SEMPLICITÀ DI FEDE E MANCANZA
DI CONOSCENZA? PARLIAMONE
Nell’articolo di riferimento abbiamo visto come si possa confondere la «semplicità di fede» con
una mancanza di conoscenza. Abbiamo anche osservato come l’opposizione a una filosofia teologica di stampo critico
faccia credere che ogni tipo di studio, anche della Bibbia, sia una perdita di
tempo; ciò diventa anche la serra per una devozione
contemplativa di tipo mistico e per un approccio soggettivo, spiritualista
e spesso arbitrario alla Scrittura. Qui allora la fanno da maestri falsi surrogati come la indebita
versettologia, la lettura ideologica della Scrittura, il falso sillogismo, le
proiezioni interpretative (eisegesi), spiritualizzazioni arbitrarie mediante
interpretazioni soggettive basate sull’allegoria, il simbolismo, la tipologia,
la numerologia e cose simili.
Come si vede, il contrario del criticismo alla Bibbia
non è una contemplativa devozione
mistica, ma uno studio esegetico
della Scrittura, che sia mosso dal timor di Dio, da un rapporto personale verso
il Signore, dal rispetto per Dio e la sua Parola, dalla passione per quest’ultima
e dalla responsabilità di tagliare rettamente la Parola della verità (2 Tm
2,15), ossia d’interpretare correttamente ogni testo nel suo proprio contesto.
Si tengano
presenti anche i seguenti stimoli.
■ La legge non ammette ignoranza; né quella degli uomini, né
tanto meno quella di Dio (peccato
per errore Lv 4,2.13.22.27; 5,15; per ignoranza Lv 5,18; At 3,17).
■ L’ignoranza non è una scusante per gli errori. «Il
mio popolo perisce per mancanza di conoscenza» (Osea 4,6).
■ L’ignoranza non protegge dalle
legittime critiche. «Voi
errate, perché non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio» (Matteo
22,29).
■ L’ignoranza non mette al riparo
dalle sanzioni. Chi aggiunge o toglie dalla Parola di Dio
(Dt 4,2; 12,32; Dt 30,5s; Ap 22,18s), disonora il Signore e s’attira il suo
disprezzo (cfr. 2 Sm 12,9s; Is 30,12ss).
■ L’ignoranza non protegge dal danno (cfr. Dt 31,17.21; 1 Tm 6,10).
■ La «santa ignoranza» non protegge
dalle conseguenze! (Lv 5,4 senza badarvi, alla leggera; Gr 6,14s;
8,11ss).
Tutto ciò mostra la
necessità di uno studio biblico e di studiosi, che sappiano analizzare e
insegnare gli insegnamenti della sacra Scrittura. Nell’antico patto si andava dai sacerdoti e dai giudici (Dt 17,8-12; Mal
2,7); poi, successivamente, si consultavano anche i sapienti (Pr 11,14; 12,15;
20,18; 22,17; 24,6) e i proclamatori della Parola (1 Sm 9,9; 1 Re 22,7; 2 Re
3,11; Ez 14,7-11 avvertimento). Nel nuovo
patto Dio ha dato insegnanti per
studiare e insegnare gli oracoli di Dio, presenti nella sacra Scrittura (1 Cor
12,28s; Ef 4,11); essi sono da distinguere dai falsi dottori (1 Tm 1,6s; 2 Tm 4,3; 2 Pt 2,1).
Nei
primi due contributi riporto i casi esemplari di tale atteggiamento, in
cui si confonde la «semplicità di fede» con una mancanza di conoscenza.
Sul sito seguono inoltre i seguenti punti: I contributi dei lettori.
[CONTINUA LA
LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Fede_conoscenza_MT_AT.htm ] Solo dopo aver letto l’intero
scritto, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso
contenute? {Nicola Martella}
~~> Discuti
questo tema qui o su "Facebook": https://www.facebook.com/notes/nicola-martella/semplicit%C3%A0-di-fede-e-mancanza-di-conoscenza-parliamone/10150971460668700
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