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martedì 10 gennaio 2017

Istigazione all’omertà fra cristiani?



ISTIGAZIONE ALL’OMERTÀ FRA CRISTIANI?
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            ■ Voi che cosa ne pensate del testo scritto su questa immagine? La parte superiore è stata eseguita da un anonimo (le sovraimpressioni sono mie); la parte inferiore l’ho aggiunta io.
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            ■ Tale atteggiamento non creerà degli «intoccabili» e, quindi, un certo «clero» e una certa classe di nuovi presunti «unti del Signore», secondo cui chi tocca loro, dovrà vedersela col Dio stesso?
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            ■ Che bisognerà fare allora verso «falsi cristi», «falsi profeti», «falsi maestri», «battitori liberi» e quanti altri usano i pulpiti e Internet per propagare falsi insegnamenti? Come bisognerà comportarsi verso coloro, che predicano bene e razzolano male, ma non ascoltano la riprensione della Parola? E che dire di cantautori e conferenzieri, che vivono nell’immoralità, ma organizzano incontri, convegni e concerti, seducendo così schiere di giovani e adulti?
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Per l’approfondimento si vedano i seguenti scritti sull’ «apologetica» o difesa della fede biblica:
Accuse di calunnia: Quando non si comprende l’apologetica biblica {Nicola Martella} (A)
Accuse di calunnia? Parliamone {Nicola Martella} (T)
Apologetica e giudizio {Nicola Martella} (T/A)
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martedì 15 settembre 2015

Bisogna difendere la fede biblica?



BISOGNA DIFENDERE LA FEDE BIBLICA?

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Qualcuno ha chiesto fra il serio e l’ironico, se tra i doni dello Spirito esista anche il dono di difensore della fede; in tal modo questi intendeva mettere in dubbio tale evenienza. Rispondiamo qui di seguito a questa convinzione, anticipando che non condividiamo tale dubbio.
     Inoltre, questo tipo di credenti pensa che confutare le convinzioni erronee di falsi maestri sia solo polemico e infruttuoso. Da quanto in qua, avvertire i credenti riguardo al pericolo di falsi maestri è attività inutile? Secondo tale logica, dovremmo lasciare che la «zizzania dottrinale» dei falsi maestri continuai a infestare le menti dei credenti, specialmente se giovani. Dovremmo permettere ai «pifferai magici» di continuare a incantare i «topolini» sprovveduti? Coloro, che sono trascinatori specialmente di giovani, sono elementi molto pericolosi per la stabilità delle chiese. Un po’ di lievito fa lievitare tutta la massa.
     Altri usano un’altra tattica contro l’apologetica. Essi suggeriscono addirittura che chi scrive articoli di confutazione contro falsi maestri e le loro dottrine, in tal modo voglia sentirsi «più a posto» degli altri; si rimane perplessi.
     A ciò si aggiunga che siccome non dovremmo combattere contro carne e sangue, si afferma che non dovremmo denunciare i cattivi maestri, sebbene essi scrivano pubblicamente. Che cosa pensano che le potenze spirituali della malvagità non si servano di uomini, per propagare le loro convinzioni e portare avanti i loro piani? Che succede laddove credenti fanno posto al diavolo? (Ef 4,27). Che succede laddove alcuni permettono che Satana riempia così il loro cuore, da farli mentire allo Spirito Santo? (At 5,3). [...]
     Singolare è pure che tali credenti non vedano alcuna differenza fra apologetica e edificazione e affermano che le Scritture non farebbero una tale distinzione. Possibile che non conoscano la differenza fra un «proclamatore» (gr. profḗtēs) e un «insegnante» (gr. didáskalos)? Se non ci fosse alcuna differenza, perché il medesimo Spirito avrebbe dato carismi differenti? (1 Cor 12,4ss). È evidente che il linguaggio e il modo di presentare i contenuti del «proclamatore» (1 Cor 14,3) e dell’«insegnante» (Tt 1,9; cfr. 2 Tm 2,15.24ss) sono completamente diversi, come pure i loro obiettivi.
     La cosa preoccupante è che mettono l’apologeta e i falsi maestri sullo stesso livello. Invece di essere grati per il ministero di apologetica, presente in tutti i secoli, che denuncia i diabolici imbrogli di coloro, che vogliono intorbidire «l’insegnamento risanante» del NT e confondere le menti dei credenti, si accaniscono contro tali insegnanti. Addirittura, fanno intendere che chi difende la verità dai falsi maestri, che pubblicamente spandono il loro «lievito», siano una specie di calunniatori! Ciò è incredibile e mostra il poco discernimento spirituale e morale, che si possiede. Anche Gesù e gli apostoli misero in guardia dai falsi maestri, loro avversari, senza andare troppo per il sottile (Mt 7,15ss; 16,11; 23,13-36; Mc 12,38; Fil 3,2; 2 Tm 4,14). Pietro affrontò di petto Simone il Mago in Samaria (At 8,20-23); Paolo fece similmente con il mago giudaico Elima, che si spacciava per «Bar-Gesù» (= figlio di Gesù; At 13,6-11). Avevano sbagliato pure loro? [...]

