lunedì 31 dicembre 2012

Sei arrivato al fondo? Buon per te!


SEI ARRIVATO AL FONDO? BUON PER TE!

Un cristiano biblico ha scritto sulla sua bacheca: "Mi sento perso, vuoto e inutile". Certo sarebbe stato interessante sapere il motivo concreto, che sottostà a tale “mal di vita”, se è un fenomeno particolare o ricorrente, e così via. Tutto ciò mi ha portato a riflettere, e ho dovuto rispolverare alcune mie esperienze personali, in cui mi sono sentito in fondo al pozzo, e casi di cura d'anime. Specialmente per chi crede di dover avere sempre ogni cosa sotto controllo e di prodigarsi per tutti, quando perde la regia delle cose e il “film della vita” sembra andare avanti senza di lui, questi vive la sensazione di chi ha perso la bussola: smarrimento, disorientamento, spersonalizzazione, inutilità, perdita di ruolo e annichilimento di valore. Egli si valutava continuamente in funzione del ruolo, che possedeva, e del ritorno di fiamma, che ne traeva (affetti, riconoscimenti, compito, apprezzamenti, ecc.). Ora, tutto ciò sembra sparito e ci si sente su un “binario morto”; dovendo misurarsi con se stesso soltanto, ci si chiede: “Chi sono io, ora, veramente, nudo e crudo?”.
I casi concreti, in cui qualche credente arriva a scrivere pubblicamente una cosa del genere, possono essere tanti, ad esempio: si è caduti in un grave peccato; si è perso la buona reputazione; si è perso il coniuge o una persona cara; si è stati traditi dagli altri; si è stati abbandonati dal proprio coniuge; si è perso il lavoro, in cui ci si realizzava; i figli sono andati tutti via da casa (sindrome del nido vuoto); si è lontani da ciò che dà socialmente sicurezza (famiglia, comunità cristiana, luogo di servizio, amicizie del cuore); si è smarrito il senso della vita; si vivono cambiamenti biologici particolari (menopausa, andropausa); si è malati o anziani; e così via.
Potrebbe sembrare un cattivo bilancio di fine anno da parte di un credente. Si potrebbe dire che ha toccato il fondo della sua esistenza. Si potrebbe pensare anche che sarebbe un cattivo modo di iniziare un nuovo anno.
Nella mia esperienza di cura pastorale, ci sono alcune premesse per poter aiutare qualcuno, ad esempio le seguenti:
■ 1. Si deve cercare aiuto (non si può aiutare chi non vuole).
■ 2. Si deve essere pronti ad ammettere la propria situazione senza velature e senza maschere (solo allora alcuni sono disposti ad accettare la diagnosi reale sulla propria vita).
■ 3. Si deve essere arrivati al fondo (solo allora alcuni sono disposti ad afferrare il salvagente o a prendere l'amara medicina).

Ecco la buona notizia per chi ha toccato veramente il fondo: essendo arrivati nel punto più basso della propria vita, da ora in poi, il tutto non può che andare in su, verso le cime! Ho dovuto pensare a Giuseppe, figlio di Giacobbe; ogni volta che raggiungeva il fondo (nella cisterna, in prigione), raggiungeva poi un nuovo livello esistenziale positivo.
Nei casi, in cui si è raggiunto il fondo, bisogna evitare auto-commiserazioni e cerotti consolatori da parte degli altri. Ci vogliono atti di coraggio concreti. Bisogna smettere di volere indietro il passato e ciò, che ora ci manca o non c'è più. Bisogna essere disposti a uscire dal labirinto esistenziale. Bisogna dire di sì alle nuove possibilità, che Dio ci vuol dare. Bisogna accettare il nuovo livello esistenziale, che viene, con le sue possibilità e potenzialità. Sebbene la vita non sarà più la stessa di prima, con l'aiuto di Dio si può vivere una nuova fase esistenziale ricca e abbondante.

Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi confacenti al tema):
■ «Sarà un bene per voi, quando egli [Dio] vi scruterà a fondo? Credete di ingannarlo come si inganna un uomo?» (Giobbe 13,9).
■ «Tu mi scruti, quando cammino e quando riposo, e conosci a fondo tutte le mie vie» (Salmo 139,3).
■ «Le battiture, che piagano, guariscono il male; e così le percosse che vanno in fondo al cuore» (Proverbi 20,30).
■ «Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto; dalla profondità dell'abisso ho gridato, e tu hai udito la mia voce» (Giona 2,3).
■ «Io sopporterò l'indignazione dell'Eterno, perché ho peccato contro di lui, finché egli prenda in mano la mia causa, e mi faccia ragione; egli mi trarrà fuori alla luce, e io contemplerò la sua giustizia» (Michea 7,9).
■ «Così parla l'Eterno, il Dio d'Israele, riguardo a te, Baruk: Tu dici: “Guai a me! poiché l'Eterno aggiunge tristezza al mio dolore; io mi affanno a gemere, e non trovo requie”. Digli così: “Così parla l'Eterno: […] E tu cercheresti grandi cose per te? Non le cercare! poiché, ecco, io farò venire del male sopra ogni carne, dice l'Eterno, ma a te darò la vita come bottino, in tutti i luoghi dove tu andrai”» (Geremia 45,1-7).
■ «Ho pazientemente aspettato il Signore, ed egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido. Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione, dal pantano fangoso; ha fatto posare i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi» (Salmo 40,1s).
■ «È stata un bene per me l'afflizione subita, perché imparassi i tuoi statuti» (Salmo 119,71). 




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