BATTEZZARE
SOLO NEL NOME DI GESÙ?
Un lettore mi ha scritto quanto segue: Ti scrivo perché ho bisogno del tuo
aiuto, dato che si è ripresentato il problema sulla formula battesimale da utilizzare. Vorrei chiederti, se puoi
inviarmi una spiegazione, che mi permetta di asserire che il battesimo va somministrato nel nome del Padre del Figlio
e dello Spirito Santo. Ti ringrazio, purtroppo mi vedo costretto a rivolgermi a
te sia per la mia ignoranza, sia perché seguo i tuoi argomenti, che mi hanno
sempre aiutato ed edificato. {L.M.; 27-10-2014}
Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue:
1. IL PARAVENTO PER
IL MODALISMO ANTITRINITARIO […]
2. LA FORMULA
BATTESIMALE […]
3. ALCUNI
APPROFONDIMENTI
Tutti coloro, che
battezzano in acqua senza la formula trinitaria, disonorano Gesù, che l’ha comandata, sminuendo la sua autorità di
Messia e, quindi, di Figlio di Dio.
Nel suo ultimo
atto sovrano, prima di ascendere al Cielo, l’Unto a re comandò solennemente ai
suoi apostoli: «Andate dunque,
ammaestrate tutti i popoli, immergendoli
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro
d’osservare tutte quante le cose che vi ho comandate» (Mt 28,19s).
Gli apostoli
battezzavano nel nome, ossia autorità
di Gesù quale Messia (At 2,38; 10,48; 19,5), ma usando la formula comandata dal Messia stesso. Come potevano altrimenti
pretendere di ubbidire, disonorando il Signore proprio nel comando autorevole,
che prescriveva loro come battezzare? È bizzarro il modo come unitariani e
modalisti cerchino di vanificare tale
brano maestro, con argomenti poco seri, ad esempio: la formula battesimale
trinitaria ricorre solo in Matteo (anche altri comandi o altre promesse
compaiono una sola volta, ma non per questo hanno meno autorità); la formula
trinitaria sarebbe stata aggiunta nel brano nei secoli posteriori, falsificando
la Scrittura (tutti i fautori di false dottrine usano tale argomento! Ma dove
stanno le prove documentarie nei manoscritti?). Come si vede, non vale neppure
la pena di affrontare tali argomentazioni per la loro banalità e falsità.
Uno dei singolari
argomenti adottati è quello del tempo,
secondo cui dal comando di Gesù alla prassi battesimale della prima chiesa
passò un certo tempo, in cui essa cambiò. Secondo tale scusa, si dà a intendere
che gli apostoli sarebbero stati semplicemente disubbidienti alle parole del
Signore, perché i tempi e le convenzioni ecclesiali erano cambiati. Ora,
chiediamo: Dall’ascensione del Signore (quando Gesù diede il grande mandato) a
Pentecoste (quando ci furono 3.000 convertiti giudei) quanto tempo era passato?
Erano passati soltanto una decina di
giorni, e forse meno! E in così pochi giorni, ci sarebbe stato tale
cambiamento epocale nella prassi battesimale? Ciò è illogico e assurdo.
A Pentecoste, Pietro non contraddisse il comando di
Gesù, semplicemente perché ubbidì in tutto all’ordine del Messia. Si noti che
nel concilio di Gerusalemme (Atti
15), dove furono dibattuti in modo controverso tanti argomenti allora esplosivi,
non ci fu alcuna discussione sul battesimo, perché esso non si discostava dagli
ordini del Messia.
4. ASPETTI CONCLUSIVI
[…]
Il resto dello scritto segue sul sito unitamente ai contributi dei lettori
e alle mie eventuali osservazioni. [CONTINUA
LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Battez_nome_Avv.htm]
Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito,
voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
ATTENZIONE: Quanto scritto sulle
bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può
diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito
«Fede controcorrente» e su altri associati a esso.
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