MATTEO
10 FRA INTERPRETAZIONE E APPLICAZIONI
Un lettore mi ha scritto quanto segue, dopo aver letto
lo scritto «Evangelizzare con fantasia». «Il mio dubbio è il
seguente: Come è indicato, credo negli Atti degli apostoli, cito liberamente a
memoria, lo Spirito Santo non dovrebbe suggerirci le opportune parole da dire,
in ogni momento di “difficoltà”? Oppure questa sua prerogativa, diciamo, era
legata unicamente a quando voi “verrete portati dinanzi ai tribunali”, ecc.?».
{K. C.; 06-04-2014}
Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue: Quelle citate, sono parole di Gesù
ai suoi dodici apostoli, riportate
non nel libro degli Atti, ma negli Evangeli (Mt 10,1ss).
■ Il testo: Per sapere, che cosa Gesù intendesse, citiamo le esatte parole del Signore: «Guardatevi dagli uomini; perché vi metteranno in mano ai sinedri e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a
governatori e re per causa mia, per servire di testimonianza davanti a loro e
ai pagani. Ma quando vi metteranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come
parlerete o di quello che dovrete dire; perché in quel momento stesso vi sarà
dato ciò che dovrete dire. Poiché non siete voi che parlate, ma è lo Spirito
del Padre vostro che parla in voi» (Mt 10,17-20). Si noti che i sinedri erano i tribunali giudaici per questioni religiose; i
Giudei abusavano del loro potere addirittura nelle sinagoghe, i loro luoghi di culto
■ Il
contesto: Per sapere l’esatto valore di tali parole, andiamo al contesto.
Si trattava, quindi di uomini specifici (vv. 2-4), i dodici apostoli. Le
istruzioni erano particolari e riguardavano una prima fase del loro
apprendistato: non dovevano recarsi tra i pagani né entrate in nessuna
città samaritana, ma dovevano andare solo alle «pecore perdute della casa
d’Israele» (vv. 5s), ossia solo da Giudei, Galilei e da altri Ebrei
presenti nella zona siro-palestinese. Chiaramente ciò era propedeutico all’ultima
fase del loro apprendistato, quando ricevettero il grande mandato,
secondo cui dovevano recarsi a tutti i popoli (Mt 28,19s).
[…]
■ Conclusioni: Come si vede, il contesto non solo era intergiudaico,
ma riguardava una fase storica specifica, ossia quella in cui gli apostoli
dovevano rivolgersi alle sole «pecore perdute della casa d’Israele» (Mt 10,6) e non ai pagani e ai
Samaritani (v. 5). In seguito però, i Samaritani
furono raggiunti dall’Evangelo (At 8,25s). Avevano gli apostoli disubbidito al
comandamento di Gesù? No, era cambiata la fase storica; come abbiamo visto,
intanto il Signore aveva dato il grande mandato (Mt 28,19s).
Quindi, quando si analizzano i brani degli
Evangeli, bisogna distinguere l’interpretazione
letterale e circostanziata da eventuali applicazioni
di tali brani per l’oggi. Se non si sta attenti, citando a vanvera e fuori
contesto, si creano situazioni paradossali, oltre a eventuali pericolose
dottrine; basterà allora analizzare tale testo nel contesto (esegesi), per
smentire i falsi maestri.
Io mi sono limitato all’interpretazione
letteraria del brano, secondo il suo contesto (letterario, storico, culturale, religioso).
Le eventuali applicazioni legittime,
che si possono trarre da esso, le lascio ai lettori.
Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti:
Le circostanze; Tornando al testo; Altri aspetti.
[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Mt10_interpret_Mt.htm]
Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito,
voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
ATTENZIONE: Quanto scritto sulle
bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può
diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito
«Fede controcorrente» e su altri associati a esso.
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