domenica 28 luglio 2013

Mestieri preclusi a chi predica?

MESTIERI PRECLUSI A CHI PREDICA?

1. ENTRIAMO IN TEMA: Chiaramente potremmo anche parlare di mestieri preclusi a tutti i cristiani biblici, ma limitiamo qui il tema a coloro, che hanno un ministero pubblico nelle chiese e in particolare portano in esse predicazioni e insegnamenti. In Italia, la stragrande maggioranza di coloro, che servono con la Parola nelle chiese, esercitano un mestiere secolare per sostenersi; è importante sapere, quindi, se esistono lavori compatibili o meno, eticamente degni o indegni rispetto alla chiamata e al ministero, che svolgono. Per capire di che cosa parliamo, bisogna partire dall’articolo «È lecito fare il deejay e il predicatore?» e specialmente ai contributi delle persone sotto menzionate nel tema di discussione connesso.
     Riporto la domanda, che ho posto in quest’ultimo ai miei interlocutori: Per chi è coinvolto nella predicazione e nei ministeri pubblici della chiesa (o «servizi sacri»), quali lavori secolari (o «mestieri profani») si può permettere di esercitare e quali no?
     Ricordo che in tali scritti il mestiere secolare al centro della discussione è quello di un credente impegnato nell’opera della chiesa locale (Rocco), che fa l’animatore e l’intrattenitore musicale in una sala da ballo, unitamente a due altri colleghi non-credenti, con cui forma un trio musicale.
     Alcune delle cose, che Giacomo combatteva nella sua epistola, erano l’ibridismo etico, la doppiezza morale e la dicotomia fra vita secolare e devozione, cose che rendono il credente «instabile in tutte le sue vie» (Gcm 1,8) e impuro (4,8). Inoltre, egli faceva notare: «Dalla medesima bocca procede benedizione e maledizione. Fratelli miei, non dev’essere così. La fonte getta essa dalla medesima apertura il dolce e l’amaro? Può, fratelli miei, un fico fare ulive, o una vite fichi? Neppure può una fonte salata dare acqua dolce» (3,10ss).
     Faccio inoltre presente che la qualità maggiore, che viene premessa per chi serve nella chiesa con un ministero pubblico, specialmente nella predicazione e nell’insegnamento, è essere irreprensibile, ossia al di sopra di ogni riprensione, per così essere credibile e un modello da imitare nelle parole, nei fatti, nella castità e in ogni cosa (1 Tm 4,12; 5,2).

Questa è l’introduzione. Sul sito sono presenti inoltre i seguenti punti: 2. Il dialogo fra i lettori; 3. Mie osservazioni e obiezioni.
            [CONTINUA LA LETTURA: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Mestieri_predica_Sh.htm ] Solo dopo aver letto l’intero scritto sul sito, voi che rispondereste nel merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}




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