PERDONO E SANZIONE
Un lettore mi ha scritto: Caro fratello Nicola Martella, ho letto l’interessantissima risposta nell’articolo «Giudizio di Dio su Maria, ma non su Aaronne? (Numeri 12)» [http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Maria_Aaronne_Nu12_MT_AT.htm]. Mi fa riflettere molto l’affermazione che fai: «In ogni modo, tutti i nodi vengono al pettine, prima o poi. Anche laddove Dio perdona, ma non dimentica di sanzionare il peccato».
Quindi quando confessiamo anche oggi al Signore un peccato, pur certi del Suo perdono a fronte di un sincero ravvedimento, dobbiamo anche pensare comunque che riceveremo una «sanzione» per questo peccato? Ma in Gesù non siamo perdonati e giustificati? E seppur ci sia questa «sanzione», essa, per così dire, riduce (passami il termine) il premio finale? {S. F.}
Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue:
1. Perdonare significa dimenticare?
Qui non affrontiamo direttamente la questione se Dio, quando perdona, dimentica, avendo già affrontato questo argomento [► Dio perdona, ma non dimentica: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Dio-perdon_non-diment_EdF.htm] e avendolo già discusso insieme (qui).
Faccio presente solo alcune cose. Un Dio onnisciente, per rimanere tale, non può dimenticare. Inoltre, come fa il supremo «Giudice di tutta la terra» (Gn 18,25) ad avere amnesie storiche? Faccio presente che gli uomini saranno giudicati secondo le cose, che saranno scritte nei libri (Ap 20,12). Anche i redenti riceveranno premi e biasimo secondo quanto avranno operato in vita (2 Cor 5,10); ciò premette che il ricordo dei loro atti non sia cancellato. Fintantoché viviamo, Dio non dimentica quanto ha perdonato, ma non se lo riporta a memoria; questo è qualcosa di diverso. Mentre dimenticare è qualcosa di passivo, non riportarselo alla mente, non guardarlo o non farne conto è un’azione attiva; non volerlo ricordare è qualcosa di diverso da dimenticarlo (cfr. Dt 9,27; Sal 25,7; Gr 31,34). Al contrario, si veda il dato di fatto, secondo cui Dio si ricorda delle iniquità passate per sanzionarle (Gr 14,10; Os 9,9), i nuovi atti iniqui fanno riaffiorare alla mente quelli passati (Ez 21,29; Os 8,13s) e addirittura la richiesta che Dio ricordi al riguardo (Sal 56,7; 109,14s).
2. Perdonare significa rinunciare alla sanzione amministrativa?
Come già detto, qui di seguito non vogliamo parlare tanto del fatto se perdonare significherebbe dimenticare. Vogliamo, invece, sfatare l’opinione secondo cui, quando Dio perdona la trasgressione di un credente, elimini automaticamente la corrispondente sanzione. Questo è un terribile abbaglio… [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Perdono_sanzione_EdF.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
~~> Discuti questo tema qui o su «Punto°A°Croce»: https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/perdono-e-sanzione/10150502414667990
Nessun commento:
Posta un commento