SEMPLICITÀ DI FEDE E MANCANZA
DI CONOSCENZA
Sapienza
biblica o alibi per una «santa ignoranza»?
1. ENTRIAMO IN TEMA: Mi arrivano continuamente contributi, in
cui si fa l’elogio della «semplicità
di fede»; di per sé non ho nulla in contrario, visto che anch’io mi
esercito a confidare con semplicità di cuore e timore di Dio nel Signore e
nelle sue promesse (cfr. At 2,46s; Ef 6,5; Col 3,22). Nella Bibbia, però, ciò
non è sinonimo di una «santa
ignoranza» o mancanza di conoscenza; il contrario di ciò non è lo studio
della Bibbia (cfr. 2 Tm 2,15). Alla «semplicità di fede», radicata nello studio
della Scrittura, si contrappone invece lo sviamento
da quest’ultima, per seguire le seduzioni di falsi maestri, ora gnostici, ora
agnostici.
Ad
esempio, ciò era successo a Corinto, allorché i credenti diedero credito a
presunti «superapostoli» (= santoni, «unti») giudaici, che spiritualizzarono l’esoterismo e lo introdussero nella
chiesa. Essi predicavano in modo sottile un altro Cristo, un altro Evangelo e un altro Spirito; e ciò produsse
che le menti dei credenti
si erano «corrotte e
sviate dalla semplicità e dalla purità rispetto a Cristo» (2 Cor 11,3ss.13ss).
Il caso opposto è
quello dell’agnosticismo. Filosofi
agnostici mettono mano alla Bibbia e, nella veste di presunti teologi, la
mitizzano e la dissacrano. La reazione a ciò di alcuni è quello di rifiutare
ogni tipo di studio della Bibbia e di trincerarsi in una contemplazione mistica e spiritualista della Scrittura,
interpretata a proprio uso e consumo e insegnata a proprio arbitrio.
2. UN
CASO SPECIFICO
2.1. LE TESI IN UNA CONFESSIONE: Anni or sono, un anziano cristiano,
all’epoca di 77 anni, mi ha dato lo spunto per questo tema. Egli mi scrisse
allora, tra altre cose, quanto segue: «[…] Ti premetto che sono tutt’altro
che letterato, motivo per cui mi piacciono gli argomenti brevi e stringati
(anche le prediche...) in modo da fare meno fatica nel ricordare. […] Per
quanto mi riguarda quindi la mia limitata educazione scolastica e religiosa mi
pone al riparo dai... rischi di approfondimenti culturali troppo
intelligenti ed elaborati, che potrebbero compromettere in noi lo studio
lineare e la semplicità dell’Evangelo a fronte di una cultura, a volte,
pericolosamente mancante di una componente essenziale: la felicità di
essere creature di Dio redente dal Cristo che salva.
Leggevo infatti — non ricordo
più in quale rivista specializzata — che la maggior parte dei quotatissimi
teologi tedeschi, tuttora residenti nella patria, dove è iniziata e si è
sviluppata la Riforma — con tutta la loro scienza, intelligenza e cultura —
sono giunti a conclusioni talmente raffinate ed elevate da risultare...
perfettamente atei e di conseguenza infelici; ne consegue che forse è meglio
essere degli ignorantelli (...relativi) e accettare le verità bibliche
senza troppe elucubrazioni cerebrali rischiose per la nostra fede, e accettare
il tutto come bambini innocenti ecc. ccc. perfettamente credenti».
{Giacomo Pastorino; 06-04-2007}
Sul sito seguono inoltre i seguenti punti: 2.2. Alcune riflessioni in merito; 3.
Un problema molto diffuso.
[CONTINUA LA
LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Fede_conoscenza_Mds.htm
] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che
rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola
Martella}
~~>
Discuti questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/nicola-martella/semplicit%C3%A0-di-fede-e-mancanza-di-conoscenza/10150968767923700
-- I contributi dei
lettori si trovano qui: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Fede_conoscenza_MT_AT.htm
-- L’articolo (rifatto) si trova qui: CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Fede_conoscenza_Mds.htm
RispondiElimina-- I contributi dei lettori si trovano qui: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Fede_conoscenza_MT_AT.htm
Grazie della collaborazione