IL
QUASI ATEO E L’ALDILÀ
Un lettore mi ha scritto quanto segue: Salve, mi chiamo Massimo. Ho trovato interessanti i vostri argomenti.
Si può dire ormai, che sono un ex cattolico sulla via dell’ateismo e che ho
ancora le idee molto confuse per quello che riguarda l’escatologia. Avrei delle
domande da fare: ▪ 1. Cosa vuol significare la parabola di Lazzaro e del
ricco epulone allora? ▪ 2. I passi della Bibbia, che alludono al Purgatorio,
non sono molti, ma sufficienti a far credere che ci sia. Cosa ne pensa? ▪ 3.
Quale versione della Bibbia bisogna studiare, se non ce
n’è una che corrisponda all’altra? ▪ 4. Cosa accadrà a un ateo dopo la morte?
In attesa di un vostro riscontro, porgo cordiali saluti. Grazie. {M.S.;
12-10-2015}
AD ASPETTI
RILEVANTI DI TALI QUESTIONI RISPONDO COME SEGUE: [...] Riguardo alle domande poste si veda inoltre quanto
segue e alcuni articoli di approfondimento già presenti sul mio sito.
■ 1. Cosa vuol significare la parabola
di Lazzaro e del ricco epulone allora?
Letterariamente
non si tratta di una «parabola», ma di una rivelazione di Gesù Messia. Con tale
narrazione Gesù mostrò il destino di due uomini appena dopo la morte: l’uno
andò in Paradiso (il luogo di godimento preventivo in attesa della risurrezione
a vita); l’altro si ritrovò nell’Ades (il luogo di patimento preventivo in
attesa del giudizio finale). Per i dettagli si veda l’articolo «Il
ricco, Lazzaro e i generi letterari».
■ 2. I passi della Bibbia, che
alludono al Purgatorio, non sono molti, ma sufficienti a far credere
che ci sia. Cosa ne pensa? [→ sul sito]
■ 3. Quale versione della Bibbia
bisogna studiare, se non ce n’è una che corrisponda all’altra? [→ sul sito]
■ 4. Cosa accadrà a un ateo
dopo la morte?
La sacra Scrittura
non lascia dubbi in merito. Dio ha un solo metodo di salvezza: «È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene
da voi; è il dono di Dio» (Ef 2,8; cfr. Rm 5,2). Per accedere a tale
salvezza per i meriti di Cristo soltanto, bisogna aver fatto una decisione di
fede, prima di morire; infatti, già subito dopo la morte c’è un giudizio
preventivo, che stabilisce la destinazione (Eb 9,27); alla fine dei tempi, ci
sarà poi il giudizio finale, per stabilire l’entità della pena degli increduli
e dei malvagi (Ap 20,11-15). Questa è la discrimina fra salvezza e perdizione:
«Chi crede nel Figlio, ha vita eterna; ma chi rifiuta di credere al
Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui» (Gv
3,36). Quindi, ogni ateo è perduto,
rimane tale, dopo la morte va nell’Ades (luogo di condanna preventivo; Lc
16,23) e alla fine dei tempi, dopo il giudizio finale, sarà destinato al fuoco
eterno (Ap 20,15; 21,8).
[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Ateo_aldila_Esc.htm]
SOLO
DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel
merito alle questioni in esso contenute?
ATTENZIONE: Quanto scritto sulle
bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può
diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito
«Fede controcorrente» e su altri associati a esso. ► Per ricevere e-mail di
notifica sulle novità, ISCRIVITI ALLA MAILING LIST: http://groups.google.com/group/fede-controcorrente/subscribe
*** Discuti questo tema
qui o sulla mia pagina di "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/il-quasi-ateo-e-laldil%C3%A0/10153744901137990
Nessun commento:
Posta un commento