MORTE IMPROVVISA 
 «Quello che noi  chiamiamo, a volte, “male improvviso”, può essere un atto di grazia del  Signore, che vuole impedire lunghe e immani sofferenze a un suo figlio e  alla sua famiglia. Il consiglio dell’Onnipotente è insondabile e  insindacabile» (Nicola Martella). 
Dopo lunga e penosa malattia
     Spesso negli annunci funebri si  leggono frasi come le seguenti, che riporto: «Si è spento stanotte,  dopo una lunga malattia, l’avvocato ***»; «L’attore *** è morto dopo una  lunga malattia»; «Dopo una lunga lotta contro la leucemia, è scomparso  ***, ex promessa del vivaio di basket…»; «Si è spento dopo lunga  malattia l’ex attaccante del Milan…»; «Il paese piange il suo sindaco,  scomparso dopo lunga malattia sopportata con coraggiosa rassegnazione»;  «Dopo lunga malattia si è spento l’ex questore ***»; «Dopo lunga  malattia è salito al Padre il Colonnello ***»; e così via.
     In tali circostanze si leggono espressioni sincere o  di circostanza come: «cuore di tristezza», «vuoto difficile da  colmare», «partecipazione vivissima», «parole assolutamente  insufficienti per poter ricordare», «senza di lui nulla sarà come prima  (o tutto sarà sicuramente più povero)», «mi unisco al dolore».
Una morte improvvisa fa sempre impressione
      Un amico mi scrisse ultimamente: «Nicola, hai saputo la notizia?  Gennaro Esposito, è andato con il Signore, ieri sera» (i nomi sono  mutati). A Paolo Salvi risposi: «Conosco bene Gennaro. Sono stato ospite  a casa sua, tanti anni fa. Sono dispiaciuto di tale perdita, pensando  alla sua famiglia e alla chiesa. Ma le vie di Dio sono imperscrutabili.  In ogni modo, ognuno di noi deve tenere le valigie pronte per  partire...». Paolo mi rispose: «Ieri sul tardi pomeriggio si è sentito  male, lo hanno portato in ospedale e sei ore dopo è deceduto. In poche  ore, una forma di leucemia fulminante ha fatto trapassare il nostro  amato fratello alla gloria celeste. Sto male...». Gli risposi col mio  motto, messo all’inizio di questa pagina. Ciò lo tranquillizzò e gli  fece dire: «Amen! Giusto!».
Che cosa dicono gli esperti?
      Quando qualcuno muore, i suoi parenti e amici sopravvissuti soffriranno  che si sia trattato di una morte improvvisa o dopo lunga malattia.
     Kenneth J. Doka afferam al riguardo: «Si dice spesso che la morte improvvisa abbia  un impatto pesante sui sopravvissuti e leggero sulla persona deceduta.  Lo stesso comune sentire a volte è portato a considerare la morte dopo lunga malattia come meno pesante per chi resta. La verità è più complessa. Ogni morte a modo suo è difficile. Le morti improvvise lasciano nei sopravvissuti un sentimento di sgomento e vulnerabilità, ma la morte dopo una lunga malattiapuò lasciare in chi resta uno stato di torpore e di estrema prostrazione» [«Guilt and Regret in Prolonged Illness», Journeys(Hospice Foundation of America; Aprile 1997), grassetto redazionale].
     Nel caso che la morte segue una lunga malattia, non di rado subentrano sensi di colpa e  rimpianti nei sopravvissuti. Infatti, ritornando sulle cure date e  sulle decisioni fatte in merito alle terapie, ci si chiede personalmente  se si è fatto il meglio possibile, si rimpiange di non aver fatto di  più e molto prima e ci si colpevolizza di non essere stati più pazienti  nell’ascolto, nella cura, nell’assistenza, nel tempo dedicato, eccetera.  Tutto ciò è tipico del decorso del lutto.
     In tale fase è utile avere 
qualcuno con cui parlare del  decorso delle cose (morte dopo lunga malattia, morte improvvisa), dei  propri dubbi, le proprie angosce, dei propri sensi di colpa, e così via,  per tornare a gestire nuovamente in modo adeguato i propri sentimenti.   
  [CONTINUA  LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Morte_improvvisa_EnB.htm ] Solo dopo  aver letto l'intero scritto, voi che  rispondereste 
nel merito alle questioni
  in esso contenute?  {Nicola Martella}
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