INTERVISTA
A UN EX-ANZIANO DEI TESTIMONI DI GEOVA
1. ENTRIAMO IN TEMA: Sono stato contattato da Rocco Politi, un
ex-anziano dei Testimoni di Geova (da qui in poi, T.d.G.), sia per corrispondenza,
sia per telefono. L’ho trovato come un uomo tribolato, che è uscito da una
pesante prigionia, ancora pieno di piaghe e ancora tutto dolorante per le
catene portate, che hanno lasciato profondi segni nella carne e nell’anima. Mi
è parso come un Israelita del 15° secolo a.C., che era uscito dalla schiavitù
d’Egitto, ma che non sapeva dove fosse ancora la terra promessa, il paese della
libertà. Al telefono mi dava l’impressione di chi era uscito da un lager
nazista o da un gulag comunista: sebbene pelle e ossa, scosso e confuso, è
contento di essere scampato, ma ora non sa dove sta la via di casa, quanto
dista e se c’è qualcuno che ancora l’aspetta e lo ama. Il problema è che lui
stesso aveva collaborato attivamente in tale lager ideologico e in tale gulag
dottrinale per quarant’anni, occupando posizioni significative. Poi, venne il
risveglio…
Parlando con lui,
ho capito che, essendo uscito da tale incubo durato decenni di militanza attiva
voleva avvertire altri dal cadere nella stessa trappola; ciò è nobile. Ma non
basta. Ora, si sente come un negozio di porcellana, dopo che è passato un
elefante. Come a chi è stata fatta una lavanda gastrica, dopo un grave
avvelenamento da cibo deteriorato, ora si sente svuotato e debilitato.
Ha capito che il
Dio propugnato dai T.d.G. è fatto a loro propria immagine, quindi un idolo; nel
suo nome i seguaci della Torre di guardia isolano i dissidenti, trattano come
un «morto» chi non segue la linea, fanno terra bruciata intorno a chi esce
dalla congregazione. Amici, genitori, fratelli, parenti e figli si defilano,
rompono ogni contatto, ti considerano appestato, già cadavere. Da un giorno
all’altro ci si sente come un pesce fuor dell’acqua, oggetto di ostracismo, di
discredito, di angherie, di persecuzione e quant’altro da parte dei suoi
ex-correligionari.
Ora sta imparando
a scoprire il Dio d’amore e di misericordia, che si è rivelato in Gesù Cristo.
Tuttavia quanto è dura per lui! Gli ho fatto presente che è proprio come
quell’Israelita uscito dalla dura schiavitù d’Egitto, che vuole avvertire altri
a non cadere in essa e che vuole aiutare a tirare fuori altri da tale sistema
dottrinale dittatoriale; tuttavia, egli stesso non sa dove sta la terra
promessa, che proporre agli altri come via di libertà. Il cammino è lungo
ancora. Gli ho posto la questione personale della salvezza, non ne ha certezza.
Gli ho chiesto: È nobile la tua impresa di avvertire gli altri, ma tu stesso,
se morissi oggi, dove saresti? Hai la sicurezza della tua salvezza? Conosci
Cristo come Salvatore e Garante della tua salvezza? No, finora non lo sa. [► La via che porta a Dio]Quindi, non sa neppure quale speranza proporre agli altri, che usciranno da
tale sistema dottrinale. Tuttavia, c’è in lui il desiderio di conoscere Gesù
Cristo come suo personale Salvatore e Signore. Ci siamo lasciati con questo mio
appello: «Chiedi al Signore Gesù: “Fammi conoscere la tua salvezza!”. Egli certamente ti illuminerà e ti indicherà la
via. Io sono al tuo fianco in preghiera e col consiglio».
2. L’INTERVISTA: Ciò che segue è un’intervista composta
sulla base di ciò, che Rocco Politi mi ha scritto e mi ha detto a voce. Essa è
stata da lui vista e approvata dopo la stesura. […]
L’interessante intervista è presente sul sito.
[CONTINUA LA
LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Ex-anziano_TdG_OiG.htm
] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel
merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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