venerdì 14 settembre 2012

Cambiare comunità



CAMBIARE COMUNITÀ

Un lettore ha posto la seguente questione: Come considerate il fenomeno di quei credenti, che lasciano la propria chiesa, per inserirsi in un’altra? C’è un unico approccio al problema? A chi possono essere attribuite le responsabilità di tale evento? {S. C.}

Ad aspetti rilevanti rispondo qui di seguito: Il fenomeno è stratificato, ossia ha molte sfaccettature, e non si può addurre a un’unica causa, ma bisogna vedere di caso in caso. Ecco, qui di seguito, alcuni casi ricorrenti o possibili.
     ■ Ci sono i turisti ecclesiali. Essi pensano di appartenere alla cosiddetta «chiesa universale», perciò ogni volta vanno in un’altra comunità. In tal modo, credono di non necessitare di essere sottomessi ad alcuno. Restano o se ne vanno a proprio arbitrio.
     ■ Alcuni cambiano comunità, perché non vogliono sottomettersi all’insegnamento vigente, sentendolo, secondo i casi, o troppo massimalista (stretto) o troppo liberale (largo).
     ■ Alcuni cambiano comunità, perché non trovano in essa ciò, che cercano sul piano umano: comunione, calore, fratellanza, solidarietà, comprensione.
     ■ Alcuni cambiano comunità, perché sono abituati solo a ricevere e prendere dagli altri. Quando il «filone d’oro» si è esaurito in una miniera, passano alla prossima.
     ■ Alcuni cambiano comunità, perché ritengono i conduttori non idonei a guidare tale chiesa o perché questi ultimi vivono in compromessi e nel peccato.
     ■ Alcuni cambiano comunità, perché sono stati messi sotto disciplina e, non volendosi ravvedere, preferiscono frequentare una chiesa, in cui tali cose sono tollerate.
     ■ Alcuni cambiano comunità, perché si sentono troppo emarginati, sia come persona, sia nel loro ministero, ad ambedue dei quali sembra che nessuno si interessi veramente, ma anzi si viene sempre e solo criticati per le cose, che non vanno.
     ■ Alcuni cambiano comunità, perché ci sono troppi contasti e da lungo tempo tra i conduttori e tra i membri. Invece di allinearsi in una delle fazioni belligeranti, preferiscono appartenere a una chiesa, che si adopera per l’avanzamento del regno di Dio.
     ■ Alcuni cambiano comunità, perché vogliono assolutamente essere tra coloro, che hanno «autorità», ma non trovano posto per «comandare» sugli altri, essendo ritenuti non idonei a una conduzione biblica. Perciò, tentano in un’altra chiesa.
     ■ Alcuni cambiano comunità, perché sono messi fuori comunione per gravi peccati o per falsa dottrina. Preferiscono allora frequentare una chiesa locale, dove nessuno li conosce.
     ■ Alcuni cambiano comunità, perché non vogliono più essere alimentati da conduttori biblicamente analfabeti, che li cibano da tanto tempo soltanto con indebite versettologie, spiritualizzazioni arbitrarie, allegorie e sentimentalismi religiosi. Essi vogliono del cibo più sodo e una cura pastorale più certa.
     ■ Alcuni cambiano comunità, perché nessuno si prende cura di loro, ma sono abbandonati a loro stessi e la vita di chiesa è fatta soltanto di incontri formali.

Sul sito seguono inoltre i seguenti punti: Continuazione dei punti; Per l’approfondimento biblico.
     [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Cambia_comunita_Avv.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}


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