NELL’ANTICO TESTAMENTO DIO È UNO O UNICO? 2: ASPETTI TEOLOGICI
3. APPROFONDIMENTI STORICO-TEOLOGICI
3.1. UN TERMINE DA NON STRAPAZZARE: Abbiamo visto il vasto spettro del termine ’ëchād: l’articolo indeterminativo, uno di numero (uno solo), il primo, unico, unitario, con le stesse caratteristiche, singoli aspetti che formano una unità, una unità composita (una carne unica, un solo popolo), l’armonia di singoli nell’unificazione, una [unica] volta, uno qualsiasi, ognuno o ogni cosa, un singolo, una cosa o una persona particolare o unica nel suo genere, una sequenza (uno… e uno… e uno), un confronto (uno qui e uno là), uguale significato, nessuno (non uno), e così via.
Stando così le cose, è sempre il contesto che regna; e l’esegesi contestuale deve appurare lo specifico significato del termine ’ëchād nel dato contesto. Questo termine di per sé non è adatto per avvalorare questioni altamente teologiche, quindi né per dimostrare la Deità quale «unità composita», né l’uni-personalità di Dio nell’AT. Se si trascura il contesto storico, culturale, letterario e teologico dei brani specifici, si fanno soltanto discorsi filosofici, in cui il termine ’ëchād sarà solo un pretesto.
Seguono i seguenti punti: 3.2. Monoteismo contro politeismo; 3.3. Unicità contro il politeismo; 4. Aspetti conclusivi.
[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Dio_uno_unic2_Sh.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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