martedì 15 novembre 2016

Diffondere valori, non ideologie



DIFFONDERE VALORI, NON IDEOLOGIE
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1.  DAI VALORI ALL’IDEOLOGIA?: Tu tale immagine ci sono alcuni «sì» e alcuni «no». Qualcuno mi ha chiesto, perché uso un facsimile dei logo per il referendum sulla costituzione, fissato per l’inizio di dicembre 2016. Il primo motivo è perché vedo che i cristiani si stanno polarizzando, chi sul «sì» e chi sul «no», facendo battaglie feroci, che sfociano spesso nella carne e creano fazioni nelle chiese e in Internet. Chi dissente, viene pesantemente attaccato sul piano personale; io stesso ne ho fatto le spese.
     Premetto che sia stato un grande errore aver indetto questo referendum popolare su una materia così delicata. Una grande massa non voterà sulla base di convinzioni, non avendo gli strumenti di analisi e comprensione, ma sulla base di slogan e di emotività. Per questo, una buona fetta di cittadini si asterranno dal voto. E molti di coloro, che si informeranno, saranno così confusi che, alla fine, decideranno istintivamente e all’ultimo momento. Il referendum sta portando una grave lacerazione sociale. Ai fatti si aggiungono mitologie ideologiche stravaganti e calunnie assortite. È mia convinzione che una materia così delicata doveva essere decisa soltanto in parlamento.
     Ora, anche tra i cristiani fedeli alla Scrittura ognuno può avere le proprie opinioni; tuttavia la militanza attiva per una o l’altra fazione è qualcosa di differente, specialmente quando si avversa chi non la pensa allo stesso modo. Allora, invece di predicare l’Evangelo e di dare una buona testimonianza e un «buon odore di Cristo» (2 Cor 2,15), alcuni si improvvisano «esperti» di politica, dando l’impressione che ci si trova dinanzi a degli «omuncoli cristiani» e a delle «fotocopie sbiadite» di discepoli originali, che hanno smesso di dare sapore e di brillare (Mt 5,13-16). Improvvisamente la luce del «mondo» attrae i seguaci di Cristo, invece di essere loro a brillare in esso. «Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute, perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita» (Fil 2,14ss).
     Improvvisamente, i cristiani biblici si reinventano come politologi (certo di terza categoria) e creano immani paure nel popolo e nelle chiese, come se tale referendum cambierà irrimediabilmente le sorti dell’Italia. Poi, ci si accorgerà che, chiunque vincerà, non cambierà molto nel Paese e che i problemi di prima saranno anche quelli di dopo. Intanto, però, quelli che sono saliti in modo militante su un carro o sull’altro e che hanno condotto accese battaglie contro l’altra parte, in estenuanti ping-pong pieni di ferimenti, ingiurie, aggressività e così via, si ritroveranno con una vita più vuota di prima, carichi di colpe e risentimenti, disfatti spiritualmente e moralmente.
     Se avessero seguito i dettami della sacra Scrittura, avrebbero potuto risparmiarsi tutto ciò! Alla fine, saranno delusi comunque, poiché, qualunque schieramento vinca, la montagna avrà partorito un topolino! Niente cambierà veramente nella loro vita. I danni fatti nella contesa politica con altri credenti, quelli sì che lasceranno profondi solchi e ferite, che non si rimangeranno così in fretta.
     ■ Non era la «nostra cittadinanza... nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore»? (Fil 3,20). Come mai allora confidiamo che un referendum cambierà le nostre sorti veramente, che vinca il «sì» o il «no»?
     ■ Paolo scongiurava Timoteo con solennità e rigore «di osservare queste norme senza pregiudizio e di non far mai nulla per favoritismo» (1 Tm 5,21; cfr. Gcm 3,17s). Chi si schiera in modo militante, perde tali peculiarità. Spesso obbliga altri a prendere posizione diversa, e così si creano divisioni, fazioni e partiti nelle assemblee (cfr. 1 Cor 1,10; 11,18s), che alimentano solo i moti della carne (cfr. Gal 5,20).
     ■ L’amore pubblicamente dichiarato per uno schieramento politico specifico non è paragonabile ad altre passioni, che creano dipendenza? Similmente «l’amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori» (1 Tm 6,10). Con ciò contrasta un altro programma: «Ma tu, o uomo di Dio, fuggi queste cose, e protenditi verso giustizia, devozione, fede, amore, costanza, dolcezza» (v. 11).
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SUL SITO LEGGI ANCORA I SEGUENTI PUNTI:
2.  IL COMPORTAMENTO DEI CREDENTI NEL «MONDO»
3.  DIFFONDERE VALORI BIBLICI
4.  ASPETTI CONCLUSIVI
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[→ CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Val_ideol_OiG.htm] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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