LIBERTÀ
RELIGIOSA E PLURALISMO DELL’INFORMAZIONE
Una lettrice mi
ha scritto quanto segue: Caro
fratello Nicola, avrei una domanda da farti. Mi sto chiedendo se partecipare o
meno alla «Marcia per la libertà
religiosa e il pluralismo dell’informazione», promossa dalla Alleanza Evangelica.
Probabilmente non potrò andarci per altri
motivi, ma vorrei farmi un’idea sulla questione e vorrei sapere cosa tu ne
pensi. Io non saprei....
Grazie mille, Dio ti benedica. {D. D., ps.}
Ad aspetti
rilevanti di tali questioni rispondo come segue:
1. LA MIA RISPOSTA: Non sono un uomo fatto per le marce; nella mia vita ne ho fatto solo
una di «marcia per Gesù» e per me, che preferisco fare lo studioso, mi basta. Per
altro a tale data sarò fuori per il ministero. Non che sia inutile farle, ma
ognuno ha la sua vocazione; io personalmente ho molto da fare in altri settori
e non mi tiro certo indietro nel fare la mia parte.
Devo però ammettere che in qualunque modo
legittimo prendiamo posizione a favore
della libertà religiosa e per il pluralismo dell’informazione, ciò è una cosa
buona. Non viviamo fuori della società e non possiamo disinteressarci dei
fenomeni che la coinvolgono. I cristiani biblici devono sostenere con le forze
più sane della società e opporsi a male in essa.
Se pensiamo che tanto le restrizioni della libertà riguardano
gli altri, siamo irrealistici, poiché dopo potrebbe arrivare una dittatura e
con essa, quindi, anche il nostro turno. Così fu in Germania al tempo, in cui i nazionalsocialisti crearono un consenso
perverso contro i Giudei, dando loro la colpa per tutti i mali del paese. Poi
le leggi razziali vennero anche in Italia. Anche altri gruppi vennero
discriminati o addirittura proibiti.
I possibili dittatori di domani sono abili oggi a discreditare singoli gruppi
nella società, proiettando in loro il male assoluto, per poi accreditare se
stessi come gli «uomini della provvidenza» o «salvatori della patria». Una delle
manovre, che portano avanti, è
proprio limitare la libertà di tali gruppi e richiedere il controllo dell’informazione
mediante leggi speciali. Screditare la magistratura e i giornalisti, per poi
limitarne la libertà e prenderne possibilmente il controllo, non è avvenuto
soltanto nel nazismo e nel fascismo, ma è presente nel manifesto programmatico
del massone Lucio Gelli, gran maestro della «P2» (Propaganda Due), che alcuni suoi seguaci vorrebbero veder realizzato
in Italia e che stanno lavorando in tal senso.
Tenere alta
la guardia anche come credenti, è sensato. Di là dai propri gusti (e tempo
a disposizione), ossia se marciare o meno, difendere oggi i valori di libertà e
di pluralismo per tutti, significa impedire che un giorno essi vengano negati a
ognuno di noi. Nel mondo c’è gente che viene condannata e imprigionata (se non
peggio) soltanto per aver espresso la propria opinione. Certo io preferisco più
scrivere che marciare, ma le due cose non sono in contrasto fra loro.
Sul sito seguono inoltre i seguenti punti: 2. Stralci del documento dell’AEI; 3. Aspetti conclusivi.
[CONTINUA LA
LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Liberta_pluralismo_UnV.htm
] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che
rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola
Martella}
~~> Discuti
questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/nicola-martella/libert%C3%A0-religiosa-e-pluralismo-dellinformazione/10151009731608700
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