GIOVANNI 18,5-8 E «SON IO»
Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondo come segue:
Entriamo in tema
Ribadisco ancora una volta che «Jahwè» non significa «io sono», essendo la 3a persona singolare del verbo hāwāh e non la 1a persona singolare del verbo hājāh, da cui deriva ’ëhejëh «io sono qui, intervengo» in Es 3,14.
Io credo fermamente nella deità di Gesù; ritengo però che bisogna attestarla mediante chiari brani didattici del NT e non mediante artifici linguistici evidenti solo ai moderni, ma non ai contemporanei dei fatti descritti negli Evangeli. Restando nell’Evangelo di Giovanni, il Logos (= Rivelatore) è chiamato «Dio» (θεός) «presso Dio» (πρὸς τὸν θεόν; Gv 1,1s), creatore di tutte le cose (v. 3) e la sua assoluta unicità sta nel fatto che Egli è «l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre» (ὁ μονογενὴς υἱός, ὁ ὢν εἰς τὸν κόλπον τοῦ πατρός; v. 18), ossia a tu per tu col Padre.
L’evento specifico
In Giovanni 18,5-8 bisognerebbe tradurre correttamente in italiano «sono io», come fa la Luzzi, o «sono io costui» (cfr. similmente la Diodati, Elbefelder, Lutero). A ciò si aggiunga che alcune varianti hanno in Giovanni 18,5: egō eimi [ho] Iēsous «Sono io [il] Gesù».
In tale brano Gesù rispose per due volte alla richiesta di cercare Gesù il Nazareno (Gv 18,5.8). Coloro, che vennero ad arrestarlo, caddero indietreggiando la prima, ma non la seconda volta. Quindi, tali persone indietreggiarono, non perché egli disse: «Sono io» (che avrebbe dovuto dire?), ma per altri motivi, che bisogna appurare…
Seguono i seguenti punti: 3. Il normale linguaggio quotidiano; 4. L’autorità di Gesù; 5. Aspetti conclusivi. [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Gv18-5_son-io_OiG.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
ATTENZIONE! Per favore, non intervenire se, dopo aver letto l’intero articolo, ti rendi conto che ti manca la necessaria competenza in merito!
Nessun commento:
Posta un commento