tutto il suo essere, come se l’essere umano potesse mai agire a compartimenti stagni e non nella sua interezza di essere fisico-spirituale, quindi con i suoi sensi, il suo intelletto e i suoi sentimenti.

2. ANALISI DELLE ASSERZIONI: Si fa sempre bene a ricordare le «quattro leggi spirituali» e a comunicare l’Evangelo. Faccio qualche osservazione:
     ● Si afferma nel punto 1: «Dio creò l’uomo come un vaso in tre parti: il corpo, l’anima e lo spirito». Tuttavia in Genesi 2,7 si parla di solo due «sostanze» (corpo e alito), da cui poi l’uomo divenne «un’anima vivente», ossia un essere vivente, quindi una «persona».
[…]
     ● Si afferma nel punto 4: «Allorché Cristo risorse dalla morte, divenne Spirito che dà la vita». E ancora: «Cristo... è diventato Spirito vivificante». Tuttavia, una tale opinione non si trova nella Bibbia. Mentre Adamo era una «anima vivente», ossia una persona necessaria di sostegno per vivere, di Cristo è scritto che «l’ultimo Adamo, è spirito vivificante» (1 Cor 15,45), ossia un essere spirituale, che trasmette vita. Il verbo essere (presente continuo) mostra che ciò non è avvenuto alla risurrezione in poi, ma lo è almeno dall’incarnazione in poi, se non da sempre. Infatti, è scritto del «Logos», quale «Dio presso Dio» prima dell’incarnazione: «In lui era la vita; e la vita era la luce degli uomini» (Gv 1,4).

3. LA DISCUSSIONE: Facciamo sempre bene a verificare fino in fondo le cose, che scriviamo, come i Bereani, «esaminando tutti i giorni le Scritture, per vedere se le cose stavano così» (At 17,11). Ringrazio i miei interlocutori, che mi hanno dato qui l’occasione di approfondire con loro il tema dell’antropologia biblica, sebbene io l’abbia affrontata sistematicamente già nelle mie opere pubblicate e in rete. Fa sempre bene sforzarsi a rispondere a nuovo alle obiezioni altrui. […]

Qui abbiamo riportato solo alcuni brani dello scritto, il resto segue sul sito.
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Antropol_verific_MT_AT.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


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mercoledì 24 aprile 2013

Antropocentrismo spiritualista?

ANTROPOCENTRISMO SPIRITUALISTA?

1. LE TESI: La parola d’ordine è «sì» e la porta d’accesso sei tu! Dio vuole avere con te una relazione vivente e dinamica, che non consiste in una visitina settimanale della domenica mattina. È un’amicizia, che dispensa vita momento per momento, giorno per giorno e che si sviluppa, quando impari a dimorare nella sua volontà e nella sua presenza manifesta.
     Dicendo che la porta d’accesso tra la dimensione terrena e la dimensione celeste sei tu, voglio intendere che tutto ciò che è menzionato sopra e tutto quello è menzionato nelle Scritture, è già tuo per mezzo di Gesù Cristo; e, per il fatto che sei in accordo con Dio, consenti a tutto ciò, che è nell’eternità, di sgorgare attraverso di te e fuoriuscire verso gli altri.
     Tutte le promesse di Dio sono «sì» e «amen» in Gesù, ed Egli vive in te (2 Corinzi 1,20). Nel luogo santissimo della presenza di Dio puoi continuamente godere di ogni cosa, che ha in serbo per te. È veramente il donatore di ogni dono buono e perfetto (Giacomo 1,17). È il tuo amorevole Padre celeste, che ha cose grandi e meravigliose pronte per te proprio ora. {Nunzio Lo Nardo; 24-04-2013; adattamento e formattazione redazionali}



2. OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: In questo scritto sono scritte cose buone, ma ci sono alche alcune imprecisioni, che probabilmente non erano nelle intenzioni dell’autore, ma che si prestano facilmente a equivoci e cattive interpretazioni. L’autore farebbe, quindi, bene a spiegare meglio il suo pensiero. Ecco qui di seguito la mia analisi di alcuni elementi ambigui.
     ■ Si afferma: «la porta d’accesso tra la dimensione terrena e la dimensione celeste sei tu». Di là dalle buone intenzioni dell’autore, tale pensiero può essere fonte d’equivoco nel senso dello spiritualismo esoterico (gnosticismo, new age, ecc.). L’unica «porta» fra la terra e il cielo nella sacra Scrittura porta un nome preciso: Gesù Cristo. «Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato, ed entrerà e uscirà, e troverà pastura» (Gv 10,9). Inoltre, il Mediatore fra Dio e l’uomo, è solo uno: Gesù Cristo, essendo Egli Dio e uomo (1 Tm 2,5).
     ■ Si afferma: «...per il fatto che sei in accordo con Dio, consenti a tutto ciò che è nell’eternità di sgorgare attraverso di te e fuoriuscire verso gli altri». Anche questo è molto equivoco e presta il fianco allo spiritualismo misticheggiante, se non esoterico. Ciò che è nell’eternità, rimane lì in attesa che si realizzi alla fine dei tempi, e non sgorga nell’uomo (altrimenti egli esploderebbe o ne verrebbe consumato), né egli ne diventa dispensatore per gli altri. Gesù non parlò di «tutto ciò che è nell’eternità», ma dello Spirito Santo: «Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Ora disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che crederebbero in lui» (Gv 7,38s). L’unica cosa, che oggigiorno il credente può dispensare agli altri è la Parola dell’Evangelo e le opere di bene.
     ■ È vero «quante sono le promesse di Dio, tutte hanno in lui [= Cristo] il loro “sì”» (2 Cor 1,20). Tuttavia, le promesse non sono ancora il pieno adempimento delle cose. Oggigiorno, attendendo «tutto ciò che è nell’eternità», camminiamo ancora per fede e non per visione (2 Cor 5,7). Una cosa è avere la «caparra», altra cosa è avere il pieno possesso delle cose (cfr. 2 Cor 1,22; 5,5); così oggi siamo suggellati per il giorno della redenzione finale (Ef 4,30).

            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Antropoc_spiritual_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}