2.  GLI APPROFONDIMENTI BIBLICI: [sul sito]
3.  ASPETTI CONCLUSIVI: [sul sito]

L’ARTICOLO COMPLETO SI TROVA SUL SITO
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Difend_fede_UnV.htm] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso. ► Per ricevere e-mail di notifica sulle novità, ISCRIVITI ALLA MAILING LIST: http://groups.google.com/group/fede-controcorrente/subscribe

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giovedì 17 luglio 2014

«Giudicate voi…»



Responsabilità apologetica d’un osservatorio religioso

Mi arrivano, in modo ricorrente, lettere piene di rimprovero, se non addirittura astio, che hanno le seguenti caratteristiche: ▪ 1. Rimproverano chi scrive su «Fede controcorrente» di qualcosa di generico, senza fare nomi o portare argomenti. ▪ 2. Accusano gli scrittori di calunniare o fare maldicenza, ma senza portare un caso concreto. ▪ 3. Occasionalmente si fa appello al pentimento, senza spiegare un caso specifico di evidente peccato; ▪ 4. Si fanno minacce piamente velate o palesi, affermando che, così facendo, si diventa oggetto dell’ira di Dio e del suo giudizio. ▪ 5. Alcuni inoltre mettono fuori uso il «frutto dello Spirito» e scrivono cose con tutta la loro carnalità; ▪ 6. A ciò si aggiungano i sospetti: chi afferma che ci manca lo Spirito Santo, chi dice che abbiamo fatto il peccato imperdonabile o la bestemmia contro lo Spirito Santo e chi asserisce addirittura che siamo semplicemente indemoniati.
     Nulla di nuovo. Già Gesù e gli apostoli vissero cose del genere. Negli ultimi due millenni tutti gli apologeti hanno sperimentato tali cose. Qui di seguito riportiamo alcune di tali critiche che ci vengono rivolte. Come «figli di luce» non abbiamo nulla da nascondere e accettiamo volentieri ogni correzione, dove è vera e sensata. Qui di seguito ci atteniamo a poche questioni, visto che abbiamo già affrontato altrove gli aspetti biblici, teologici e razionali del problema.

Per apologeti biblici intendiamo coloro che si basano su una rigorosa esegesi contestuale del testo biblico, per difendere le verità evidenti della «sana dottrina». Poi ci sono gli ideologi, che usano (o saccheggiano) la Scrittura per le loro proprie opinioni dogmatiche, religiose o politiche; sebbene essi possano fregiarsi del titolo di «apologeta», in effetti non lo sono veramente.

Sul sito seguono i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Giudicate_voi_UnV.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.


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ATTENZIONE! Questo articolo ha un carattere specialistico e non è per tutti. Per favore, non intervenire se, dopo aver letto l’intero articolo sul sito, ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!

