lunedì 16 marzo 2015

Il cuore di Dio e del credente



IL CUORE DI DIO E DEL CREDENTE

1. IL CUORE DI DIO E IL NOSTRO POLSO: Per sentire se e come il cuore di qualcuno batte, si può tastare il suo polso. Ci sono alcuni che, per sapere come stanno, tastano continuamente il proprio polso.
     Ho trovato la seguente massima, che ho tradotto e adattato dal tedesco e che esprime un pensiero interessante. «Quando ci rendiamo conto che il cuore di Dio batte per noi uomini, allora siamo liberati dal fatto di tastare continuamente il nostro proprio polso» (Hans-Joachim Eckstein).

1.1. IL CUORE DI DIO: Nelle lingue bibliche il termine «cuore» intende, in senso metaforico, secondo i casi, la mente, la sede dei pensieri, dei desideri (Nu 15,39), della decisione (1 Re 8,17; 2 Cr 24,4), dell’atteggiamento psichico (2 Cr 26,16; 32,25), l’interiore e la coscienza (Sal 26,2; Gr 12,3). A volte, è quindi sinonimo di spirito (Sal 34,18; 51,10.17; 77,6; Is 57,15); altre volte, corrisponde alla nostra mente quale sede dell’intelletto, dell’intelligenza, della sapienza e del discernimento (1 Re 3,9.12; Esd 7,10; Pr 2,2; 8,5; 14,33; 15,14; 16,21; Ef 4,18).
     In tal senso, anche Dio parla del suo proprio cuore, per intendere la sede della sua volontà, del suo volere e desiderio, del suo proponimento (disegni Sal 33,11; Gr 23,20; 30,24), della sua decisione (Is 63,4) e così via. Nella sua essenza Dio è amore (Gv 3,16; 1 Gv 4,8.16) e lo mostra verso i suoi figli (Rm 3,39; Ef 2,4; 1 Gv 3,1).
     Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), gli articoli: «Antropologia 4: funzioni principali», pp. 90ss; «Cuore», pp. 131ss.

1.2. IL NOSTRO POLSO: Il polso sta in senso metaforico per la forza fisica e morale, per l’autorità, la fermezza di carattere e la risolutezza. Si decide o si tiene la disciplina con «polso fermo». C’è chi non ha «abbastanza polso», per farsi rispettare o per decidere. Far tremare le vene e i polsi a qualcuno, significa tenerlo in ansia e preoccupazione. 

     La locuzione, che qui maggiormente vi interessa, è la seguente: «Tastare il polso a qualcuno», che significa cercare di capire le intenzioni o la disponibilità di una persona. Significa pure indagare rapidamente e sommariamente riguardo a una certa situazione.
     Normalmente ci si tasta il polso per vedere come funziona il cuore e la pressione sanguinea. In senso traslato «tastare il proprio polso» significa verificare come si sta, per trovare in ciò la certezza che tutto è a posto; ciò significa anche dipendere dai propri sentimenti e umori.
     Sentendoci amati da Dio, siamo liberati dal voler dipendere dai nostri propri umori e sentimenti. Ad esempio, l’amore scaccia quel senso di apprensione verso Dio, poiché «l’amore perfetto caccia via la paura» (1 Gv 4,18; cfr. 2 Tm 1,7). Inoltre, è scritto: «Se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Amati, se il nostro cuore non ci condanna, abbiamo franchezza davanti a Dio» (1 Gv 3,20s).

2.  DIO È ALL’OPERA PER I NOSTRI CUORI: [sul sito]

[CONTINUA LA LETTURA: http://diakrisis.altervista.org/_Cres/A1-Cuore_Dio_noi_MT_AT.htm] SOLO DOPO AVER LETTO L’INTERO SCRITTO SUL SITO, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute?
     ATTENZIONE: Quanto scritto sulle bacheche o nei gruppi gestiti da Nicola Martella o inviato per e-mail, può diventare oggetto di un nuovo tema di discussione o un contributo sul sito «Fede controcorrente» e su altri associati a esso.

*** Discuti questo tema qui o sulla mia pagina di "Facebook": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/il-cuore-di-dio-e-del-credente/941535752544326

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