venerdì 16 marzo 2012

Cesura dal giudaismo marcato dal genitivo «dei Giudei»


CESURA DAL GIUDAISMO MARCATO DAL GENITIVO «DEI GIUDEI»

Un lettore mi ha scritto: Nicola, ti sottopongo una questione, sulla quale stavo riflettendo. Studiando il vangelo di Giovanni, mi sono accorto che ricorrono espressioni del tipo «la pasqua dei Giudei» (2,13; 11,55) e «una festa dei Giudei» (5,1). Mi stavo chiedendo come mai questo accento sui «Giudei». L’intento dell’evangelista appare quasi polemico, come a voler sottolineare che i Giudei (intesi come abitanti della Giudea), pur rispettando le feste comandate dalla legge, non riconoscevano Gesù, la luce che era venuta ad abitare tra di loro (proprio in casa sua!), mentre altrove, ad esempio in Galilea, diversi credevano in Gesù!? Se non c’è un intento polemico, perché sottolineare che tale feste erano «dei Giudei»? Tu cosa ne pensi? {O. S.}
     Dopo la mia proposta di aprire un tema sull’argomento, il mio interlocutore ha continuato a chiedere: Resta inteso che la mia è una domanda, non una affermazione, ovvero io al momento non ho una convinzione precisa in merito, ma sto cercando di capire. Mi chiedo perché non la Pasqua e basta? La Pasqua era per tutti, compresi Galilei, ecc., eppure l’accento viene messo sui Giudei. Mi chiedo perché. Grazie mille.

Seguono i seguenti punti della mia risposta: 1. Le questioni di base; 2. Il valore teologico di tale genitivo; 3. Approfondimenti: Vecchie feste e nuovi significati; 4. Perché «dei Giudei» soltanto?
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Giudei_cesura_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


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