UNA «TEOLOGIA DELL’IO SONO» NELL’EVANGELO DI GIOVANNI? PARLIAMONE
Qui di seguito discutiamo gli articoli «
» e « ». Si consiglia vivamente la lettura degli interi articoli, prima di leggere la seguente discussione ed, eventualmente, intervenire in essa. Per non essere frainteso, ribadisco ancora una volta che io credo fermamente che la Deità consista in tre persone, consustanziali e contemporanee. È, quindi, quasi pletorico affermare che io creda assolutamente anche nella deità di Gesù Messia, ossia che Egli sia il Logos rivelatore, «Dio presso Dio» diventato carne (Gv 1,1ss.14.18). Credo altresì che Gesù abbia rivelato la sua natura divina in diversi momenti della sua vita. Ora, tutto ciò non ha nulla a che vedere con una presunta «teologia dell’io sono», di cui non vi è traccia negli insegnamenti degli apostoli. Paolo, ad esempio, che fu abbastanza pignolo nell’evidenziare il singolare dell’espressione «seme» (Gal 3,16), non fece alcun riferimento a una «teologia dell’io sono». Aggiungo pure che l’autorità in materia di dottrina sia la sacra Scrittura e non antichi teologi, né concili religiosi.
Voglio ricordare che l’articolo «
» è nato da un’esplicita domanda di un lettore. Successivamente a esso, due lettori mi hanno scritto, ponendomi domande su Giovanni 8 e insistendo sull’espressione «ego eimi» («io sono / son io») e sulla cosiddetta «teologia dell’io sono», cercando di convincermi della sua genuinità. ■ Giovanni 8,28: «Gesù dunque disse loro: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che io sono (il Cristo), e che non faccio nulla da me, ma dico queste cose come il Padre mi ha insegnato».
■ Giovanni 8,58: «Avanti che Abraamo fosse, io sono».
Esiste una «teologia dell’io sono» nel NT? Come mai una convenzione diffusa si tiene in piedi su convinzioni, che non scaturiscono da una chiara e incontrovertibile esegesi contestuale, ma da supposizioni tenute in vita in modo artificiale? In fondo, che cosa distingue tale artificiosa «teologia dell’io sono» da altre «dottrine», composte dagli uomini?
Ecco il sistema speculativo di base adottato da coloro, che creano nuove dottrine: essi partono da alcuni minimi elementi presenti nel testo, li isolano dal contesto, li associano insieme, li ingrandiscono con la dialettica, li organizzano in sistema dottrinale e li proiettano poi, in modo scontato, nella spiegazione del testo biblico. Si pensi qui, ad esempio, alle seguenti convinzioni dottrinali: il Purgatorio, il Limbo (ultimamente svuotato), l’intercessione di santi e la mediazione di Maria, il celibato dei preti, la centralità del vescovo di Roma, il sacramentalismo, il pedobattismo, la doppia predestinazione, le nuove rivelazioni, santoni che si presentano come «l’ultimo Elia» o direttamente come il «paracleto», e così via.
Qui non vogliamo affrontare queste ultime cose, che sono solo esempi, ma mostrare che il meccanismo dell’«accreditamento dogmatico» è simile: una cosa, ritenuta «rivelazione», tanto si ripete che alla fine diventa convinzione comune, convenzione ovvia. Allora chi la mette in forse viene considerato con sospetto come chi è «fuori dottrina». La cosiddetta «teologia dell’io sono» rientra in queste categorie...
Affermiamo che nel NT non esista una «teologia dell’io sono» nel NT. Crede di ritrovarla solo chi ce la proietta prima o segue ciecamente altri, che aderiscono acriticamente a tale convenzione. Si noti che le prime cinque parti riguardano specialmente Giovanni 18,5-8.
[CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Teolog_io-sono_Mt.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

«Ego eimi» significa «io sono / son io».
~~> Discuti questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/una-teologia-dellio-sono-nellevangelo-di-giovanni-parliamone/10150694491707990
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