LA
DECIMA E IL SOSTEGNO ALLA CHIESA
di Gianni Siena
[...].
1. LE
MIE PRIME ESPERIENZE PERSONALI: Scrivo su un argomento impegnativo, ma reso «spinoso» dalla tesi dei «decimalisti», come dare tempo
e denaro per l’opera del Signore, ovvero, alla chiesa.
Mi convertii nel 1975 e, senza che fosse una
«novità», ascoltai e lessi la tesi di più di uno, che sosteneva la «norma biblica»
di dare la decima e offerte obbligatorie all’opera di Dio ( = alla chiesa).
Ero curioso di sapere, se questa fosse la volontà
di Dio per me e per gli altri credenti. Io non avevo mai considerato tale idea:
leggo la Bibbia dall’età di 7 o 8 anni e non mi sono mai accorto di questa pratica
nel NT.
I primi cristiani mettevano tutto in comune
per far fronte alla necessità di sostenere le migliaia di neoconvertiti bisognosi
(At 2,44; 4,33). Offrirono generosamente per soccorrere i credenti giudei durante
la carestia al tempo di Claudio (At 11,27-30). Sostennero generosamente i missionari
cristiani con le loro offerte volontarie, e a fare questo furono le chiese più povere
(Fil 4,10-20). Ma la dottrina della decima, come «minimo» dovuto alla chiesa, la stavo ascoltando per la prima volta
nella mia vita.
Infatti con questa minima disponibilità la comunità
locale potrebbe fare molto; l’economia è un tema molto gettonato anche nella chiesa:
il denaro è una buona risposta per tutte le necessità materiali! (Ec 10,19).
Negli anni ‘70-’80 del secolo scorso, numerosi
credenti evangelici, pentecostali e soprattutto carismatici, scoprirono la gioia
di offrire i loro beni materiali, fra cui il denaro: v’erano delle edificanti testimonianze.
In quegli anni, però, prese piede anche la «dottrina della prosperità», che prometteva
ricchezza da parte di Dio a chiunque avesse «pagato» decime e offerte obbligatorie
al Signore ( = alla conduzione della chiesa).
Chi sosteneva (e sostiene ancora) questa dottrina,
sovente, aveva (e ha) certamente un personale
tornaconto nella raccolta delle decime e delle offerte obbligatorie: in certi
luoghi si trattava di somme ingenti di denaro.
Ho incontrato nella mia vita di credente diverse
persone che, liberamente e con gioia, praticano ancora la decima e tutte sono spiritualmente
soddisfatte di dare così. Tuttavia, in altri ambienti, fra gli «amministratori»,
sono avvenuti scandali; in talune chiese,
qualcuno s’è impossessato del denaro, spendendolo futilmente, ed è intervenuta la
legge, arrestando e processando chi aveva sbagliato. Molti anni fa, in una chiesa
sparì completamente il denaro dalla cassa e vi fu una divisione molto dolorosa.
.
2. UN
PANORAMA VARIEGATO: [→
Sul sito]
.
3.
CHE COSA AFFERMA IL NT?: È giusto, sotto il profilo biblico del NT, «obbligare» il credente a versare
la decima? No. Secondo le conclusioni del Concilio di Gerusalemme risulta: «Nessun altro peso» (At 15,28).
Nella chiesa primitiva un alto numero di pagani
si convertì al Signore. Alcuni, che in precedenza avevano aderito al giudaismo attraverso
il proselitismo dei farisei (Mt 23,15), affermarono la necessità di farli circoncidere
ai fini della salvezza. (At 15,1). Paolo e Barnaba non condividevano questa concezione
e s’appellarono alla conduzione di Gerusalemme.
Gli apostoli e gli anziani confermarono quanto
sostenevano Paolo e Barnaba; essi imposero ai nuovi convertiti di osservare solo
alcuni comportamenti, dai quali i credenti ebrei avrebbero tratto un segnale importante:
i gentili s’erano ravveduti realmente dall’idolatria dei loro padri.
I responsabili di Gerusalemme scrissero ai neocredenti
concludendo così: «Infatti è parso bene allo
Spirito Santo e a noi di non imporvi altro
peso» (At 15,28). Che cosa significava? Non fu imposto loro nessuna norma
biblica della Legge di Mosè concernente riti, costumi e usi prettamente giudaici
e «normativi» per Israele. [...]
.
4. UN
OBBLIGO: Abrahamo non fece
un gesto di generosità verso Melchisedech, ma un atto imposto dalla consuetudine. Nel dare la decima, egli
agì anche in nome dei suoi alleati, che avevano diritto a una parte di bottino (Gn
14,24). Oggigiorno, in campo cristiano qualcuno afferma, invece, che si sarebbe
trattato del gesto di un uomo pio, che generosamente donò al sacerdote di El Elion
la decima parte del bottino; e invece «no»!
La «decima» sul bottino di guerra esisteva anche
presso Greci e Romani ed è ben attestata, anche se per periodi più recenti; spettava
al condottiero fare questa operazione (Enciclopedia Treccani). [...]
Se si vuole calcolare la decima sul salario
lordo, va anche osservato che, ripeto, sotto la grazia Abrahamo non pagò la decima sui suoi averi; lo stesso fecero Isacco
e Giacobbe: questo è evidente nella Scrittura. Abrahamo era molto ricco, in mandrie e greggi, argento
e oro (Gn 13,2), ma non versò un centesimo
di tutto questo a Melchisedech. Pur ricchi, lo stesso fecero i suoi discendenti.
[...]
.
5. CONCLUSIONE: [→ Sul sito]
6. BUONO
A SAPERSI...: [→ Sul sito]
.
Excursus: Come
sostenere l’Opera [→
Sul sito]
.
L’ARTICOLO
COMPLETO SI TROVA SUL SITO…
[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A2-Decima_sostegno_Avv.htm]
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