lunedì 10 giugno 2013

Carboni accesi sul capo

CARBONI ACCESI SUL CAPO

1. LE QUESTIONI: Un lettore del mio sito mi ha posto le seguenti problematiche, su cui ha desiderato avere un mio parere.
     Caro Nicola, tu hai parlato di alcune immagini presenti nella Scrittura, ad esempio «accendere carboni sul capo di qualcuno». [In tutte le cose o in tutte le maniere?: Tra traduzione letterale e dinamica] Proprio a proposito di quest’ultima immagine desidero un tuo parere su quanto ti riporto sotto. Grazie per il riscontro.
     «Se il tuo nemico ha fame, dagli del pane da mangiare; se ha sete, dagli dell’acqua da bere; perché, così, radunerai dei carboni accesi sul suo capo, e il Signore ti ricompenserà» (Pr 25,21s).
     Il concetto «radunerai dei carboni accesi sul suo capo» è solitamente interpretato come capacità persuasiva, per ammorbidire il cuore del nostro nemico, risultato delle «nostre opere di bene» (dare da mangiare, dare da bere), che possiamo rendergli.
     Senza voler sminuire gli effetti (di persuasione, di buona testimonianza) delle nostre «buone opere», capaci di trasformare anche il cuore del nostro nemici, il nostro approccio con la Parola deve sempre essere legato al contesto esegetico del brano. Infatti, questo versetto verrà poi ripreso dall’apostolo Paolo nell’epistola ai Romani 12,20: «Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio; poiché sta scritto: “A me la vendetta; io darò la retribuzione”, dice il Signore. Anzi, “se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo”. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Rm 12,19ss). L’invito, che l’apostolo fa, è diretto all’astenersi dalle nostre vendette e, quindi, soprattutto cedere il posto all’ira di Dio, perché Lui darà la retribuzione. Quindi possiamo ben affermare che il nostro agire (dare da mangiare, dare da bere) sia un modo, attraverso cui noi non ci sostituiremo al Signore (vedere anche Giacomo 1,20 «L’ira dell’uomo non promuove la giustizia di Dio»), ma stiamo lasciando spazio al suo intervento.
     Il significato dei carboni accesi è, infatti, sempre riferito al giudizio di Dio. Ecco alcuni esempi: «Allora la terra fu scossa e tremò, le fondamenta dei cieli furono smosse e scrollate, perché egli era acceso d’ira. Un fumo saliva dalle sue narici e un fuoco divorante gli usciva dalla bocca; da lui sprizzavano carboni accesi» (2 Sm 22,8s). «Fa’ che la testa di quanti mi circondano sia coperta dalla perversità delle loro stesse labbra. Cadano loro addosso carboni accesi; siano essi gettati nel fuoco, in fosse profonde, da cui non possano più risorgere» (Sal 140,9s). In questi passi ben possiamo evidenziare come l’ira del Signore venga descritta come con l’espressione «carboni accesi». {P. I.; 07-06-2013}
[…] 


3.  RIPOSTE ALLE TESI: La locuzione «radunare carboni accesi sul capo di qualcuno» non ha a che fare primariamente con una presunta «capacità persuasiva», facendo del bene al nostro nemico.
     C’è da notare che Paolo in Romani 12,19ss non fa l’esegesi di Proverbi 25,21s, ma se ne serve solo come pezza d’appoggio per il suo discorso, il cui succo è il seguente: non fare le tue vendette, ma vinci il male col bene, lasciando il resto all’arbitrio di Dio. Affermare che, facendo del bene al nostro nemico, stiamo lasciando spazio all’intervento divino, può essere vero in parte; quando desistiamo dal fare da noi, permettiamo a Dio di agire a modo suo e nei suoi tempi. Tuttavia, in Proverbi 25,21s non è scritto che sarà Dio a radunare «carboni accesi sul suo capo», ma lo fa il credente. A ciò si aggiunga che Paolo affermò che, rinunciando noi alle nostre vendette, diamo spazio alla vendetta e alla retribuzione di Dio verso gli empi. Quindi, egli esortò all’azione benefica nella prospettiva che Dio agirà presto da giudice, se non ci sarà un sincero ravvedimento.
     È vero che si parla di carboni accesi in riferimento al giudizio di Dio, ma tali esempi (2 Sm 22,8s; Sal 140,9s) sono fuori luogo, non spiegando Proverbi 25,21s, dove è il credente ad accumularli sul capo dell’empio, non Dio! In tali brani, citati dal lettore, l’effetto non deriva dal fare noi il bene ai nemici, vincendo il male col bene, ma si tratta di un giudizio distruttivo e senza appello.
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     Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2. Come nascono le immagini retoriche e i modi di dire?; 4. La via per una soluzione; 5. Aspetti conclusivi.
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Carboni_accesi_R12.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}

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