lunedì 27 dicembre 2010

Natale e apologetica cristiana? Parliamone

NATALE E APOLOGETICA CRISTIANA? PARLIAMONE

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Natale e apologetica cristiana». Ribadisco ancora una volta, riferendomi a Romani 14, che io personalmente sono uno che non osserva giorni particolari e per il quale tutti i giorni sono uguali per onorare Dio nella mia vita. Da questa posizione di libertà mi sento di riconoscere il diritto di altri credenti di osservare ricorrenze settimanali, mensili o annuali, che non sono apertamente in contrasto con lo spirito del nuovo patto. La mia eventuale critica riguarderà eventualmente la modalità e la contingenza di tutto ciò.
     Qui ci interessa particolarmente la difesa della verità, per realizzare la quale bisogna sapere con precisione che cosa il nuovo patto comanda (centralità ineludibile) e che cosa delega alla coscienza dei singoli (periferia, contingenza).
     Inoltre bisogna mettere a fuoco l'azione efficace dei cristiani biblici nel mondo d'oggi e rispetto ai contenuti culturali odierni della nostra attuale civiltà. L'uso di argomenti desueti (p.es. sedicenti radici pagane del Natale) non solo non sono comprensibili ai contemporanei, ma anche laddove riusciamo a farglieli capire, probabilmente non otteniamo nulla di singolare rispetto all'Evangelo; la gente continuerà a fare le stesse cose, ma con più discutibile «conoscenza».
     Quando la pietra cade nell’acqua, crea innumerevoli cerchi, piccoli e intensi all’origine e sempre più grandi e meno intensi verso la periferia. Così è con l’annuncio dell’Evangelo e con l’influenza del regno di Dio. Alcuni, che ascoltano l’Evangelo e hanno a che fare con i credenti fedeli, si lasceranno discepolare. Altri apprezzano il «buon profumo di Cristo», quando siamo con loro, e si lasciano evangelizzare. Altri ancora cristianizzano i loro costumi con gradi diversi. L’evangelizzazione, l’insegnamento biblico e l’apologetica partono dalla luce, che c’è dentro gli altri, e la incoraggiano a svilupparsi.
     Di là da come si pensi sul Natale, è difficile essere ascoltati sulla fede biblica, dopo aver scandalizzato i propri interlocutori, ferendoli nei loro sentimenti e nelle loro convinzioni. Invece di condurre furenti battaglie contro il Natale, il cui esito è sempre incerto, si fa bene a spiegare alla persone perché Gesù è nato. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Natale_apologetica_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

■ Discuti questo tema su «Diakrisis»: http://www.facebook.com/topic.php?uid=142924442405050&topic=884

sabato 25 dicembre 2010

Il Natale e l’apologetica cristiana


IL NATALE E L’APOLOGETICA CRISTIANA

In questo articolo parleremo di «apologetica»; essa è la difesa della verità biblica nei confronti sia del paganesimo e dell’ateismo, sia di correnti di pensiero all’interno del cristianesimo. In temi di usi e costumi (come il Natale), alcuni vogliono portare avanti le loro tesi, risalendo alla genesi storico-culturale, che avrebbe generato tale costume. È lo stesso artificio di coloro, che affermano che non bisogna usare oggigiorno certe parole, usando l’etimologia, perché esse avrebbero una provenienza pagana.
     La questione, che qui ci preme, è specialmente la seguente: Dal punto di vista apologetico, come deve porsi il cristianesimo biblico dinanzi a fenomeni culturali, presenti in una zona, dove arriva l’Evangelo? I missionari cristiani del primo secolo (apostoli) si ponevano in netta e aperta contrapposizione contro i fenomeni culturali, che trovavano, oppure cercavano in tale cultura un punto in comune, da cui iniziare l’annuncio dell’Evangelo? (cfr. At 17). Essi annunciavano Gesù Cristo a prescindere, oppure evidenziavano quegli aspetti, che erano particolarmente sensibili per tale cultura religiosa? Ad esempio, laddove c’era una grande influenza filosofica, che prometteva una «conoscenza» profonda delle cose (gnosi), che cosa insegnava il missionario a tali discepoli, tentati da tale cultura? (cfr. Col 2,2ss.8ss). Diceva egli le stesse cose in un contesto di legalismo? (cfr. Rm 10,3s; Gal 5,1ss).
     Quindi, qui non ci preme tanto il Natale quanto le argomentazioni usate per screditarlo. Evidentemente chi usa tali argomenti desueti e incomprensibili alla gente odierna, non si rende conto dell’attrazione, che le tradizioni pagane esercitano sui neo-convertiti di ogni tempo, che sono abituati a certe cose da generazioni. Essi si sentono improvvisamente come pesci fuor dell’acqua; non hanno più radici culturali nell’ambiente, in cui si trovano, sebbene esso è ancora fonte di grande attrazione, ma a loro non viene data alcuna alternativa nel senso di radici in una «nuova cultura» cristiana. Ricondurre tutte le cose a Cristo, non è una torbida macchinazione, ma un atto apologeticamente positivo. Che poi nelle cose bisogna distinguere il grano dalla paglia, è un’altra cosa. Se bisogna attaccare qualcosa con argomenti validi, bisogna riferirsi ai costumi deleteri odierni legati a una certa festa e non a presunte radici ataviche della stessa, cose che la gente non comprende e di cui non vuol saperne. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Natale_apologetica_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

