L’AMORE CHE RECUPERA
Riflettendo sull’amore quale ricerca del bene altrui o quale
fede operante, ho dovuto paragonarlo a un’impalcatura.
Essa si rende disponibile a puntellare e sostenere, ciò che crollerebbe; oppure
costituisce la base di ciò, che dev’essere ancora costruito. Essa dà sicurezza
e permette di arrivare in alto. In essa tutti gli elementi sono strettamente
uniti e connessi, affinché tutto sia stabile e possa permettere l’ampliamento
in altezza, in larghezza e in profondità, secondo il bisogno. […]
Riflettendo
sull’amore ho dovuto altresì pensare a chi è stato recuperato da altri, che si sono prestati a sorreggere e a portare
pesi, e che comprende poi l’importanza di recuperare altri. Chi è passato
personalmente nel problema, capisce che deve essere lui a scendere in fondo al
pozzo, dove si trova l’altro. Da tale posizione può convincere l’altro della
necessità di risalire dalla sua ristrettezza esistenziale e, mettendosi al ritmo
dell’altro, può aiutarlo ad arrampicarsi, passo dopo passo, e a uscire al
largo. […]
In tutto ciò
l’amore di Dio è il carburante
necessario, perché possiamo dar prova di una fede operante in tutte le
situazioni, possiamo sorreggere altri e possiamo recuperare altri all’amore di
Dio e alla verità, che rende liberi.
Nella vita
cristiana non ci sono due distinte categorie di recuperatori e recuperati, ma
esiste una dinamica di supporto
reciproco. I recuperati diventano, in genere, i migliori recuperatori. […]
Questa è una sintesi,
l’intero scritto si trova sul sito.
[CONTINUA LA
LETTURA: www.diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Amor_recup_OiG.htm]
Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel
merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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