martedì 26 maggio 2015

Nuova chiamata e campo nuovo



NUOVA CHIAMATA E CAMPO NUOVO

 1. I MALI NELLA MISSIONE E LA LORO CURA
     Il «campo nuovo» di Geremia 4,3 è una nuova ripresa morale e spirituale e altresì una nuova opportunità missionaria. Seminare fra le spine, porterebbe a far soffocare le nuove piantine di frumento (Lc 8,7.14). Per questo, chi vuol iniziare un uovo capitolo esistenziale e missionario, deve prima dissodare il nuovo terreno, liberandolo da tutti gli ostacoli ed erbacce. Per iniziare un «campo nuovo», bisogna lasciare quello vecchio.
     Ora, non tutte le opere missionarie nascono da progettazione, ma a volte dalla risposta a necessità, ad avversità incontrate e alle trame altrui. Eppure, come servitori del Signore, in mezzo alle più grandi prove, a situazioni spinose, in cui sembra che tutto si sia rivoltato contro di noi, facciamo esperienze sorprendenti. Il Signore ci tocca il cuore, ci dà una pace che supera ogni intelligenza (Fil 4,17). Ci dona un intenso spirito di lode. È come se ci portasse al monte della trasfigurazione, dove vediamo la gloria di Gesù Messia. Allora non ci interessa più difenderci dagli altri, ma solo contemplare il Signore e servirlo. [...]

2. ALCUNI EFFETTI IMMEDIATI [...]
     Allora ti interroghi, se i fatti spiacevoli e le prove Dio non li abbia permessi, perché Egli vuole che vai oltre a ciò, che hai acquisito fin qui, che metti nuovamente mano all’aratro per fare solchi dritti di confine intorno a un «campo nuovo» di missione tutto da dissodare. A volte, il Signore non ha altro modo per spingerci verso altri campi bianchi da mietere. [...]

3. DALLA REAZIONE ALL’AZIONE
     Il servo di Dio deve porsi nuovamente dinanzi al suo Signore e dirgli: «Parla, poiché il tuo servo ascolta!» (1 Sm 3,10). Al suo cospetto, dinanzi all’eccellenza della conoscenza del Signore Gesù, scopri che ogni umano vanto è diventato danno e spazzatura (Fil 3,8). Allora, dinanzi alle pretese altrui, non hai posizioni di potere da difendere, una fama da proteggere, una reputazione da tutelare e cose simili (cfr. vv. 5ss); nel Signore hai già tutto. Identificandoti pienamente e in tutti gli aspetti con Cristo (vv. 10s), lasci quello, che sta dietro, e ti protendi verso ciò, che sta davanti (vv. 13s). Molli la morsa dalle cose vecchie, perché il Signore riempia le tue mani di quelle nuove. Vuoi mettere il vino nuovo in otri nuovi (Mt 9,17). Vuoi solo essere una nuova pasta, dopo esserti purificato dal vecchio lievito (1 Cor 5,7). Vuoi smettere di seminare tra le spine e ti metti a dissodare un campo nuovo (Gr 4,3; Os 10,12).
     Questa è la dinamica della nuova chiamata, il segreto di una nuova vocazione. Essa ha un solo fondamento: la grazia bastevole di Dio per servitori deboli, ma capaci di essere forti in Cristo e di essere da Lui resi capaci di passare per ingiurie, necessità, persecuzioni, angustie (2 Cor 12,9s). Essa ha un solo bilancio: «Ora per la grazia di Dio sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana; ma, ho faticato più di tutti loro; non io però, ma la grazia di Dio che è con me» (1 Cor 15,10).

4. CRISTO È SUFFICIENTE PER TUTTI [...]

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