INFUOCATI
O ZELANTI? PARLIAMONE
In questo tema
discutiamo l’articolo «Infuocati o zelanti?». Oggigiorno, non basta più
impegnarsi a essere zelanti o ferventi di spirito, ma si vuole essere
fiamme e fuoco, misticamente parlando. Abbiamo visto che specialmente in ambito
pentecostale e carismatico si sta diffondendo la moda di voler essere «infuocati», e tale designazione
accompagna altri termini nei nomi di account, pagine e gruppi in Internet:
«Infuocati per Dio, per Gesù, nello Spirito, ecc.». Alcuni credenti usano tale
neologismo dottrinale, senza badare al fatto che nella bibbia il fuoco è nella
stragrande maggioranza dei casi una potenza distruttrice!
Come vedremo, specialmente i credenti
provenienti dall’ambito pentecostale e carismatico cercano di difendere tale neologismo dottrinale, o
per lo meno di scusarlo. Alcuni
cercano di trovare improbabili collegamenti con lo Spirito Santo, sebbene «fuoco» e «Spirito» ricorrono raramente
insieme. Altri cercano di introdurre qui il cosiddetto «battesimo dello / nello Spirito», sebbene tale espressione non si
trovi mai nel testo greco del NT. Non mancano tentativi di far quadrare, in
qualche modo, il cerchio mediante l’uso di simbologia varia, di lontane
analogie, di metafore, di spiritualizzazioni allegoriche, pur di attribuire al
fuoco un aspetto positivo, sì, di benedizione.
La discussione, che segue, è certamente
interessante anche dal punto di vista dell’ermeneutica
biblica, ossia di come i vari partecipanti usano la Bibbia per portare avanti
il loro ragionamento, interpretandola in modo contestuale, a senso o
addirittura in modo pretestuoso e arbitrario. Questo tema diventa, quindi, una
lezione pratica per distinguere l’esegesi (o interpretazione contestuale),
dalla versettologia indebita e dalla eisegesi (o proiezione interpretativa).
La Parola di Dio viene paragonata al
metallo, che risulta dopo aver purificato (= raffinato) il minerale per mezzo
del fuoco (2 Sm 22,31; Sal 18,30; cfr. Ap 3,18). A noi spetta di tagliare
rettamente la Parola della verità, per non essere operai confusi e per
essere approvati dinanzi a Dio (2 Tm 2,15).
Faccio, infine, presente che non sempre nei
brani, in cui in italiano c’è «ardore»
e «ardentemente», ciò si trova anche
nel testo originale; sotto discuteremo, ad esempio, 1
Corinzi 12,31; 14,1. Ecco un esempio dell’AT: «Tutto Giuda si rallegrò del giuramento;
perché avevano giurato di tutto cuore e avevano cercato l’Eterno con tutta la loro volontà; ed egli
s’era lasciato trovare da loro» (2 Cr 15,15; così
Lut, Elb, ND; «grande ardore» R, NR; «tutto l’ardore» CEI; «tutta la loro
affezione» D). In ebraico bekol-lebābām «con tutto il loro
cuore» (= mente) e bekol-reśônām «con tutto il loro piacere (=
volontarietà) o la loro volontà». Il termine rāśôn è tradotto con «volontà» nei
seguenti brani: Gn 49,6 arbitrio, caparbietà; Esd 10,11 fate la sua volontà; Ne
9,24 a loro arbitrio; Ne 9,37 a loro arbitrio; Est 1,8 secondo la propria
volontà; Est 9,5 a loro arbitrio; Sal 40,8 la tua volontà; 103,21 fate il suo
volere; 143,10 far la tua volontà; Dn 8,4 faceva quel che voleva; Dan 11,3.16
farà quel che vorrà; Dan 11,3.16.36 agirà a suo arbitrio.
Tutto ciò mostra che bisogna essere
moderati, usando certi brani, di cui bisogna prima accertare il significato
reale. Non bisogna trarre da essi una legittimazione a essere «infuocati» in
senso mistico ed entusiastico, soltanto perché si è trovata una lontana analogia in qualche testo. Si
fa bene a partire sempre da cose evidenti.
Sul sito seguono i contributi dei lettori…
[CONTINUA LA
LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Infuocati_zelanti_UnV.htm
] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che
rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola
Martella}
~~> Discuti
questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/nicola-martella/infuocati-o-zelanti-parliamone/10150964540913700
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