■ Discuti questo tema su «Diakrisis»: http://www.facebook.com/topic.php?uid=142924442405050&topic=883

venerdì 16 luglio 2010

Accuse di calunnia: Quando non si comprende l'apologetica biblica 17-07-10

ACCUSE DI CALUNNIA
Quando non si comprende l’apologetica biblica

Riguardo alle accuse di calunnia vedremo dapprima la questione, poi porterò alcuni degli ultimi casi concreti e poi passerò a definire la calunnia; dpo aver mostrato il fatto che bisogna assolutamente distinguere i diversi piani dei rapporti sociali (aspetto privato e pubblico, personale e dottrinale), passo a mostrare alcuni aspetti conclusivi e a trarre alcune conclusioni.
    Ecco qui dapprima la questione di base. Mi arrivano spesso lettere da parte di lettori, i quali, invece di entrare nel merito del tema che viene affrontato al momento, hanno il grilletto facile e me ne sparano addosso di tutti i colori. Una delle accuse, che mi vengono mosse è quella di calunnia.
     In genere i temi aperti sul sito «Fede controcorrente» nascono da richieste e suggerimenti di lettori. Spesso si riferiscono a pubblicazioni o filmati altrui, su cui essi vorrebbero sapere, oltre alla mia opinione, quella degli altri lettori. Che il mio sito non sia principalmente di edificazione, ma di discussione e confronto, non viene compreso da vari lettori. Essi non abituati a dire la loro opinione sulla base della Bibbia e non sapendo distinguere i vari piani del nostro approccio verso il prossimo (p.es. «non giudicare» sul piano personale e privato e «giudicate voi» sul piano ecclesiale e pubblico), si turbano in fretta e passano alle «prediche morali». Sebbene nelle loro argomentazioni mostrino di essere ancora al «latte», si trasformano in breve in «maestri».
     Così, invece di portare argomenti, passano a dare bacchettate spiritualiste o devozionali, non di rado, fuori luogo. Secondo loro, solo Dio dovrebbe giudicare e già analizzare ciò che un autore ha scritto o mostra in un filmato, sarebbe calunnia e cose del genere. La cosa singolare è che, quando invito tali lettori a considerare tutti i brani, in cui veniamo esortati a vegliare, a provare gli spiriti e a giudicare le cose inerenti alle chiese, e a lasciare tali atteggiamenti di predica e di entrare nel merito delle cose discusse, portando argomenti validi, tali credenti così spiritualistici all’inizio, si trasformano in persone, che mostrano tutta la loro carnalità e riversano su di me mucchi di illazioni, brutte parole, impropri e accuse di vario genere. Dove poi non basta che mi accusino di calunnia, mi minacciano del giudizio divino e di aver commesso il famoso «peccato imperdonabile» o la famigerata «bestemmia contro lo Spirito». [Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Accuse_di_calunnia_UnV.htm] Solo dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
 
Inoltre, ecco gli ultimi scritti già messi in rete:
Musica equivoca fra sacro e profano? Parliamone: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Musica_sacro_profan_UnV.htm

sabato 20 marzo 2010

Centro e periferia: Come riconoscere un cristiano maturo da un demagoga

CENTRO E PERIFERIA
Come riconoscere un cristiano maturo da un demagoga

Come riconoscere un cristiano maturo ed equilibrato da uno immaturo e malato d’ideologia? Ecco qui di seguito due motti che aiutano a discernerli.

Il cristiano equilibrato: «Ciò che ci unisce in Cristo al centro è così grande e importante che possiamo sopportare le relativamente poche differenze d’opinioni in periferia» (Nicola Martella).

I demagoghi: «Diffida di coloro che elefantizzano le «pulci» nell’altrui pensiero e inghiottono madornali cammelli nella propria vita» (Nicola Martella).

■ Il cristiano maturo ed equilibrato discute sulle cose con pacatezza. Egli rispetta il punto di vista altrui e tratta l’altro con clemenza, anche quando non ne condivide il pensiero. Egli vede nel dialogo un arricchimento, invece che un motivo di scontro ideologico. Sa distinguere il centro della fede dalla periferia delle opinioni.

■ Di qualunque cosa si parli, coloro che sono malati d’ideologia, introducono sempre i loro «cavallo di battaglia» o il loro pensiero fisso (p.es. giudaismo; segni e miracoli; battesimo di Spirito e glossolalia; predestinazione; perdita della salvezza). Chi non è d’accordo con loro su tale questione fissa, è considerato fuori dottrina in tutto. I demagoghi s’edificano e accrescono il loro narcisismo, denigrando gli altri, partendo da aspetti trascurabili e radicalizzando questioni, in cui è possibile avere diverse opinioni. In genere, passano subito a parole pesanti e gettano fango sui loro interlocutori.