IL
CUORE DI DIO E DEL CREDENTE
1. IL CUORE DI DIO E IL NOSTRO POLSO: Per sentire se e come il cuore di
qualcuno batte, si può tastare il suo
polso. Ci sono alcuni che, per sapere come stanno, tastano continuamente il
proprio polso.
Ho trovato la
seguente massima, che ho tradotto e adattato dal tedesco e che esprime un
pensiero interessante. «Quando ci rendiamo conto che il cuore di Dio batte per
noi uomini, allora siamo liberati dal fatto di tastare continuamente il nostro
proprio polso» (Hans-Joachim Eckstein).
1.1. IL CUORE DI
DIO: Nelle lingue bibliche il termine «cuore» intende, in senso metaforico, secondo i casi, la mente, la
sede dei pensieri, dei desideri (Nu 15,39), della decisione (1 Re 8,17; 2 Cr
24,4), dell’atteggiamento psichico (2 Cr 26,16; 32,25), l’interiore e la
coscienza (Sal 26,2; Gr 12,3). A volte, è quindi sinonimo di spirito (Sal 34,18; 51,10.17; 77,6; Is
57,15); altre volte, corrisponde alla nostra mente quale sede dell’intelletto, dell’intelligenza, della sapienza
e del discernimento (1 Re 3,9.12; Esd 7,10; Pr 2,2; 8,5; 14,33; 15,14; 16,21;
Ef 4,18).
In tal senso,
anche Dio parla del suo proprio cuore,
per intendere la sede della sua volontà, del suo volere e desiderio, del suo
proponimento (disegni
Sal 33,11; Gr 23,20; 30,24), della sua decisione (Is 63,4) e così via. Nella
sua essenza Dio è amore (Gv 3,16; 1
Gv 4,8.16) e lo mostra verso i suoi figli (Rm 3,39; Ef 2,4; 1 Gv 3,1).
Per
l’approfondimento si veda in Nicola
Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), gli articoli: «Antropologia
4: funzioni principali», pp. 90ss; «Cuore», pp. 131ss.
1.2. IL NOSTRO
POLSO: Il polso sta in senso metaforico per la forza fisica e morale, per l’autorità, la fermezza di carattere e la
risolutezza. Si decide o si tiene la disciplina con «polso fermo». C’è chi non
ha «abbastanza polso», per farsi rispettare o per decidere. Far tremare le vene e i polsi a
qualcuno, significa tenerlo in ansia e preoccupazione.
La locuzione, che
qui maggiormente vi interessa, è la seguente: «Tastare il polso a qualcuno»,
che significa cercare di capire le
intenzioni o la disponibilità di una persona. Significa pure indagare
rapidamente e sommariamente riguardo a una certa situazione.
Normalmente ci si
tasta il polso per vedere come funziona il cuore e la pressione sanguinea. In
senso traslato «tastare il proprio polso»
significa verificare come si sta, per trovare in ciò la certezza che tutto è a
posto; ciò significa anche dipendere dai propri sentimenti e umori.
Sentendoci amati
da Dio, siamo liberati dal voler dipendere dai nostri propri umori e sentimenti. Ad esempio, l’amore
scaccia quel senso di apprensione verso Dio, poiché «l’amore perfetto caccia via la
paura» (1 Gv 4,18; cfr. 2 Tm 1,7). Inoltre, è scritto: «Se il nostro cuore ci
condanna, Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Amati, se
il nostro cuore non ci condanna,
abbiamo franchezza davanti a Dio» (1 Gv 3,20s).
2.
DIO È ALL’OPERA PER I NOSTRI CUORI: [→ sul sito]
[CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Cres/A1-Cuore_Dio_noi_MT_AT.htm]
SOLO
DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel
merito alle questioni in esso contenute?
ATTENZIONE: Quanto scritto sulle
bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può
diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito
«Fede controcorrente» e su altri associati a esso.
*** Discuti questo tema
qui o sulla mia pagina di "Facebook": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/il-cuore-di-dio-e-del-credente/941535752544326
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