CAMBIARE
COMUNITÀ
Un lettore ha posto
la seguente questione: Come considerate il fenomeno di quei credenti, che
lasciano la propria chiesa, per inserirsi in un’altra? C’è un unico approccio
al problema? A chi possono essere attribuite le responsabilità di tale evento? {S.
C.}
Ad aspetti rilevanti rispondo qui di seguito: Il fenomeno è stratificato, ossia
ha molte sfaccettature, e non si può addurre a un’unica causa, ma bisogna
vedere di caso in caso. Ecco, qui di seguito, alcuni casi ricorrenti o
possibili.
■ Ci sono i turisti ecclesiali. Essi pensano di appartenere alla cosiddetta
«chiesa universale», perciò ogni volta vanno in un’altra comunità. In tal modo,
credono di non necessitare di essere sottomessi ad alcuno. Restano o se ne
vanno a proprio arbitrio.
■ Alcuni cambiano comunità, perché non vogliono sottomettersi
all’insegnamento vigente, sentendolo, secondo i casi, o troppo massimalista
(stretto) o troppo liberale (largo).
■ Alcuni cambiano comunità, perché
non trovano in essa ciò, che cercano sul
piano umano: comunione, calore, fratellanza, solidarietà, comprensione.
■ Alcuni cambiano comunità, perché
sono abituati solo a ricevere e
prendere dagli altri. Quando il «filone d’oro» si è esaurito in una miniera,
passano alla prossima.
■ Alcuni cambiano comunità, perché
ritengono i conduttori non idonei a
guidare tale chiesa o perché questi ultimi vivono in compromessi e nel peccato.
■ Alcuni cambiano comunità, perché
sono stati messi sotto disciplina e,
non volendosi ravvedere, preferiscono frequentare una chiesa, in cui tali cose
sono tollerate.
■ Alcuni cambiano comunità, perché
si sentono troppo emarginati, sia
come persona, sia nel loro ministero, ad ambedue dei quali sembra che nessuno
si interessi veramente, ma anzi si viene sempre e solo criticati per le cose,
che non vanno.
■ Alcuni cambiano comunità, perché
ci sono troppi contasti e da lungo
tempo tra i conduttori e tra i membri. Invece di allinearsi in una delle
fazioni belligeranti, preferiscono appartenere a una chiesa, che si adopera per
l’avanzamento del regno di Dio.
■ Alcuni cambiano comunità, perché
vogliono assolutamente essere tra coloro, che hanno «autorità», ma non trovano posto per «comandare» sugli altri,
essendo ritenuti non idonei a una conduzione biblica. Perciò, tentano in
un’altra chiesa.
■ Alcuni cambiano comunità, perché
sono messi fuori comunione per gravi
peccati o per falsa dottrina. Preferiscono allora frequentare una chiesa
locale, dove nessuno li conosce.
■ Alcuni cambiano comunità, perché
non vogliono più essere alimentati da conduttori
biblicamente analfabeti, che li cibano da tanto tempo soltanto con indebite
versettologie, spiritualizzazioni arbitrarie, allegorie e sentimentalismi
religiosi. Essi vogliono del cibo più sodo e una cura pastorale più certa.
■ Alcuni cambiano comunità, perché nessuno si prende cura di loro, ma sono
abbandonati a loro stessi e la vita di chiesa è fatta soltanto di incontri
formali.
Sul sito seguono inoltre i seguenti punti: Continuazione dei punti; Per
l’approfondimento biblico.
[CONTINUA LA
LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Cambia_comunita_Avv.htm ] Solo dopo aver
letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni
in esso contenute? {Nicola Martella}
~~> Discuti
questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/cambiare-comunit%C3%A0/10151245576692990
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