NON
STRUMENTALIZZARE DIO IN SENSO MIRACOLISTICO
In un gruppo, dove sono iscritto, qualcuno ha inserito
un’immagine di un altro autore, per illustrare il suo ragionamento, su cui è
scritto: «Le cose
impossibili agli uomini, sono possibili a Dio» (Lc 18,27). L’autore di tali
immagini le inserisce normalmente senza aggiungere altro. Non so che cosa
intendeva esprimere con tale verso.
Come non essere d’accordo con un tale verso? È
vero, come disse Gesù in tale verso, Dio ha altre possibilità rispetto alle
attese umane. Ognuno di
noi sperimenta che, quando siamo arrivati ai nostri limiti, Dio può andare ben oltre e «fare smisuratamente di là da quanto
chiediamo o pensiamo»
(Ef 3,20).
Allora, dove sta il problema? Il verso sull’immagine (Lc 18,27), tolto dal suo
contesto naturale, se assolutizzato, come si fa qui, ossia senza riferirsi al
suo contesto, diventa spesso strumentale a una dottrina delle guarigioni senza se e senza ma. Tuttavia, se si guarda
il contesto, ci si renderà conto che esso non riguarda un «prodigio» (miracolo,
guarigione, segno), che si possa richiedere a Dio, ma la salvezza dei ricchi.
Gesù aveva
asserito: «È più facile a una gomena passare per la
cruna d’un ago, che a un ricco entrare
nel regno di Dio» (v. 25). Al che gli astanti reagirono con meraviglia,
dicendo: «Chi dunque può essere salvato?» (v. 26). Poi seguì tale
asserzione di Gesù.
Purtroppo tale
verso viene citato spesso a sproposito, per rendere Dio un «distributore di miracoli» o un «pozzo
dei desideri», secondo l’arbitrio dell’uomo. Alcuni insegnano che si possa
obbligare l’Onnipotente a fare miracoli, organizzando particolari riunioni di
preghiera, meeting di guarigione o invitando un particolare «unto». Questo è
tanto vero che sulla pubblicità di certe conferenze si invita strumentalmente
la gente con queste parole: « ». Come
possono degli uomini usare l’arroganza di promettere ad altri uomini ciò, che
sta solo nell’arbitrio di Dio, come se l’Onnipotente possa essere assoggettato
alla coercizione umana!? Tutto ciò rasenta il «pensiero magico»
dell’esoterismo, che insegna che si possa esercitare potere sulle «entità» e
addirittura su Dio.
Voglio ricordare
che è vero che Dio può operare più
di quello, che gli chiediamo; a volte opera anche senza che gli chiediamo
alcunché, quando ci protegge da
accidenti e da incidenti improvvisi. Il Dio della Bibbia è l’Onnipotente e,
come tale, è libero dalle coercizioni umane. Tuttavia, alle nostre richieste
può rispondere anche di no, che la
sua grazia ci basta (2 Cor 12,9), che non è ancora il tempo e così via.
Addirittura può, al momento, impedire di
evangelizzare (!) una certa zona. Paolo e la sua squadra missionaria erano
«giunti
sui confini della Misia, tentarono d’andare in Bitinia; ma lo Spirito di Gesù
non lo permise loro» (At 16,7).
Infine, faccio
notare che l’esegesi contestuale è
l’unica medicina per le deviazioni dogmatiche e le esagerazioni dottrinali.
Ricordo qui ancora una volta la massima, che ripetevo ai miei studenti alla
scuola biblica: «Un testo senza contesto è un pretesto, che io contesto»!
Sul sito
possono seguire i contributi dei lettori e le mie eventuali osservazioni…
[CONTINUA LA LETTURA:
http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Strumentaliz_miracol_MeG.htm
] Solo dopo aver letto l’intero scritto, voi che rispondereste nel
merito alle questioni in esso contenute? {Nicola Martella}
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