UMANIZZAZIONE RELIGIOSA DEGLI
ANIMALI
1. False
spiritualizzazioni
In un gruppo, di
cui sono membro ho trovato tale immagine discutibile, che è abbastanza diffusa
in Internet; l’ho formattata a modo
mio, per mettere in guardia da tali false spiritualizzazioni, consce o inconsce
che siano. In quel che segue, lascio anonimi i protagonisti, poiché ci
interessa l’atteggiamento, non le singole persone. L’immagine era accompagnata
da una preghiera di un altro membro di lingua portoghese, che riporto con
l’adattamento in italiano: «Grazie mio Dio, per questo giorno. Grazie per
avermi protetto e per avermi dato la forza di andare avanti, e che domani tu mi
vorrai benedire, come fai sempre. Padre eterno, grazie». {LRD; 27-07-2013}
Fin qui non c’è
nulla di singolare. Mi aveva, però, meravigliato il contributo di un altro
lettore: «Molte volte gli animali dimostrano più amore e umanità di chi si considera un essere superiore!
Bellissima immagine! Questo cane è l’amore,
che gli trasmette il suo piccolo padrone!» {LFC; 27-07-2013}
Ero rimasto
proprio senza parole! Come non accorgersi che si tratta di un’immagine costruita ad arte!? È tutta una montatura romantico-religiosa, e questo
scatto è riuscito dopo molte prove. I cani si lasciano addomesticare; per un bocconcino farebbero questo e altro. Solo gli
esseri umani hanno la consapevolezza di Dio e sentono il bisogno di comunicare
con lui spiritualmente.
2. Gli animali non
sono esseri spirituali e morali
Per «spirituale» si intende la capacità di
cercare Dio e di avere una comunione personale con Lui mediante la preghiera e
il culto a Lui. Per «morale» si
intende la capacità di avere una coscienza, di sentire il rimorso per il male
fatto, di ravvedersi e di mutare vita. Agli animali mancano ambedue queste
attitudini.
Certo gli animali
sono esseri senzienti e posseggono
anche, in vari modi e misure, di intelligenza, per rimanere vivi, per imparare,
per svolgere al meglio la loro esistenza e così via, certo nei limiti della loro
singola specie. Essi sono anche capaci di mostrare sentimenti ed emozioni, sia
positivi, sia negativi. Tuttavia, gli animali non sono esseri religiosi, non si chiedono perché esistono, da dove
vengono e da dove vanno, chi ha creato il mondo, se c’è un Dio e così via.
Gli animali non
sono neppure esseri morali, ossia
non si chiedono che cosa sia giusto o sbagliato. Dove imparano a non fare certe
cose, non è per scrupolo di coscienza, ma perché temono le conseguenze, il
pericolo e le punizioni. Essi non sono ripresi nella loro coscienza per cose
sbagliate fatte a danno di qualcuno un anno o decenni prima. Non sentono il
bisogno di andare a confessare una loro malefatta, per alleggerirsi la
coscienza e per trovare pace con se stessi.
Su tale immagine
tale cane imita ciò, per cui è stato addomesticato e per cui sa di ricevere un
premio (un bocconcino), ogni volta che farà la stessa cosa. Tale cane non sente
slanci religiosi, non prega dentro di sé a Dio. Egli si atteggia soltanto
esternamente, secondo ciò che gli è stato artificialmente ingiunto, provando e
riprovando.
Sul sito segue il seguente punto: 3.
Aspetti conclusivi.
[CONTINUA LA LETTURA:
www.diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Uman_relig_animal_GeR.htm]
Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito,
voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? ATTENZIONE: Quanto scritto sulle
bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può
diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito
«Fede controcorrente» (http://www.puntoacroce.altervista.org) e su altri associati
ad esso.
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