giovedì 22 agosto 2013

Quanto è libera la creazione?



QUANTO È LIBERA LA CREAZIONE?

1.  LE TESI: Un amico, che conosco di persona, ha messo il seguente scritto in rete in un gruppo, che gestisco.
     Scrive Paolo nella Lettera ai Romani: «La creazione è stata sottomessa alla caducità». Una frase illuminante, immensa nel suo significato più profondo.
     La natura, di cui l’Uomo fa parte, è sottoposta alla caducità. La caducità della creazione spezza la relazione diretta tra Dio e la natura. La creazione geme e soffre.
     Così come l’uomo subisce la necessità di una natura libera, così Dio subisce la necessità della morte del Figlio. La morte del Figlio spiega la frattura tra Dio e la natura. Una natura libera, che può anche sbagliare. Tra Dio e la natura si è intromessa la libertà. La natura non è cieca o cinica o cattiva o buona: è libera.
     Dio l’ha creata libera, deliberatamente sottratta al suo controllo. Tutto ciò mi pare una buona traccia per comprendere tante malvagità umane, tanti disastri, incidenti, sciagure. {Mauro Presutti; 21-08-2013; grassetto redazionale}


2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: Ci sono spunti interessanti in tale scritto. Altri sono discutibili. Evidenzio soltanto alcuni aspetti, lasciando ad altri lettori di intervenire sul resto.

     1. Faccio notare che tale brano non parla di «natura» (gr. fýsis), ma di «creazione» (gr. ktísis). (Per fýsis «natura» cfr. Rm 1,26; 2,14.27; 11,24; Paolo non usò in Romani mai tale termine per la «creazione». Per ktísis «creazione» cfr. Rm 1,20; 8,19-22; cfr. pure Col 1,23; Eb 9,11; 2 Pt 3,4; Ap 3,14).

     2. Quanto alla «natura», che Dio avrebbe «creata libera, deliberatamente sottratta al suo controllo», ciò non risulta da tale testo di Romani 8,19-22. Anzi viene detto proprio il contrario: «la creazione è stata sottoposta alla nullità», e cioè da Dio (v. 20), e alla «servitù della corruzione» (v. 21). Quindi, la creazione non è libera, ma brama la liberazione (vv. 19.21). Se fosse libera, perché anelerebbe a essere liberata?
     Biblicamente parlando, l’unica cosa, che si è intromessa fra Creatore e creatura, è la ribellione della creatura e i conseguenti cattivi frutti del peccato (trasgressione, iniquità, malvagità, prevaricazione, abuso, perversione, ecc.). «Siccome per mezzo d’un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato v’è entrata la morte, e in questo modo la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato» (Rm 5,12). Il risultato è che Dio ha abbandonato a se stessi, non la natura, ma gli uomini ribelli, e cioè: «alle voglie dei loro cuori in impurità» (Rm 1,24), «a passioni infami» (v. 26), «a una mente perversa» (v. 28; cfr. anche Ef 2,1s; 4,19; Gd 1,7s).

     3. Romani 8,20 recita letteralmente: «La creazione è stata sottoposta alla nullità». Ossia essa non può raggiungere mai una meta, ma è soggetta al ciclo delle cose (p.es. stagioni, rotazione e rivoluzione della terra). Oltre a ciò è soggetta alla «servitù della corruzione» (v. 21); la creazione invecchia (entropia). Infine, «la creazione geme insieme ed è in travaglio» (v. 22), ossia il peccato dell’uomo ha compromesso anche la creazione.

     4. La buona notizia è la seguente: «La creazione con brama intensa aspetta la manifestazione dei figli di Dio» (v. 19). Perché? […]

Il resto dello scritto segue sul sito
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Creazione_libera_Ori.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati ad esso.

Nessun commento:

Posta un commento