martedì 21 ottobre 2014

Matteo 10 fra interpretazione e applicazioni

MATTEO 10 FRA INTERPRETAZIONE E APPLICAZIONI

Un lettore mi ha scritto quanto segue, dopo aver letto lo scritto «Evangelizzare con fantasia». «Il mio dubbio è il seguente: Come è indicato, credo negli Atti degli apostoli, cito liberamente a memoria, lo Spirito Santo non dovrebbe suggerirci le opportune parole da dire, in ogni momento di “difficoltà”? Oppure questa sua prerogativa, diciamo, era legata unicamente a quando voi “verrete portati dinanzi ai tribunali”, ecc.?». {K. C.; 06-04-2014}

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue: Quelle citate, sono parole di Gesù ai suoi dodici apostoli, riportate non nel libro degli Atti, ma negli Evangeli (Mt 10,1ss).

     Il testo: Per sapere, che cosa Gesù intendesse, citiamo le esatte parole del Signore: «Guardatevi dagli uomini; perché vi metteranno in mano ai sinedri e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per servire di testimonianza davanti a loro e ai pagani. Ma quando vi metteranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come parlerete o di quello che dovrete dire; perché in quel momento stesso vi sarà dato ciò che dovrete dire. Poiché non siete voi che parlate, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi» (Mt 10,17-20). Si noti che i sinedri erano i tribunali giudaici per questioni religiose; i Giudei abusavano del loro potere addirittura nelle sinagoghe, i loro luoghi di culto

     Il contesto: Per sapere l’esatto valore di tali parole, andiamo al contesto. Si trattava, quindi di uomini specifici (vv. 2-4), i dodici apostoli. Le istruzioni erano particolari e riguardavano una prima fase del loro apprendistato: non dovevano recarsi tra i pagani né entrate in nessuna città samaritana, ma dovevano andare solo alle «pecore perdute della casa d’Israele» (vv. 5s), ossia solo da Giudei, Galilei e da altri Ebrei presenti nella zona siro-palestinese. Chiaramente ciò era propedeutico all’ultima fase del loro apprendistato, quando ricevettero il grande mandato, secondo cui dovevano recarsi a tutti i popoli (Mt 28,19s).
[…]

     Conclusioni: Come si vede, il contesto non solo era intergiudaico, ma riguardava una fase storica specifica, ossia quella in cui gli apostoli dovevano rivolgersi alle sole «pecore perdute della casa d’Israele» (Mt 10,6) e non ai pagani e ai Samaritani (v. 5). In seguito però, i Samaritani furono raggiunti dall’Evangelo (At 8,25s). Avevano gli apostoli disubbidito al comandamento di Gesù? No, era cambiata la fase storica; come abbiamo visto, intanto il Signore aveva dato il grande mandato (Mt 28,19s).
     Quindi, quando si analizzano i brani degli Evangeli, bisogna distinguere l’interpretazione letterale e circostanziata da eventuali applicazioni di tali brani per l’oggi. Se non si sta attenti, citando a vanvera e fuori contesto, si creano situazioni paradossali, oltre a eventuali pericolose dottrine; basterà allora analizzare tale testo nel contesto (esegesi), per smentire i falsi maestri.
     Io mi sono limitato all’interpretazione letteraria del brano, secondo il suo contesto (letterario, storico, culturale, religioso). Le eventuali applicazioni legittime, che si possono trarre da esso, le lascio ai lettori.

Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: Le circostanze; Tornando al testo; Altri aspetti.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Mt10_interpret_Mt.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.


Nessun commento:

Posta un commento