MINISTERO DELLE DONNE E FAIR-PLAY
Si può non essere d'accordo su qualcosa in questioni dottrinali o etiche; questo è legittimo. Si può passare dalla ragione al torto, quando si usano modi poco virtuosi e un linguaggio inappropriato per esprimere il proprio dissenso e per attestare le proprie convinzioni in modo conforme alle Scritture. I toni esagitati o di frontale accusa, gli aggettivi spropositati o poco adatti alla questione, gli argomenti poco lineari e probatori... tutto ciò non solo non convince, ma crea in chi legge una ripulsa. Si ottiene quindi l'effetto contrario a ciò che si voleva effettivamente ottenere. La battaglia, che si intendeva portare avanti per contrastare una dottrina, ritenuta falsa, o un atteggiamento etico, ritenuto riprovevole, diventa quindi probabilmente persa. Se si vuole convincere, la forza deve stare negli argomenti probatori, non nella veemenza dei toni e del linguaggio.
L'autore delle tesi ha reagito al sempre più dilagante fenomeno delle pastoresse, figliastro del femminismo. Ecco qui di seguito come una battaglia in parte condivisibile sia stata portata avanti con una strategia sbagliata e con degli strumenti poco efficaci.
[Continua la lettura: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-Ministero-donne_fair-play_UnV.htm] Dopo aver letto l'intero scritto, voi che rispondereste alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
Inoltre, ecco gli ultimi articoli già messi in rete:
■ David Wilkerson «profeta» catastrofista?: http://puntoacroce.altervista.org/Artk/1-DWilkerson_profeta_catastrof_Esc.htm
■ Conduttore solo se sposato e padre?: http://puntoacroce.altervista.org/Temi/1-Conduttore_sposato_padre_S&A.htm
■ Ateobus? Parliamone: http://puntoacroce.altervista.org/Temi/1-Ateobus_parla_Mds.htm
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