IL
POTERE DI TRADIZIONI E CONVENZIONI NELLE CHIESE
La pratica usuale,
il consenso, l’abitudine e quant’altro ci portano spesso a credere che il
nostro modo di fare coincida del tutto con la prassi degli apostoli e della
chiesa primordiale. Leggendo la Scrittura, si è portati a credere che i credenti
del primo secolo fossero caratterizzati come noi, ad esempio, dai seguenti
elementi socio-religiosi: avessero dei locali di culto, dei conduttori o un
pastore, che andassero in chiesa di domenica, celebrassero ogni domenica la
cena del Signore, ci si sedesse nella sala come da noi, i culti avessero la
«liturgia» della nostra comunità, eccetera. Può, quindi, succedere che il
linguaggio religioso odierno (p.es. «unzione») e le varie pratiche religiose
correnti (p.es. borsa delle offerte passata durante il culto) siano ritenuti
«biblici» e addirittura usati come chiave ermeneutica, per spiegare alcune
espressioni presenti nella Bibbia (p.es. «rompere il pane») e alcune pratiche
della chiesa primordiale (p.es. la colletta). Le cose non stanno sempre e
proprio così, ma l’uso e la convenzione danno l’illusione che questo sia
il vero tenore delle cose. Questo non è solo da cercare nelle grandi denominazioni
cristiane (prete, messa, sacramenti, struttura ecclesiale, papato, patriarcato,
dottrine ecc.), ma anche nelle chiese libere di diversa nomenclatura e
aggregazione.
Certamente al tempo del NT venivano
praticate delle buone tradizioni, come insegnate da Gesù, dai suoi
dodici apostoli, da Paolo e da altri come lui. Il problema sta nel fatto di
ritenere che le nostre abitudini, tradizioni e convenzioni religiose
corrispondano alla prassi apostolica! È chiaro che ogni uso basato sulla
convenzione e sulla tradizione, se non viene analizzato criticamente, può
impedire l’accertamento della reale verità biblica e storica. Ed è
quest’ultima, che a noi interessa appurare, non proiettare i nostri usi e
costumi religiosi nella Scrittura, per crederli ortodossi.
[…]
Qual è l’elemento distintivo degli
evangelici? Quale dev’essere la loro «identità» e il loro
«posizionamento» sulla base del nuovo patto e in modo indipendente dalle
tradizioni (anche dall’anti-tradizionalismo altrui) e dalle convenzioni, e nel
senso di un’azione biblica, invece che una reazione alle esagerazioni o alle
dottrine e alle pratiche religiose altrui, ritenute sbagliate? Quale può essere
definita una buona e salutare tradizione dei «cristiani biblici»?
Sul sito segue il
resto dell’articolo…
[CONTINUA LA
LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Tradiz_convenz-GeR.htm
] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel
merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
~~> Discuti
questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/puntoacroce/il-potere-di-tradizioni-e-convenzioni-nelle-chiese/10151624162877990
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